Famiglia

MINORI. «Niente ticket per i minori in adozione o affido»

Lo chiede l'assessore regionale per la Famiglia della Sicilia, Francesco Scoma

di Redazione

‘Esenzione dal pagamento del ticket sanitario per i minori in adozione e sottoposti a provvedimenti di tutela (affido familiare, ricovero in comunita’ alloggio o case famiglia)”. Lo chiede l’assessore regionale per la Famiglia della Sicilia, Francesco Scoma, all’assessore regionale alla Sanita’, Massimo Russo, con una lettera indirizzata al titolare dell’assessorato di piazza Ottavio Ziino. Nella missiva Scoma invita Russo a ”volere valutare l’esenzione dal ticket sanitario per i minori in adozione e per quelli sottoposti a provvedimenti di tutela, al fine di dare piena applicazione, anche in Sicilia, al decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 29/9/2001, nonche’ a fornire finalmente un’adeguata risposta sul piano sanitario a persone duramente provate nella loro seppure breve vita”.

“Un tuo provvedimento in tal senso – scrive Scoma – inoltre incentiverebbe l’affido e l’adozione, due istituti che consentono di accudire il minore in un ambiente familiare facendo conseguire un risparmio per le casse erariali legato al mancato pagamento della retta di ricovero”. In Sicilia sono circa 3000 i minori che potrebbero beneficiare dell’esenzione cosi’ come prevede il decreto sulla ”definizione dei livelli essenziali di assistenza” (D.P.C.M, 29/9/01), che definisce le prestazioni sanitarie (comprese quelle medico specialistiche, psico terapeutiche e di indagine diagnostica) in favore dei minori in situazione di disagio, di disadattamento e di devianza. Il decreto stabilisce inoltre che esse siano al 100% a carico del Servizio sanitario nazionale, prevedendole comunque all’interno dell’area materno infantile. ”Ma nella realta’ siciliana – scrive Scoma – all’interno dell’area materno infantile la fruizione di prestazioni sanitarie da parte di minori e’ riconducibile esclusivamente ai consultori familiari e alla Neuropsichiatria infantile, servizi che non prevedono la vasta gamma di prestazioni specialistiche e di indagine diagnostica di cui puo’ necessitare un minore in condizione di disagio. E mi riferisco, in particolar modo, a minori in affidamento familiare o ricoverati in case famiglia o comunita’ alloggio e ai minori adottati: tutti soggetti che provengono da famiglie gravemente trascuranti, che spesso hanno subito maltrattamenti e abusi della peggior specie”. Allo stato attuale l’unica possibilita’, per i minori in questione, di potere accedere ad una serie di prestazioni specialistiche indispensabili per un sano sviluppo e’ quella di ottenere il riconoscimento di invalidita’, ”provvedimento al quale si puo’ ricorrere – prosegue il documento – solo in presenza di patologie gravi, nelle quali non puo’ essere comunque compresso il quadro di generale ritardo psico motorio e dello sviluppo, nonche’ patologie croniche come asma e bronchite, carie, delle quali sono tipicamente affetti”.

“Nell’ultimo anno, secondo i dati in nostro possesso – puntualizza l’assessore -, abbiamo assistito ad una forte contrazione, almeno del 30%, del numero di famiglie che presentano istanza di disponibilita’ all’adozione o che si propongono come famiglie affidatarie. Questo calo puo’ essere riconducibile – conclude Scoma – anche alla difficolta’ dei nuclei di farsi carico delle spese che comporta l’arrivo in famiglia di un minore (anche bisognoso di cure mediche)”.


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