Non profit

Cristina, volontaria dell’anno 2008

La vincitrice del riconoscimento per il volontariato internazionale Focsiv gestisce un progetto di riciclaggio della plastica in Africa

di Emanuela Citterio

«In Africa ti rendi conto che il ruolo del volontario che arriva dall’Italia o da un altro Paese non è più tanto quello di costruttore di opere ma di facilitatore di processi». Parola di Cristina Daniele, 29 anni, vincitrice del Premio al Volontariato Internazionale 2008 istituito dalla Focsiv e assegnato ormai da 15 anni a quanti si spendono «nella lotta alla povertà e a ogni forma di diseguaglianza e ingiustizia». In occasione del 5 dicembre, Giornata mondiale del volontario, a Cristina verrà consegnata la targa donata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Laureata in Scienze internazionali diplomatiche, Cristina è responsabile («accompagnatrice», preferisce dire lei) di un progetto innovativo di riciclaggio della plastica nella capitale del Burkina Faso, Ouagadogou. Realizzato a partire dal 2004 dall’ong italiana Lvia in partenariato con la Città di Ouagadougou, il supporto di Città di Torino e Regione Piemonte, il progetto è stato premiato con un finanziamento dalla Banca Mondiale, nell’ambito del Programma Development Marketplace come uno dei 47 progetti di sviluppo più innovativi, su un totale di 3.000 presentati a livello mondiale.

«Il servizio civile» racconta, «è stato per me la porta per poter fare un’esperienza in Africa e nella cooperazione allo sviluppo. E’ un opportunità che ti permette di metterti alla prova per un periodo di tempo limitato, e di avvicinarti a questo mondo, magari lavorando con un’organizzazione che ha più di 40 anni di esperienza in Africa come è nel mio caso la Lvia».

Come molti contesti africani, il Burkina Faso sta vivendo una urbanizzazione crescente: in un paese dove più del 70% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno, centinaia di migliaia di persone si stanno riversando in capitale in cerca di un lavoro. Le amministrazioni, tuttavia, non hanno risorse per fronteggiare i problemi emergenti con il sovrappopolamento. Tra questi, la gestione dei rifiuti, e in particolare di quelli plastici. Nelle città è infatti esploso il consumo di oggetti in plastica, più economici rispetto agli stessi in metallo e in legno, che così finiscono per invadere l’ambiente circostante.

Protagonista del progetto Lvia è un gruppo di 30 donne burkinabé che, presso il Centro di Riciclaggio creato da Lvia a Ouagadogou, ricicla ogni mese 4 tonnellate di rifiuti di plastica, che vengono così tolti dall’ambiente e utilizzati per produrre nuovi oggetti utili.
«In questi anni molte delegazioni di altre municipalità africane sono venute a visitare il centro» racconta Cristina, «dal Mali, dalla Repubblica centrafricana, persino dal Madagascar. Il problema dello smaltimento della plastica è comune a tutte gli agglomerati urbani in Africa: i sacchetti coprono i campi coltivati rendendo meno produttivi i suoli, sono un pericolo per la salute delle persone oltre che un danno per l’ambiente».

«La capitale del Burkina ha vinto per due volte il premio come città più pulita dell’Africa» continua Cristina Daniele, «ma non è facile per una municipalità che ha pochi mezzi economici e tecnici gestire i rifiuti solidi urbani».
Il comune di Ouagadogou ha creato per esempio la “Brigade Verte”, associazione di oltre 1.700 donne che due volte la settimana passa per le vie della città per ripulirle dalla plastica. «Tra queste donne, che appartengono a categorie sociali più povere e vulnerabili, abbiamo selezionato le trenta che sono venute a lavorare al centro di riciclaggio» racconta Cristina. «All’inizio la mia presenza al Centro era quotidiana, e questo mi ha permesso di creare anche tanti legami personali con loro. Ora si sono costituite in associazione e il mio ruolo è più che altro di accompagnamento per iniziative straordinarie, o per l’educazione ambientale. Credo che il compito del volontario internazionale sia quello di mettere in rete le competenze locale, nel mio caso le donne, i tecnici che si occupano di riciclaggio, le aziende che fanno prodotti derivati dalla plastica, i finanziatori internazionali». Nostalgia di casa? «Non troppa» risponde Cristina «In questi anni ho imparato un sacco di cose, e ho voglia di andare avanti».


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