Cultura

Ritornano gli Skiantos e non sono più gli stessi

Recensione del cd "La Krema" degli Skiantos.

di Enrico Barbieri

Uno, due, sei, nove: chitarre. Può iniziare la musica. Non accordi raffinati, per la verità, anzi piuttosto caserecci e sconquassati. Ma quant?energia e che piacevoli sgrammaticature. Gli Skiantos fecero capolino sulla scena alla fine degli anni 70 per mostrar fieri il loro sorriso demente. Da veri idioti, altro che quegl?intellettualini alla Lars Von Trier. Questa era gente che in tempi plumbei di cantautori e pistole se ne usciva con pezzi splendidamente insulsi come Eptadone, Io sono uno Skianto o Karabigniere blues – “Io mi metto la divisa/per servizio fino a Pisa…”. Alcune di queste canzoni (petroliniane, suggeriscono loro) le ritroviamo ne La Krema, un?antologia dal sapore agrodolce. Già, perché la raccolta fa rivivere a sprazzi in tutta la sua vis satirica il gruppo che ha inventato il rock demenziale; ma mostra anche il suo declino, che ha qualcosa di tragico. Forse bruciata dalla furia iniziale, la banda di Freak Antoni s?è lentamente accartocciata su se stessa: dall?antologia si potrebbero falciare almeno una decina di pezzi (tutti quelli dopo l?80). Il cd va preso come un monito: neanche la deficienza è immune al tempo. Gli Skiantos, insomma, hanno perso il candore, sono quasi rinsaviti. E pensare che uno dei versi più belli in assoluto che hanno mai scritto diceva “da grande voglio fare il bambino…”. Però il merito d?averci informato per primi che eravamo un ?pubblico di merda? non glielo toglie nessuno.


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