Salute

RICERCA. Il Cnr in prima fila contro la fame nel mondo

«E' una questione di equa dostribuzione», sostiene Alcide Bertani

di Redazione

Contro la fame nel mondo la ricerca sta svolgendo un ruolo da prima linea. A sostenerlo è lo scienziato del Cnr Alcide Bertani, direttore del dipartimento Agroalimentare (Daa), che sottolinea: “Attualmente, la produzione alimentare mondiale potrebbe essere sufficiente per tutti, e se fosse equamente distribuita, ogni essere umano avrebbe a disposizione il proprio fabbisogno calorico giornaliero”.

«Purtroppo -aggiunge- gli squilibri socio-politici mondiali fanno si’ che le persone che oggi vivono in condizioni di sottoalimentazione siano ancora scandalosamente numerose: circa 850 milioni». Fondamentale per la risoluzione dei problemi alimentari, quindi, il ruolo della ricerca, come afferma Bertani. «In ambito scientifico vi e’ un generale consenso sulla possibilita’ che il sistema agricolo mondiale possa essere in grado di aumentare la produzione attuale e che possa soddisfare le esigenze di 8-10 miliardi di persone, sostenendo cosi’ un aumento pari a circa il 50% della popolazione attuale” sottolinea lo studioso. Non mancano pero’ dubbi anche in ambito scientifico. “Le incertezze -prosegue il direttore del Daa-Cnr- interessano la reale sostenibilita’ di un aumento di produzione di tale portata che potrebbe incidere sulla superficie e sui cicli biogeochimici della terra, portando al collasso produttivo”
La necessita’ di aumentare la produzione primaria, sia animale che vegetale, salvaguardando le risorse ambientali e genetiche diventa, cosi’, la vera sfida dell’umanita’ nei prossimi decenni. “Ci si aspetta che la ricerca scientifica possa giocare un ruolo di primo piano -ribadisce Bertani- per esempio nello sviluppo delle moderne tecnologie indirizzate alla realizzazione di sistemi per la gestione di risorse ambientali indispensabili come l’acqua e il suolo, oppure nell’adozione di tecniche, materiali e macchine innovative che rendano le pratiche agrarie sempre piu’ efficienti e sostenibili; o ancora nella realizzazione di sistemi di produzione energetica a costo accessibile”. Grande aspettativa e’ riservata, infine all’analisi delle risorse genetiche. “Queste risorse -dice Bertani- possono rivelarsi il fondamento per un nuovo e miglior utilizzo dell’esistente, oltre che costituire fonte e riserva di sequenze geniche necessarie a ottenere piante di nuova generazione in grado di soddisfare le future esigenze della produzione agraria”. “In questo contesto -conclude- il sistema di ricerca deve saper analizzare, capire e comunicare con rigore scientifico e senza pregiudizi o termini del problema”. Info: www.cnr.it


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