Mondo

Moratoria per Maastricht

Accordo Sarkozy-Merkel per aumetare la flessibilità del patto Europeo per almeno due anni

di Franco Bomprezzi

L’asse Parigi-Berlino per allentare i vincoli dei parametri di Maastricht monopolizza le prime pagine dei giornali in edicola stamattina

 

 

 

L’apertura di Repubblica è sulla situazione economica: “Crisi, asse Sarkozy-Merkel”. Francia e Germania insieme per chiedere maggiore flessibilità sul patto di Maastricht, visto l’impatto della crisi che, secondo l’Ocse, farà aumentare entro il 2010 il numero di disoccupati di 8 milioni. Molti i servizi, da pagina 2. Sotto una grande fotografia che vede i due alleati sorridersi e abbracciarsi, Alberto D’Argenio e Andrea Tarquini, in “Patto anti-deficit, stop di due anni Sarkozy-Merkel: meno vincoli”, sottolineano la strategia comunicativa in qualche modo inedita: articolo congiunto pubblicato su Le Figaro e Frankfurter Allgemeine , nel quale oltre alla flessibilità sui deficit si chiede alla Bce di tagliare ulteriormente i tassi d’interesse. «È importante continuare nella politica che mira a finanze pubbliche sostenibili, ma questo obiettivo va raggiunto senza danneggiare la stabilità politica e sociale dei nostri paesi. Viviamo la peggior crisi finanziaria da 70 anni». È il piano da 130 miliardi di euro che sarà approvato oggi dalla Commissione europea e invita i governi a tagliare le tasse, aumentare le spese per sostenere industrie e consumi, privilegiando politiche ambientaliste e investimenti verdi. Il patto di stabilità sarebbe sospeso per due anni.
In appoggio Elenda Polidori riferisce le previsioni: “Ocse, in Italia recessione mai così dura in arrivo 400mila disoccupati in più”: il Pil di quest’anno sarà -0,4% e l’anno prossimo -1%. L’Ocse è più pessimista del Fmi e della Ue: servono misure forti, stimoli fiscali da lanciare anche avvalendosi dell’arma del bilancio.
All’Italia dedicata pagina 3: in alto “Epifani «Una maxi manovra da 23 miliardi entro il 2010» Il premier: «Sbagliato scioperare»”.  In taglio centrale Claudio Tito riferisce il retroscena: “Tremonti frena e Berlusconi si arrende «Detassare le tredicesime è impossibile»”. In pratica non ci sono i soldi. Il ministro dell’economia non cede sulla maggiore flessibilità che vuole piuttosto utilizzare per ridurre il debito, come, a suo parere, impone non l’Ue ma il mercato. E poi non vuole ritoccare la Finanziaria. Irritato Berlusconi («Mi dice sempre no, sempre no. In questi momenti non lo sopporto»…) ma, sottolina Tito, la resa berlusconiana potrebbe essere solo temporanea.


Germania e Francia chiedono l’allentamento dei vincoli di Maastricht. Il Corriere in conver sintetizza: “«Maastricht, meno vincoli»- asse Merkel-Sarkozy. La Ue: moratoria sul deficit”. Il retroscena a firma di Francesco Verderami spiega che “per Berlusconi l’intesa sarkozy-Merkel è al tempo stesso una buona e una cattiva notizia. L’idea di allentare i parametri di Maastricht consente al premier di ottenere quanto finora Tremonti non gli aveva concesso  in nome del patto di stabilità», d’altro  canto, «il premier tornerà a bussare alla porta di Tremonti, convinto che l’accordo Parigi-Berlino è anche una cattiva notizia per l’Italia, siccome preannuncia una politica aggressiva dei due Paesi che porrà “un problema di concorrenza del sistema”. Cosa vuol dire lo spiega la segretaria dell’Ugl:”facciamo l’esempio del settore auto. Se Francia e Germania dovessero impegnarsi a favore delle loro industrie, l’esecutivo italiano come potrebbe esimersi da un intervento, dato che anche Obama l’anno prossimo dovrebbe farlo negli Stati Uniti?”».

