Politica

DISABILITÅ. Grande assente nelle politiche di governo

La Fish si dice preoccupata per le possibili derive delle norme su scuola, permessi lavorativi e diritti delle persone con handicap. Avvisa: la mobilitazione della Federazione è già in atto.

di Chiara Cantoni

È preoccupata la Fish, Federazione italiana per il superamento dell’handicap, per la ricaduta che le politiche economiche del Governo avranno sulle vite delle persone disabili e dei loro familiari. Oltre al taglio di 300 milioni di euro del Fondo per le politiche sociali, infatti, tre questioni in particolare sono sotto accusa.
Innanzitutto, la scuola: l’aumento del numero degli alunni per classe e la riduzione dei docenti produrrà un peggioramento nella qualità dell’integrazione scolastica. Tema che, per altro, è il grande assente di queste nuove proposte di legge, dove mancano disposizioni relative alla formazione obbligatoria, iniziale e in servizio, per tutti docenti. Aspetto che andrà ad esasperare ulteriormente la deriva della delega didattica ai soli insegnanti di sostegno, così richiesti per un maggior numero di ore. Forte, infine, il timore che principi ispiratori della mozione sulle classi-ponte possano aprire la strada al ritorno delle classi differenziali per gli alunni con disabilità.
La seconda arena di dibattito riguarda i permessi lavorativi, nonché «le nuove e bizzarre clausole» alle disposizioni previste dall’articolo 33 della Legge 104/92. «Gli emendamenti proposti dal Governo», dice Fish, «sono privi di effetti reali sugli abusi contestati dalla stessa Federazione e vessatori nei confronti di persone con bisogni assistenziali importanti». Non ultimo viene espresso il sospetto che tali provvedimenti comportino unicamente aggravi per la Pubblica amministrazione, sia in fase certificativa che erogativa.
L’ultimo tema oggetto di dibattito riguarda i diritti.  Si tace, infatti, sul Ddl di ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità nonostante le dichiarazioni pubbliche del Governo circa l’urgenza del provvedimento. E non solo. Il Libro Verde presentato dal ministro Maurizio Sacconi introduce l’ipotesi di un sistema di protezione sociale differenziato, in base al criterio di suddivisione per censo (cittadini in grado di affrontare autonomamente la spesa della sanità e delle prestazioni sociali o meno), con evidenti tentativi di destrutturare il principio dell’universalità del sistema di welfare.
La Fish è convinta che vi sia l’esigenza di un cambio di direzione, che parta però da ben altri presupposti. Più volte sono state sollecitate audizioni ai ministri competenti e alle Camere, anche attraverso il documento ufficiale Linee d’azione per l’integrazione scolastica del 7 luglio 2008. Le richieste principali avanzate dalla Fish? La ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità; l’avvio di un dibattito anche attraverso interrogazioni parlamentari al ministro dell’Istruzione per fugare i dubbi sul futuro dell’inclusione scolastica degli alunni disabili; la modifica dei Lea, Livelli essenziali di assistenza, e l’ approvazione del Dpcm.
Richieste che finora sono rimaste non solo inesaudite ma persino ignorate: il ministro della Funzione pubblica e la maggioranza parlamentare in Commissione Lavoro, infatti, non hanno manifestato alcun cenno di dialogo. «In questo clima», è il commento della Fish, «la mobilitazione della Federazione è già in atto; ogni mancata risposta alle nostre richieste produrrà un’iniziativa pubblica di protesta».


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