Salute

La sfida delle staminali

Sclerosi multipla La Fism ha finanziato 21 progetti di ricerca. Ecco a che punto siamo

di Redazione

Come spiega il professor Mario Alberto Battaglia, presidente di Fism, sono tre i filoni di ricerca che si stanno portando avanti. E in materia non sono mancati alcuni importanti traguardi U n calvario lungo una vita. Che si preannuncia di solito negli under 30 e progressivamente li può costringere al bastone, alla carrozzina, fino a una mobilità minima. La sclerosi multipla, che in Europa colpisce 450mila persone (sono 3 milioni nel mondo), è una malattia cronica ancora inspiegabile. Si sa che colpisce molto più le donne (sulle quali ha un’incidenza doppia rispetto agli uomini), che si manifesta con frequenza maggiore alle alte latitudini (superiori a 40°), lontane dall’Equatore e che la probabilità delle persone di razza caucasica di essere colpite è più che doppia rispetto alle altre razze. In Italia, dove ogni anno si registrano circa 1.800 nuove diagnosi, ne sono affette 57mila persone.
Attraverso la Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism, creata nel 1998), l’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism, nata nel 1968; 10mila volontari, 144 sezioni provinciali e gruppi operativi, 20 coordinamenti regionali) finanzia e orienta il 70% della ricerca italiana su questa patologia. Negli ultimi 20 anni ha investito in 280 progetti 20 milioni di euro, contribuendo alla reazione di tre importanti centri di studi per la risonanza magnetica per la sclerosi (a Milano, Genova e Napoli).
Nel 2007 ha finanziato 21 progetti di ricerca e 5 borse di studio (nello stesso anno sono stati pubblicati oltre 2.400 articoli sulle più importanti riviste internazionali; +11% rispetto al 2006); complessivamente tra 2007 e 2008 l’impegno Aism ammonta a 7 milioni di euro, promuovendo ricerca innovativa, di base (dalla neurobiologia alla genetica alla neuroimmonologia) e applicata, per il miglioramento della qualità della vita e l’individuazione di una cura risolutiva.

I principali progetti attivi
Oltre a sostenere i giovani ricercatori (con l’iniziativa «Costruisci una carriera nella ricerca scientifica», rivolta a ricercatori italiani qualificati ma privi di una posizione istituzionale in Italia), Aism finanzia fra l’altro un progetto d’eccellenza (triennale, fino al 2010) dedicato all’approfondimento del ruolo delle cause ambientali, tra cui il ruolo del virus di Epstein-Barr e le possibili implicazioni terapeutiche. Coinvolti il Centro neurologico di terapie sperimentali, l’Istituto superiore di sanità, il Dipartimento di medicina sperimentale della Sapienza, l’Unità di neuroimmunologia della Fondazione Santa Lucia di Roma e l’Istituto neurologico dell’università di Pavia. Scopo della ricerca, coordinata dal professor Marco Salvetti della Sapienza insieme a Francesca Aloisi dell’Iss, è arrivare a una migliore definizione delle cause della sclerosi tramite uno studio di diversi sottotipi dell’Ebv (alcuni dei quali potrebbero essere più aggressivi) nel sistema nervoso e nel sangue. In parallelo si cercherà anche di capire se i linfociti coinvolti nella risposta al virus esercitano essi stessi un’azione dannosa sul sistema nervoso centrale.
Un altro, importante, filone di ricerca riguarda le cellule staminali, alcune delle quali hanno dimostrato di avere un ruolo sia nella regolazione della risposta autoimmune sia nella riparazione del tessuto danneggiato. Dal 2006 è partito il progetto «Trapianto di cellule staminali somatiche adulte, neurali e mesenchimali: un nuovo approccio nel trattamento della sclerosi multipla», condotto da due gruppi di ricercatori (del San Raffaele di Milano e dell’università di Genova; due milioni di euro, cui contribuiscono Esselunga e Telecom Progetto Italia). «Sono tre i filoni di ricerca che si stanno portando avanti per quanto riguarda le staminali», spiega il professor Mario Alberto Battaglia , presidente della Fism, «il primo riguarda le staminali del sangue. Il secondo le mesenchimali: si è visto che nel topo queste staminali riescono a intervenire modificando l’ambiente della lesione e creando un ambiente favorevole alla riparazione, che viene fatta dal tessuto stesso. Un risultato cui siamo giunti per primi in Italia, anche se poi altre nazioni ci hanno sorpassato nelle sperimentazioni. Il prossimo passaggio sarà dunque la sperimentazione sugli uomini. Il terzo filone si occupa delle neurali, ovvero cellule dal tessuto nervoso che creano condizioni favorevoli alla riparazione. Tanto più precocemente, con tanta maggior efficacia. Lo si è visto bene sperimentando con il topo e con la scimmia. Anche in questo caso il passaggio ulteriore è sull’uomo. Le staminali non vanno considerate come qualcosa che ripara, ma che crea le condizioni per una riparazione. Per la sclerosi multipla, un minimo di riparazione avveniva già naturalmente, impedito da alcune sostanze ostili. Un altro problema specifico è capire come mantenere la riparazione nel tempo».

I successi scientifici
Non sono mancati, anche nel 2007, alcuni importanti traguardi. Oltre ad articoli sulle cellule staminali mesenchimali e sulla presenza del virus di Epstein Barr, sono stati pubblicati studi sulla terapia con interferone beta (condotto su 1.500 pazienti, ne ha confermato la validità e l’efficacia nel rallentare la progressione della malattia), su ipotesi legate alla predisposizione genetica e l’effetto di sostanze solubili dette “fattori neurotrofici” (gli studiosi hanno rilevato che una particolare variante del gene corrispondente al fattore neurotrofico Bdnf può influenzare negativamente la malattia già nelle prime fasi).


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