Formazione

Coni spa, quanto ci costabla bad company dello sport

il caso I bilanci in rosso della Coni servizi, creata per risanare le casse del Comitato olimpico

di Redazione

Solo i costi per il presidente, il cda e il collegio dei sindaci in due anni sono cresciuti da 261 a 377 milioni. Mentre già nel 2005 la gestione dell’impiantistica del Foro italico produceva una perdita di 103mila di euro
C onti sempre rosso anche se la gestione finanziaria è stata più avveduta che negli ultimi anni. Lo ha stabilito la Corte dei conti, che ha fatto i conti in tasca al Coni relativamente al bilancio del 2006. La voragine si è ridotta grazie a tre Finanziarie, una del governo Berlusconi e due del governo Prodi, che nel triennio 2005-2008 hanno assicurato ogni anno al Coni 450 milioni di euro, mentre per il 2009 si prevede un’iniezione di ulteriori 337 milioni. E fin qui tutto (abbastanza) bene.

Di Petrucci in Petrucci
I nodi sono venuti al pettine, però, quando la Corte dei conti ha passato al vaglio la gestione finanziaria, sempre del 2006, della Coni servizi, la società di diritto privato, istituita dall’allora – come oggi del resto -ministro delle Finanze, Giulio Tremonti con la legge n. 178 dell’8 agosto 2002. In base a quella norma, la Coni servizi dovrebbe provvedere all’attività gestionale, mentre all’ente olimpico resta in campo la funzione istituzionale pubblica. In altre parole, il compito della nuova società è (sarebbe) quello di creare valore aggiunto, attraverso una gestione efficiente, che comprende anche la creazione di società private e la vendita di immobili. Il tutto al servizo del Coni. Per questo la Coni servizi ha un presidente e un consiglio di amministrazione nominati proprio dal Coni. Ma chi è il presidente della Coni servizi? Gianni Petrucci, proprio il numero uno del Coni, che dal 2002 continua a succedere a se stesso e ha il compito di avere rapporti con se stesso. Questo malgrado la Corte dei conti abbia rilevato, già nella relazione relativa al bilancio 2005, che la nomina del presidente del Coni coincidente con quella del presidente di Coni servizi avrebbe dovuto essere limitata alla fase di avvio della società. Da allora sono passati sei anni. E se si consulta la tabella relativa ai costi di Coni servizi, si rileva che il presidente Gianni Petrucci ha percepito 60mila euro nel 2004, 77.778 nel 2005 e 130mila nel 2006. Nell’arco di due anni ha, di fatto, raddoppiato i compensi. Altri numeri: presidente, consiglio di amministrazione e collegio dei sindaci nel 2004 in totale sono costati 261 milioni, 305 nel 2005 e 377 nel 2006. Ma nel 2006 la Coni servizi per svolgere le sue funzioni ha ricevuto dal Coni “solo” 160 milioni di euro. Qualcosa non funziona.

Missione mancata
Certo, almeno in prima analisi passi avanti ne sono stati fatti: il debito nei confronti della Bnl è sceso di 40 milioni, il passivo è passato dai 591 milioni del 2005 ai 526 milioni del 2006, tanto che la relazione della Corte dei conti dice che «l’azione gestoria risulta in continuità con l’obiettivo del risanamento promosso dallo Stato e già avviato negli esercizi precedenti». Ma questo grazie anche alla vendita a terzi di immobili rispondenti a palestre e impianti sportivi e a 186 impiegati mandati in pensione con incentivi economici. La relazione della Corte dei conti, comunque, non può fare a meno di rilevare un’anomalia: «Va tuttavia segnalata la situazione delle partecipazioni, per le risultanze negative di quella totalitaria del Circolo del tennis al Foro italico». Che cosa intendessero i giudici contabili è presto chiarito.
Il 30 giugno 2005 Coni servizi costituisce, con partecipazione al 100% del capitale sociale pari a 100 milioni di euro, una società srl denominata “Circolo del tennis del Foro italico”, che con il tennis ha ben poco a che fare, ma meglio confondere le acque: in realtà ha il compito di gestire gli impianti sportivi intorno al Foro italico. Chi è il presidente della società Circolo del tennis? Ovviamente Petrucci, numero uno della Coni servizi e del Coni. Ma su questo la Corte contabile non ha osservazioni da fare. Sono i conti di bilancio che non tornano: «L’esercizio 2006 si è chiuso con una perdita pari a 103.217 euro». Riassumendo. Coni servizi spa mette 100mila euro di capitale (provenienti dai 450 milioni garantiti dalla Finanziaria 2005, cioè dai soldi dei cittadini) per essere padrona al 100% della società Circolo del tennis, che per la gestione del Foro italico ha una perdita di 103mila euro nel primo anno di attività. Conclusione: la Coni servizi sperpera denaro pubblico e non è riuscita in sei anni a risanare il passivo del Coni. Motivo, fra l’altro, per cui è nata.


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