Welfare

Indulto: forcing in Commissione Giustizia

Con piu' sedute programmate tra oggi e domani la Commissione Giustizia, in sede plenaria referente cerchera' di definire l'articolato in materia di indulto

di Redazione

Con piu’ sedute programmate tra oggi e domani la Commissione Giustizia, in sede plenaria referente dopo il lavoro svolto in dicembre dall’apposito Comitato Ristretto, cerchera’ di definire l’articolato in materia di indulto. Il forcing della Commissione dovrebbe consentire di chiudere la fase preparatoria prima del passaggio in aula che i capigruppo nella riunione del 19 dello scorso mese avevano programmato alla ripresa dei lavori dopo le festivita’ di fine anno. La nuova conferenza dei presidenti di gruppo, convocata per oggi alle ore 16, dovra’ ora definire in dettaglio i tempi di discussione in assemblea sia di vari ddl di riforma (da quella previdenziale a quella fiscale, dal riassetto radiotelevisivo al conflitto di interessi) sia del testo unificato 458 su ammnistia ed indulto. Sono 16 le pdl sottoscritte da deputati di vari gruppi per disciplinare i requisiti oggettivi e soggettivi ed i termini di decorrenza dell’atto di clemenza che dopo i piu’ o meno espliciti interventi in materia del Santo Padre e del Capo dello Stato, e’ stato sollecitato ieri anche dal ProcuratoreGenerale della Cassazione. Ieri pomeriggio e’ scaduto il termine per la presentazione dei numerosi emendamenti allo schema unificato 458 (in base al numero della prima pdl presentata in materia in questa legislatura dal Verde-Ulivo Pierpaolo Cento). Tutt’altro che facile e’ stato il lavoro di limatura dell’articolato fatto dal deputato siciliano Nino Mormino di F.I., relatore di maggioranza che anche in aula dovra’ cercare punti di convergenza tra posizioni che appaiono ancora tutt’altro che concordanti sulla estensione della misura di clemenza, le varie fattispecie criminose da escludere da ogni beneficio, l’opportunita’ di applicare solo l’indulto o prevedere anche l’amnistia. Nel testo, secondo gli orientamenti gia’ espressi da deputati di maggioranza, dovra’ confluire anche la pdl 3323 ed una proposta connessa riguardanti il cosiddetto ”indultino”, cioe’ la sospensione della esecuzione della pena detentiva nel limite massimo di tre anni per condanne relative a reati commessi prima del 31 dicembre 2000. Per evitare spaccature nella coalizione, viste le notevoli perplessita’ o aperte opposizioni che permangono nelle file di AN e della Lega nei confronti di un atto di clemenza che rischierebbe di indebolire la certezza della pena, sia Gianfranco Fini sia Umberto Bossi nei giorni scorsi avevano detto di lasciare liberta’ di voto secondo coscienza ai deputati dei rispettivi gruppi. Ma proprio ieri il leader di AN ha precisato che il suo partito resta contrario all’idulto e che solo una inesatta interpretazione ha consentito di leggere le sue affermazioni come liberta’ di voto trattandosi solo di riconoscere liberta’ di coscienza ai deputati di Alleanza Nazionale nel momento in cui il testo unificato sara’ votato in aula. Il confronto conclusivo in Commissione e quello che nella terza decade del mese dovra’ svilupparsi in aula si prospetta, comunque, tutt’altro che agevole e per il definitivo varo dell’indulto (che richiede una maggioranza qualificata dei votanti) occorrera’ attendere che anche il Senato approvi senza ulteriori ritocchi il testo varato dai deputati. E’ realistico prevedere che, anche nella eventualita’ che i senatori non apportino modifiche, si arrivi alla concreta applicazione dell’atto di clemenza prima dell’aprile prossimo tenendo conto anche dei tempi per la pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale.


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