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RAZZISMO. Ue: Fino a tre anni di carcere per odio razziale

Passano in via definitiva le norme europee in materia di antirazzismo. Pena da uno a tre anni per chi si macchia di reati razzisti e xenofobi. Ora i singoli stati devono adeguarsi

di Daniele Biella

L’incitamento all’odio razziale da oggi in Europa è un vero reato penale. E chi lo commette rischia fino a tre anni di carcere.

Questo pomeriggio a Bruxelles, infatti, i ministri della Giustizia dei Ventisette a Bruxelles hanno dato il via libera definitivo alla decisione quadro contro razzismo e xenofobia. Gli stati membri avranno ora due anni di tempo per introdurre ‘misure severe ed efficaci’ con pene comprese tra uno e tre anni di reclusione per chi inciti intenzionalmente alla violenza o all’odio.

Soddisfatto il commissario europeo alla Giustizia, la libertà e la sicurezza Jacques Barrot. “Il razzismo e la xenofobia”, afferma, “non hanno posto in Europa, né dovrebbe averlo in alcun’altra parte del mondo”. Per questo, aggiunge Barrot, “mi rallegro dell’introduzione di pene severe ed efficaci contro il razzismo e la xenofobia, che sono diretta violazione dei principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umano e libertà fondamentali e lo stato di diritto, sui quali è fondata l’Unione Europea e che sono comuni agli stati membri”.

Le sanzioni si applicheranno anche a chi incita all’odio “attraverso la diffusione di opuscoli, immagini o altro materiale rivolto contro gruppi di persone o singoli membri di tali gruppi definiti attraverso il riferimento alla razza, il colore, la religione, la discendenza o l’origine nazionale o etnica”. Colpiti inoltre coloro che “pubblicamente approvano, negano o banalizzano crimini di genocidio, contro l’umanità e di guerra definiti dallo stato della Corte penale internazionale e i crimini definiti dal Tribunale di Norimberga”.

La normativa è stata però un po’ annacquata con l’aggiunta della clausola che “gli stati membri possono scegliere di punire solo i comportamenti che siano condotti in modo suscettibile di causare disturbo all’ordine pubblico o che siano minacciosi, insultanti o ingiuriosi, dando dunque la possibilità di ridurre notevolmente la portata delle sanzioni.


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