Non profit

Ma Cofferati e Visco non ci sono nemici

Fisco e sindacati nemici del non profit? Elio D’Orazio scrive e dissente dal sondaggio di “Vita”

di Riccardo Bonacina

C aro direttore, saranno anche professori, manager ed esperti quelli che, riempiendo il vostro questionario, hanno bollato come nemici del non profit il ministro Visco e Cofferati ma nessuno spiega perché. O per lo meno nell?articolo di Gabriella Meroni sul n. 9 di Vita figurano solo le sentenze, ma non le motivazioni. A me risulta che il Ministro Visco è quello che ha portato al non profit un decreto legge che da anni il Terzo settore attendeva. Non mi pare poco, visto che nessun altro Ministro prima, e per 50 anni, c?era riuscito! Non è un Ministro dal decreto facile. È vero. Ma lo sai quanti abusi sono già in corso con la scusa delle Onlus e del volontariato e delle cooperative sociali sul piano fiscale? Dunque occorre prudenza e rigore: per questo a Visco do 110 con lode.
Veniamo a Cofferati. Cos?è questa flessibilità invocata da Borzaga? Stiamo parlando forse di negazione di diritti sindacali al socio lavoratore? O di salario ridotto? Oppure di volontariato sui generis: lavoro nero con promessa di assunzione o di ammissione nella coop sociale? O di licenziamento discrezionale?
E se Cofferati difende i lavoratori, per quanto siano soci, è questa una nota di demerito o una ragione di stima ed apprezzamento dovuta da parte di chi si fa paladino di diritti, di tutele, di lotta all?esclusione? Perché non andare a cercare altrove i nemici? Perché ottusamente si cerca di demonizzare chi, proprio perché vuole bene al non profit, affronta con serietà e rigore i suoi problemi?
La verità è che ci sono purtroppo, nel Terzo Settore, soggetti che vogliono le mani libere e allo stesso tempo tutti i privilegi possibili secondo il classico modello del liberismo più selvaggio. E poi, caro direttore, non si fa notizia menando scandali che non ci sono e mirando su obiettivi sbagliati. Così danneggiate il vostro stesso faticoso lavoro ed anche quello di chi come me e tanti altri ogni giorno cerca di affrontare anche le altre questioni che vengono richiamate nel vostro e nostro giornale: lo sviluppo, la qualificazione, il rafforzamento del Terzo settore per farne un luogo forte della innovazione sociale e non una vittima di ricatti e sottomissioni.
Elio D?Orazio,
presidente Auser, Roma

Risponde R. Bonacina: Carissimo D?Orazio, grazie per la tua lettera che mi dà modo di fare qualche opportuna precisazione. Il sondaggio, anzi, sarebbe più giusto definirlo il focus, pubblicato sul n. 9 di Vita non solo ha interessato 50 personaggi autorevolissimi e rappresentativi degli umori del Terzo settore in Italia, ma a differenza di tanti altri sondaggi e focus è stato accompagnato dalla pubblicazione di nomi e cognomi (almeno di quelli che hanno accosentito a farlo) di coloro che hanno risposto. Ciò che ne è risultato, cioè che le norme fiscali e il ministro Visco, i sindacati e in particolare Cofferati, le banche e in particolare le fondazioni, rappresentano oggi il freno maggiore allo sviluppo del non profit, non è nostra responsabilità e neppure rappresenta appieno la linea del settimanale. Ma così è, questo è il risultato che, seppur opinabile giacché non è una sentenza, è il frutto di un sondaggio la cui trasparenza e autorevolezza non ha paragoni nella stampa d?oggi.
Fossi nei panni di Visco e Cofferati (ma perché dimenticare banche e fondazioni) rifletterei e prenderei in considerazione delle opinioni così diffuse e autorevoli. Le ragioni di questo sentire non sono d?altra parte così difficili da capire. Riguardo a Visco è vero che ha contribuito a dare una legge fiscale al Terzo settore, ma è altrettanto vero che la 460 è stata una legge deludente e che il suo itinerario non è concluso, il governo deve adempiere a un obbligo scaduto l?ormai lontano 31/12/97: istituire una Commissione di controllo che, proprio per rispondere a quanto da te sottolineato, fermi i furbi e dia indicazioni affinché le vere realtà non profit siano riconosciute e incoraggiate. Riguardo i sindacati, l?esigenza di una flessibilità che possa far emergere il lavoro nero e favorire l?ingresso nel mondo del lavoro di nuovi occupati non è un tema sottolineato solo dal professor Carlo Borzaga, ma anche da D?Alema, da Blair, ecc.
Il Terzo settore che dà voce e rappresentanza agli esclusi e ai non garantiti di questa società probabilmente rimprovera al mondo sindacale, non solo a Cofferati, la rigidità con cui in questi anni ha interpretato il suo ruolo di tutela dei già tutelati. Ma qui, come vedi, il focus di Vita dà spunto a discussioni e dibattiti che continueremo a fare. Grazie per averci ancora una volta stimolato.

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