Delle decisioni di Bruxelles sulla Stampa si occupa Marco Zatterini, con un pezzo che parte dalla prima. Le misure anti-crisi dovranno rispettare la regole delle 3 T: «la regola dell’immediatezza (Timely), della strategia mirata (Targeted) e della temporaneità». Si tratta, secondo i desiderata di Sarkozy e Merkel, di «un allentamento dei parametri di Maastricht, non di una sospensione. Gli Stati che non amministreranno in modo virtuoso i loro conti, subiranno una procedura di infrazione. Salvo deterioramento della situazione, tutti dovranno puntare verso il pareggio nel 2011. Ogni divergenza dalla retta via verrà esaminata caso per caso  el maggiore fliessibilità sarà nel dare più tempo per la correzione degli squilibri».


Il Sole 24 Ore come sempre dà spazio alla crisi, riportando le previsioni Ocse: due anni di recessione. Allegria. Intanto il piano del governo sale a 7 miliardi (era a 4), mentre la fiducia dei consumatori crolla ai livelli del 1994, ovvero subito dopo la famosa manovra Amato. Segnalo poi in prima pagina un intervento del cardinale Angelo Scola, titolo: «All’economia non basta l’arida coppia Stato-mercato» (sì, così lungo). Molto interessante la tesi del patriarca di Venezia: l’attuale crisi, scrive, «getta una nuova luce sul valore delle relazioni sociali nella vita economica e nella produzione della ricchezza e lascia emergere il ruolo decisivo della società civile nell’economia». Nel caso del welfare, per esempio, non è possibile che i protagonisti in campo siano solo Stato e mercato, perché l’uno tende a fornire risposte standardizzate (quindi poco efficaci) e l’altro crea ingiustizia. Quindi è la società civile che deve avere il primato. Ma, vista la crisi, che non si può ignorare, lo Stato deve intervenire: quale deve essere il suo ruolo? Dobbiamo rinunciare alla società civile visto che i tempi sono così difficili? No, perché quello statale è un intervento di emergenza, e non privo di interrogativi etici: come verranno sostenuti i costi della crisi? Chi pagherà il conto? Spetta allo Stato far sì che il conto lo paghino tutti, e non si scarichi il peso sugli anelli più deboli della società. Ma il cardinale ne ha anche per il mercato, e si chiede: quale è il ruolo delle imprese? Investire in capitale umano, e non avvallare l’appiattimento della società sul presente a scapito del futuro. Se si guarda solo al presente, il credito non si sbloccherà mai, perché il credito è un ponte tra presente e futuro. E poi l’impresa in Italia è tradizionalmente nata dal basso, dalle famiglie, dal talento di ciascuno. Insomma una vera lectio.



“Contro canto”. È il titolo del manifesto con una foto dedicata a uno sciopero della Cgil “Più fondi per gli ammortizzatori sociali, garanzie per i precari, meno tasse sul lavoro. La Cgil propone un piano alternativo alle mance natalizie del governo e conferma lo sciopero generale. Contro una crisi che l’Ocse prevede lunga: «Italia in recessione nel 2009». Francia e Germania ottengono l’ammorbidimento dei vincoli di Maastricht” è il lungo richiamo alle quattro pagine dedicate al tema. “Regalo di Natale” è invece il titolo del commento di Loris Campetti. «Mezzo milione di precari a occhio e croce stanno tornando a casa, sono flessibili o no? Persino contarli è impossibile. Se e quando finirà la crisi magari li richiameremo al lavoro, almeno qualcuno. I migranti sono ancora più flessibili e invisibili, strutturalmente irregolari, che lo vogliano o  no. (…) Chiedere ottimismo e invitare vecchi e nuovi poveri a consumare di più come fa Berlusconi, è quasi un’’incitazione alla violenza. Qualcuno gli ricordi, e visto che c’è lo ricordi a chi dovrebbe fare l’opposizione, che nell’ano in corso la Fiat ha piazzato nel mondo 400mila automobili in meno e per il 2009 prevede cadute della domanda nell’ordine del 20% e che se i suoi operai (quelli «regolari») potranno avere il 60 – 65% di stipendio, moltissimi dei loro compagni che lavorano nelle ditte fornitrici in appalti e subappalti, già per la filiera delle quattro ruote, non avranno né lavoro né reddito, al massimo pizza e birra a Natale»

