Famiglia

Unicef: basta con i bambini soldato

Il direttore generale Bellamy ha chiesto ieri all'Onu un impegno più forte nell'azione di controllo sugli Stati che ancora utilizzano minori nei conflitti armati. Il testo del comunicato

di Redazione

Il Direttore generale dell?UNICEF Carol Bellamy ha esortato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ad adottare ?una cultura della responsabilità?, chiedendo conto delle loro azioni a chi utilizza bambini nei conflitti armati. Bellamy è intervenuta ieri a una sessione speciale del Consiglio di sicurezza sulla questione dei bambini nei conflitti armati, a seguito di un rapporto scritto del Segretario Generale che ?fa i nomi? di quegli Stati in conflitto che reclutano e utilizzano bambini soldato. ?Può esservi una ragione più importante della sofferenza di questi bambini perché si decida di agire??, ha chiesto Bellamy al Consiglio; ?Se esiste, è difficile da immaginare?, e ha aggiunto: ?I bambini rappresentano le generazioni future per salvare le quali l?ONU venne fondata, e siamo noi che abbiamo il potere di porre fine alla sofferenza inflitta a tanti bambini in tanti paesi?. Bellamy ha chiesto al Consiglio di sicurezza di fare riferimento, in tutte le sue delibere, alla lista di paesi indicata dal Segretario generale, e di aggiornarla costantemente, includendo anche quei conflitti armati che non sono per ora sull?agenda del Consiglio. L?UNICEF da parte sua utilizzerà la lista intensificando l?azione di pressione a livello globale e nei singoli paesi, ha detto Bellamy: la smobilitazione dei bambini soldato è una priorità per l?UNICEF e il reinserimento dei bambini nelle loro comunità è un processo difficile ma essenziale; ogni trattato di pace dovrebbe sempre includere clausole specifiche per il disarmo, la smobilitazione e il reinserimento dei bambini utilizzati nei conflitti armati. Nel mondo oltre 300.000 tra bambini e adolescenti vengono attualmente utilizzati come soldati, ha dichiarato il Direttore generale dell?UNICEF. ?Questi bambini sono la prova vivente del sistematico fallimento della comunità internazionale nel proteggere i bambini. Per questo il lavoro dell?UNICEF punta alla costruzione di un ?ambiente protettivo? per i bambini, che li salvaguardi dallo sfruttamento e dagli abusi prima che questi vengano commessi?. Occorre quindi prevedere strategie efficaci per prevenire un nuovo reclutamento, investendo nell?istruzione e formazione, con il sostegno alle famiglie e alle comunità locali, avendo particolarmente a cura la condizione delle bambine, che – quando non costrette a combattere – sono comunque vittime di violenze indicibili, ridotte a schiave sessuali e private della loro libertà. ?In passato gli adulti responsabili delle sorti del mondo hanno promesso di alleviare le sofferenze dei bambini, di porre fine al loro sfruttamento, di difenderli da un infanzia negata, di proteggerli da stupri, mutilazioni e arruolamento?, ha affermato Bellamy. ?Ancora una volta, però, in paesi come Ruanda, Sierra Leone, Sudan, Afghanistan, Kosovo, Colombia o Timor Est ha prevalso la crudeltà. Dobbiamo fare di più contro l?impunità, per affermare una cultura delle responsabilità. Dobbiamo riconoscere?, ha concluso, ?che davanti alle sofferenze dei bambini nei conflitti tutti noi siamo responsabili?. L?UNICEF opera in 25 paesi colpiti dalla guerra per creare e potenziare un ambiente in cui i bambini siano protetti, rimettendo in funzione le scuole, ricongiungendo i bambini alle loro famiglie, operando nelle cliniche e negli ospedali, assistendo i bambini vittime di traumi, promuovendo campagne contro il reclutamento dei bambini soldato e per la loro smobilitazione. Per sensibilizzare l?opinione pubblica sul tema dei bambini soldato, l?UNICEF Italia e la trasmissione radiofonica ?Zapping? del GR1 Radio Rai hanno recentemente lanciato l?iniziativa ?Infanzia violata, infanzia rubata?, una campagna di sensibilizzazione per dire TRE NO, No ai bambini soldato, NO alle mutilazioni sessuali, NO al turismo sessuale. Si può aderire tramite e-mail: campagnazapping@unicef.it o zapping@rai.it, o per fax: UNICEF: 06/47809270; ZAPPING: 06/33172212.


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