Non profit

NONVIOLENZA. Un progetto rivoluzionario in 8 regioni

Il report del primo convegno del progetto Interventi civili di pace

di Benedetta Verrini

Si è svolto con un grande successo di pubblico, nonostante l’assenza ingiustificata dei rappresentanti del Ministero degli Esteri, il primo convegno nazionale del progetto Interventi Civili di Pace (ICP).

Si tratta della fase di apertura di un più vasto progetto (animato da realtà come il Servizio Civile Internazionale, Archivio Disarmo, Operazione Colomba, Rete di Lilliput e a altri), mirato a diffondere una cultura di tolleranza e dialogo, con lo specifico intento di formare operatori e promuovere la costituzione di Corpi civili di pace, che rappresentino un’alternativa all’intervento militare nel processo di risoluzione dei conflitti.
Nato oltre un anno fa grazie al dialogo e alla collaborazione con l’ex Vice-Ministro con delega alla Cooperazione Internazionale, il progetto si propone di lavorare per un anno (settembre 2008-settembre 2009) in otto regioni italiane (Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Toscana e Veneto) per la creazione di comitati locali impegnati in operazioni di mediazione e dialogo dei conflitti sul territorio.
Il convegno inaugurale, cui hanno presenziato numerosi ospiti e testimoni italiani e stranieri, ha fatto emergere la necessità di fare rete e di creare un’agenda di attività e iniziative che possano portare al pieno riconoscimento dell’attività civile di pace, “una realtà in molti paesi stranieri”, spiega Riccardo Troisi della Rete Lilliput. “Come ad esempio in Germania, dove è nato un Forum per gli interventi civili di pace che rappresenta un tavolo di dialogo e coordinamento diretto tra governo e ong”.
Le attività nelle varie regioni italiane si articoleranno in interventi di formazione e sensibilizzazione nelle scuole, nei luoghi di aggregazione e in tutti i contesti di formazione.

Il documento finale prodotto al convegno, ora in fase di approvazione presso tutte la associazioni aderenti, prevede di:
-lavorare perché le Istituzioni statali ed europee promuovano interventi civili e di peacebuilding;
-ottenere un  riconoscimento politico e una voce di finanziamento pubblico degli interventi civili di pace da parte delle istituzioni politiche italiane;
-sostenere e migliorare gli interventi civili per la pace in aree di conflitto di ONG, associazioni e reti;
-promuovere la cultura della nonviolenza attiva e sensibilizzare l’opinione pubblica italiana su modalità e pratiche degli Interventi Civili di Pace.
Info: www.interventicivilidipace.org

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.