“Francia e Germania congelano Maastricht”. Così Avvenire apre in prima, riprendendo a pag. 4 con “Crisi, l’Europa allenta i cordoni del deficit”. Un pezzo molto “anglosassone”, toni equilibrati che non eccedono nell’allarmismo.  Intanto, di fronte agli industriali di Roma, ieri Berlusconi ha difeso il piano anti-recessione che il governo sta mettendo a punto. Misure che il PD boccia, definendole con Bersani «un pacco di Natale» (secondo lui serve una manovra del valore di due punti di Pil in due anni). Critico anche
Casini: «credo che questa manovra su cui non possiamo che dichiararci attenti mi sembra indefinita, molto limitata e un po’ confusa nelle destinazioni». Intanto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola ha annunciato che da gennaio le bollette di luce e gas caleranno per il crollo dei prezzi dei prodotti energetici, rendendo «svantaggioso» un eventuale blocco delle tariffe. Per Berlusconi, lo sciopero della Cgil (che vorrebbe un piano alla Gordon Brown, pari allo 0,7% del Pil, 23 miliardi) previsto per il 12 dicembre rimane «un errore», tuttavia, smorza i toni dicendo di «aver preso i considerazione i suggerimenti e spiegato che ci saranno aiuti per le imprese e le famiglie».

Per diminuire le tasse, i parametri di Maastricht saranno sospesi per due anni. Lo ricorda anche Italia Oggi.  L’unione europea infatti, è pronta ad allentare i vincoli imposti da parametri mi Maastricht concedendo flessibilità ai paesi membri sia nel 2009 e 2010. Sarà così possibile varare quelli che la Ue chiama piani di stimoli fiscali per un biennio, anche aumentando il deficit pubblico dei paesi membri. Per quanto riguarda il nostro paese,il quotidiano sostiene che nell’ambito di questa crisi, bisognerà pensare anche a un tema che non è solo caro ai sindacati ma anche allo stesso ministro del Lavoro, Sacconi: la riforma degli ammortizzatori sociali e un intervento tampone per assicurare un reddito minimo a ci perderà il lavoro, in testa le decine di precari che vengono lasciati a casa dalle aziende ai primi morsi della recessione. La Legge Biagi, secondo Franco Bechis, ha avuto moti effetti positivi ed è stato utile a ritagliare nuova occupazione. Ma fin dall’inizio era chiaro che si sarebbe dovuta accompagnare a una riforma degli ammortizzatori sociali che non c’è stata. Un mercato del  lavoro è veramente flessibile se è garantito a chi lo perde di vivere cercandosene un altro. Avviene negli Stati Uniti e non in Italia. Di quella flessibilità hanno goduto finora le aziende ( il 5’% dei nuovi assunti sono precari) Ora, invoca Italia Oggi, è il momento di pensare a chi è più debole.

Sul Giornale a pag. 5 Sui «Due anni di stimolo fiscale senza osservare troppo strettamente il vincolo del 3% sul deficit stabilito da Maastricht» un articolo di cronaca in attesa del provvedimento di oggi  del primo nucleo d’interventi per far frone alla crisi economica chiedendo ulteriori tagli ai tassi alla BCE. Il commento, invece, esce dalla penna di Claudio Borghi “Serve uno scatto di fiducia. L’ottimismo è gratis” e si legge «È difficile pensare che  qualche euro di sostegno qui e là possa davvero cambiare la vita. Prodi avrebbe messo delle tasse, quindi non ci si può lamentare però qualcosa di più si poteva fare. In ogni caso l’attuale crisi deflattiva, che è cominciata 18 mesi fa, fa abbassare i prezzi e questo è positivo per chi ha stipendio fisso (mentre è uno svantaggio in caso di inflazione). Anche l’industria produttiva avrà un calo del fatturato, ma il sistema si era preparato a competere sul mercato con un cambio euro-dollaro molto più basso dell’attuale. Anche per chi ha debiti, mutui, avrà miglioramenti nelle rate. Si fermerà l’edilizia, ma è stato annunciato l’avvio di lavori pubblici per le grandi opere. Insomma il governo avrebbe potuto fare di più ma ciascun cittadino si domandi se questa crisi sia un rischio o un’opportunità».

