Formazione

Arché apre una nuova casa a Roma

di Redazione

U na nuova sede a Roma per Arché, l’associazione nata a Milano nel 1991 per assistere i minori sieropositivi. È quella che, inaugurata sabato 8 novembre in una proprietà confiscata alla mafia, offre l’occasione per un bilancio delle attività nella capitale che, come ricorda padre Giuseppe Bettoni , sono iniziate una quindicina di anni fa.
«In un convegno internazionale incontrai il dottor Castelli, pediatra al Bambin Gesù, che mi chiese se si poteva spostare a Roma il modello di accompagnamento della famiglia dei bambini sieropositivi, perché quello che facciamo ad Arché è un’esperienza che interviene a sostegno di tutta la famiglia integrandola nei suoi rapporti sociali e nel territorio. Ora è una presenza consolidata che ha una sua esperienza, un suo bagaglio e la nuova sede risponde alle esigenze di crescita che Arché sta compiendo».
A Milano Arché non si occupa più solo di bambini sieropositivi, e a Roma?
«Sono esperienze diverse. A Milano abbiamo una casa di accoglienza e ci occupiamo anche di disagio psichico, trovandoci davanti alla stessa tipologia di reazioni con famiglie che si chiudono di fronte al problema. A Roma la sieropositività è ancora un problema perché lì afferiscono situazioni di bisogno da tutto il Sud Italia ed è un centro importante su questo fronte. Ma ci sono anche progetti di prevenzione e di integrazione con gli immigrati nelle periferie. È un’esperienza a tutto campo. I nostri volontari operano in contatto con tutti gli ospedali della capitale».
La nuova sede, un punto di partenza?
«Per noi è un salto di qualità che arriva dopo un anno di confronto con l’ente pubblico. È un segno della sinergia che si è instaurata. D’altro canto ci stiamo misurando con le difficoltà oggettive che vive il volontariato. Sta cambiando: dopo il boom degli anni 80, sono diminuiti gli universitari; oggi gli studenti nel tempo libero cercano un lavoro, per cui assistiamo a una flessione fisiologica. Ma non è un dato preoccupante, l’età media dei volontari si è così alzata e su questo fronte non ci sono differenze tra Roma e Milano».


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