Salute
AIDS. Gli ultimi dati della pandemia
Oggi è la giornata mondiale della lotta all'Aids
di Redazione
Oggi è la gionrnata mondiale della lotta all’Aids. Ecco gli ultimi dati sull’incidenza della pandemia nel mondo.
Le persone contagiate dall’HIV nel 2007 sono state 33,2 milioni, in calo rispetto al 2006 (39,5 milioni), di cui 15,4 milioni donne. Di questi 2,5 milioni si sono infettati nel 2007, mentre 2,1 milioni sono stati i decessi nel mondo per Aids e malattie collegate, di cui 330 mila bambini.
La situazione resta drammatica: nella sola Africa Subsahariana si contano 22,5 milioni di persone che vivono con l’HIV, 1.700.000 nuove infezioni (68% di nuovi casi a livello mondiale), oltre 1,6 milioni di morti (76% a livello globale).
Il tasso di donne affette da HIV è in aumento in tutte le regioni africane e nell’Africa sub-sahariana tocca il 61%, più che in qualsiasi area. Come sottolineato dal direttore generale dell’OMS, Margaret Chan, il vasto contagio delle donne rende questa tragedia ancora più grave, poiché esse costituiscono la spina dorsale delle famiglie e delle comunità.
In Kenya e Zimbabwe il numero di adulti affetti da HIV è in flessione, grazie ad una diminuzione dei comportamenti a rischio, dovuta anche all’attività di sensibilizzazione e di prevenzione attuata dalle Ong attive in quei paesi. In Kenya si registra una diminuzione delle infezioni tra le donne gravide (pari a circa il 25%); dati simili provengono anche dalle aree urbane di Botswana, Costa D’Avorio, Malawi e Zimbabwe.
Nella maggior parte degli stati africani si è arrivati ad una stabilizzazione nel tasso di infezioni da Hiv che tuttavia resta la principale causa di mortalità nell’Africa subsahariana. In particolare il Sudafrica è la nazione con la più alta incidenza di infezioni da Hiv nel mondo. In Mozambico, invece, la diffusione del virus è di nuovo in aumento, dopo l’apparente stabilizzazione degli scorsi anni. Anche nella Repubblica Democratica del Congo si registra una incremento dell’incidenza delle infezioni da Hiv, in particolar modo nelle aree rurali.
La diffusione del virus è aumentata anche nell’Asia Centrale – dove si registra una crescita del 20% dal 2001 (da 92 mila a 130 mila) – e in Oceania (da 3 800 a 14 mila).
Nello scenario europeo, i problemi più gravi sono rappresentati invece, dalla scarsa informazione e dal ritardo nelle diagnosi, come denunciato dagli esperti dell’Onu e dell’Ue, riuniti nell’iniziativa “Hiv in Europa 2007”. La mancanza di assistenza e di test precoci causa il diffondersi del virus e l’aumento dei casi di morte. Più della metà delle persone che hanno contratto il virus, infatti, non ne sono a conoscenza. Di conseguenza questi soggetti hanno la probabilità di trasmettere il virus tre volte superiore rispetto a chi è consapevole di avere l’Hiv. (fonte: Cesvi)
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