Giustizia
Corriere– Confronto senza esito fra governo e maggioranza sulle prigioni sovraffollate (le presenze ormai sono a quota 58.462)- An e Lega insistono sullo stop al ddl Alfano sulla messa in prova. Berlusconi prova a mediare: dobbiamo andare avanti compatti. Cos’, in attesa dei fondi per l’edilizia penitenziaria, si pensa di utilizzare le camere di sicurezza delle questure e dei carabinieri per i detenuti in attesa del processo per direttissima  e la riapertura di Pianosa e dell’Asinara pe ril 41bis

Rivoli
Manifesto– A pagina 8 si torna sulla scuola di Rivoli analizzando il fatto che per le famiglie degli studenti che morissero a scuola la legge non prevede alcun risarcimento, l’unica speranza è il processo penale. I compagni di Vito Scafidi su uno striscione hanno scritto «Come possiamo crepare in fabbrica se ci ammazzate prima?». L’Inail rimborsa per legge gli studenti che hanno riportato lesioni permanenti, non chi muore. Nella stessa pagina le dichiarazioni di Bertolaso sui crolli non casuali: servirebbero 13 miliardi per mettere a norma tutte le scuole italiane. Solo in un box il bambino di sei anni caduto dalla finestra del terzo piano di una scuola milanese e ora in coma.
Servizio civile
Avvenire– “«Così il servizio civile rischia di chiudere i battenti»” (pag. 10). Petizione della Conferenza nazionale degli enti e del Forum del Terzo settore. Ridotti del 42% i fondi previsti per il 2009. Dai 56mila volontari avviati nel 2006 si è già scesi ai 34mila di quest’anno.

Expo
Repubblica- La polemica di R2: “I predoni di Milano”. Alberto Statera racconta come la metropoli si prepara al 2015. 25 grandi progetti immobiliari. Una città svenduta al cemento. Il tutto gestito dai soliti imprenditori e dagli istituti di credito. un affare miliardario. Cui non mancano complicità. Ignazio La Russa presidia il ligrestismo al governo, il figlio è nella Premafin (società appunto di Ligresti)… Cita anche Stefano Boeri (bisognerebbe riciclare piuttosto che costruire ex novo)

Scuola
Giornale – copertina e pag. 9 “Cosi cambia l’orario scolastico” con cui si anticipano i contenuti del decreto che domani verrà approvato dalla commissione cultura alla camera. L’infografica di pag. 9 sintetizza le principali novità. Asili: garantite 40 ore settimanali. Resta il tempo pieno. Elementari: da 27 ore e mezza a 40 ore su richiesta delle famiglie. maestro unico. In una classe almeno 15 alunni. Potenziamento della qualificazione degli insegnanti di lingua inglese.  Intervista a Valentina Aprea  che interviene sul terreno politico «questo piano mette a tacere la sinistra»

Eluana
Giornale – Eluana ha compiuto 38 anni e Cristiano Gatti riflette sui riti del compleanno e quindi sul regalo che avrebbe voluto ricevere Eluana. «il papà ha scelto la dignità del silenzio e anche stavolta a pensato e ripensato allo stesso regalo che mai un padre potrebbe immaginare per sua figlia: una morte. Il Movimento per la Vita invece ha lanciato una staffetta del digiuno a favore della vita della ragazza. Un regalo sarebbe una legge che liberi i genitori dallo strazio di scelte pesanti. Il regalo migliore sarebbe quello di pensare a Eluana non come a un manichino ingombrante, ma come una cocciuta e simpatica amica che con la sua tragedia personale sta cambiando la storia».

Telethon
La Stampa– Pag. II di Tuttoscienze. Intervisa a Susanna Agnelli: “La crisi non reallenterà Telethon: sono fiduciosa nella lungimeiranza degli italiani e convinta che non rinunceranno ad investire ancora nella buona scienza». Vedremo il 12 dicembre se sarà così…


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