Non profit

BAMBIN GESU’. La solidarietà corre su Facebook

Un gruppo di utenti del più noto social network si dà appuntamento lunedì per donare sangue all'ospedale Bambin Gesù. L'inizio di un nuovo modo di fare campaining online?

di Daniela Verlicchi

Tutto nasce come un invito ad una pizzata tra amici: “Lunedì vado a donare il sangue al Bambin Gesù. Chi viene con me?”. Così Filippo Riccardo De Mango, un ingegnere romano di 36 anni lancia, martedì scorso, il suo invito sulla sua pagina di Facebook. In breve, si forma un gruppo, “quelli che donano il sangue all’Opbg”, abbreviativo per Ospedale pediatrico Bambin Gesù. I suoi contatti, donatori e non, lanciano l’idea: ma perchè non estendere l’invito al popolo di Facebook? E così De Mango rende pubblico l’invito. Nel giro di qualche giorno al gruppo si iscrivono una ventina di persone. Per tutti, l’appuntamento è per lunedì 24 novembre alle 8 al Servizio Immunotrasfusionale dell’Ospedale nella sede del Gianicolo. L’inizio di un nuovo modo di fare campaining online? Lo chiediamo all’ideatore del gruppo.

Perchè proprio Facebook?

Per me è uno strumento per mantenere contatti sociali quotidianamente, risparmiando tempo. Ho amici che, come me, stanno tutto il giorno davanti al pc. Si comunica su Facebook senza intasare la casella di posta con spam, e ci si organizza per la serata

Ma funziona anche per convincere altri a donare sangue?

Forse, lo scopriremo lunedì. Mi piacerebbe che chi verrà proponga le sue idee, se vuole, per fare beneficenza o promuovere iniziative di solidarietà.

Che altro farete lunedì?

Doneremo il nostro sangue. Niente di più

E costituirsi in un’associazione o una onlus?

No, quelle ci sono già. Il mio intento nel lanciare questa iniziativa non era certo quello di ricreare dal vivo il gruppo che c’è su Facebook. Tanto e vero che lunedì verranno anche amici o amici di amici che sono stati contattati con mezzi “tradizionali”. L’obiettivo era piuttosto quello di invitare a donare e far conoscere un’istituzione come il Bambin Gesù che aiuta i più piccoli, cioè il futuro dell’Italia. Nulla di più. Solo il metodo è nuovo.

Sul web c’è di tutto. Come riuscirete a far capire che siete “reali”?

Bè, Facebook è un buon mezzo perché è un sito strettamente legato alle reti di amicizia reale e alla fisicità di volti reali. Se non sei invitato da nessuno, sei già sospetto. Quindi i “furbi” o  “maleintenzionati” si riconoscono facilmente. E poi credo che inserire sulla pagina del gruppo contenuti “reali”, come ad esempio il resoconto dell’incontro di lunedì o il comunicato stampa dell’ospedale che annuncia la nostra nascita su Facebook sia un ottimo biglietto da visita.

Quindi, da martedì, si prosegue online?

Io un altro progetto meno virtuale ce l’avrei: raccogliere tra amici e contatti di facebook le professionalità e le risorse per organizzare un evento, un concerto ad esempio, e raccogliere fondi sempre per il Bambin Gesù.

Mica semplice

Lo so: servirà l’aiuto, reale e virtuale di molti. Ora lo lanciamo su Facebook, e vediamo cosa succede.


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