Non profit
MATERNE. In Veneto la Fism minaccia la paralisi
Valdegamberi: "Hanno la mia piena solidarietà. Le spese per l'infanzia fuori dal patto di stabilità delle regioni"
“Sono allarmatissimo per come si sta mettendo la situazione. Ma non posso che comprendere, manifestare la mia solidarietà alla F.I.S.M. e anche condividere l’iniziativa di estrema protesta da essa annunciata con la quale, se non ci saranno entro il mese novità da parte del Governo, i vertici della federazione veneta hanno deciso di procedere alla chiusura per alcuni giorni delle 1200 scuole dell’infanzia in Veneto”.
E’ quanto ha affermato Stefano Valdegamberi, Assessore regionale alle politiche sociali, e rilanciato dalla newsletter politiche sociali della regione veneto.
L’assessore prende atto della nota inviata dalla F.I.S.M. (la Federazione italiana di scuole materne, realtà di ispirazione cristiana, che in Italia scolarizzano il 35% dei bambini) del Veneto al Presidente del Consiglio Berlusconi, al Ministro dell’Economia Tremonti, al Presidente della Regione Veneto Galan, a al Presidente dell’ANCI del Veneto Mengotto, alle forze politiche del Consiglio regionale del Veneto, che informa della insostenibile situazione economica sofferta dalle scuole d’infanzia ad essa aderenti.
“Per quanto provvisoria, la chiusura delle scuole d’infanzia – sottolinea Valdegamberi – significherebbe mandare in tilt migliaia di famiglie con bambini piccoli e l’intero sistema dei servizi regionali per l’infanzia. E’ una ‘extrema ratio’ che dovrà convincere tutti sul fatto che è necessaria una risposta dal livello nazionale. Una risposta che consenta,, come ha chiesto anche il presidente Galan a Tremonti, e come ho sollecitato più volte io stesso, anche in qualità di coordinatore degli assessori regionali alle politiche sociali, al Ministro Sacconi e cioè che i servizi sociali, quantomeno quelli rivolti all’infanzia e alla non auto sufficienza, siano svincolati dal ‘patto di stabilità”.
Questa settimana è in calendario a Roma la riunione della Commissione Politiche Sociali. “Ed è chiaro – afferma Valdegamberi – che questo tema sarà al centro dell’incontro perché si dovrà decidere cosa faranno le Regioni di fronte a un avvenimento che si potrebbe estendere dappertutto. Va ribadito ancora una volta: la spesa sociale per i servizi rivolti alle categorie di persone che più necessitano di aiuto (famiglie con bimbi, disabili, anziani) non deve essere soggetta a vincoli perché non va ritenuta alla stregua di qualsiasi altra spesa pubblica”.
“Ad esempio, ci si dimentica spesso e volentieri – conclude – che il 70% dei servizi all’infanzia sono non statali e costituiscono un vantaggio economico per lo Stato di circa 2.000 euro per bambino all’anno. Penalizzando questi servizi non si fa gli interessi della finanza pubblica. Il patto di stabilità va applicato in maniera ponderata, sennò si ottengono solo situazioni paradossali di ametralmente opposte ai buoni propositi di contenimento della spesa pubblica”.
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