Non profit
Stop agli orchi
Al via a Rio de Janeiro il Terzo Congresso Mondiale contro lo sfruttamento di bambine, bambini e adolescenti
di Paolo Manzo
Reti internazionali di pedofilia che operano via Internet gestite da mafie di ogni genere, prostituzione infantile, traffico di bambini, persino l’uso a fini sessuali nella produzione di macabri “snuff movies”. Di queste aberrazioni e di molte altre si discute a Rio de Janeiro, in Brasile, sino a venerdì 28 novembre nell’ambito del Terzo Congresso Mondiale contro lo sfruttamento di bambine, bambini e adolescenti, inaugurato dal presidente Lula. Obiettivi concreti e scadenze precise per farla finita con la più grande piaga che colpisce il mondo contemporaneo. Questo l’obiettivo dichiarato dell’incontro che riunisce a Rio oltre tremila delegati provenienti da tutto il mondo. Le delegazioni ufficiali dei governi che al momento sono state confermate sono 140, a conferma dell’universalità del problema dal momento che, come sottolinea ECPAT International, tra gli organizzatori dell’evento assieme al governo brasiliano, Unicef e il Gruppo di ong per la Convenzione dei Diritti dell’Infanzia, “oltre agli stati poveri, da cui tradizionalmente sono originari gli sfruttati, la domanda arriva dalle cosiddette nazioni ricche i cui abitanti costituiscono oltre il 95% della domanda per bambine, bambini ed adolescenti da sfruttare sessualmente”.
Solo in Brasile si stima che almeno 100mila bambine e bambini siano vittime di questi crimini e, purtroppo, il fenomeno cresce ogni anno a livello mondiale, nonostante le misure coercitive e la collaborazione tra le polizie dei diversi paesi. “Circa 1,8 milioni di bambini, sono oggi intrappolati nelle reti del commercio sessuale”, spiega Rossella Panuzzo di Terre des Hommes, una delle 140 ong presenti a Rio e in prima linea contro questo turpe traffico.
Anche per questo, oltre alle ong attive sul tema della salvaguardia e la protezione dell’infanzia, tra i partecipanti vi sarà un folto numero di imprenditori operanti nel settore del turismo, dell’accoglienza alberghiera e di Internet – tre settori chiave per sperare di sconfiggere definitivamente questo commercio vergognoso – per cercare di coinvolgerli nella discussione che, alla fine della tre giorni, sfocerà nella firma di un patto sociale che stabilirà precisi e vincolanti obiettivi per il quinquennio 2009-2014. “L’accordo permetterà l’adozione di strategie e tecnologie comuni a livello globale”, spiega a Vita .it Carmen Oliveira, membro della Segreteria brasiliana per i Diritti Umani. “L’importante è creare un ambiente mondiale di “tolleranza zero per questi crimini, le fa eco Carmen Madrinan, dell’ECPAT, una rete diffuso a livello planetario e il cui acronimo sta per “End Child Prostitution, Pornography and Trafficking”, cioé “Porre fine alle prostituzione minorile, alla pedopornografia e alla tratta di minori”.
credit foto: UNICEF/HQ04-0734/Jim Holmes
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