Mondo
Da che parte stanno i giornali Usa
Carrellata alla scoperta degli editoriali dell'ultima ora
I giornali americani hanno fatto la loro scelta. Per l’ Observer, Obama è il presidente dei tempi moderni. “Visto il fallimento dei due mandati di Bush, scrive l’Observer, sarà Barak Obama il primo presidente americano del nuovo millennio. Bush non era preparato per esserlo. Ecco perché Obama sarà il presidente dei tempi moderni”.
L’editoriale del New Hampshire Union invece fa il tifo per McCain. “Abbiamo fede nella sua competenza, coraggio e abilità di difenderci dai nostri nemici e di lottare per le migliori condizioni economiche possibili. McCain è stato messo alla prova ed ha sempre vinto. Barak Obama non ha esperienza. Chi crede che abbassando le tasse al 95% degli americani, Obama riuscirà a statalizzare la sanità,a sussidiare la fonti di energia rinnovabili,a espandere infrastrutture e aumentare la nostra presenza in Afghanistan, vive in un mondo di sogni”.
Non ha dubbi e non sono scaramantici il settimanale Time e il quotidiano il New York Times. Per il primo, Obama non solo vincerà le elezioni, ma andrà alla Casa Bianca con più di 300 seggi. Il NT Times, da tempo sostenitore delle capacità e della visione di Obama, attraverso la colonna del neo premio Nobel per l’economia Pual Krugman, non solo azzarda la vittoria del candidato Democratico, ma specula anche sulla batosta dei repubblicani i quali, oltre a perdere la presidenza, perderebbero anche 7 senatori lasciando il Congresso totalmente nelle mani dei Democratici. Sempre sulla pagina degli editoriali del NYT, un altro editorialista, Roger Chohen, è convinto che la sconfitta di McCain sarà inevitabile perché a votare Obama saranno i troppi delusi tra le file dei Repubblicani.
The Nation paragona il successo fin qui ottenuto da Obama con la legacy ( l’eredità) di Lincon, Roosevelt e Kennedy e sostiene come la capacità di buon giudizio e quella di ispirare di Obama, siano asset superiori al lungo cv di McCain. Il cv di Obama è corto, ma le sue skill ( le qualità) sono quelle di cui l’America ha bisogno. McCain, ha dipinto Obama come un radicale, e un po’ di verità c’è.: il cambiamento che porterà Obama infatti sarà radicale”, conclude The Nation.
Fermo sulle sue classiche posizioni è il New York Post. Questo giornale ha sostenuto la candidatura di McCain sin dall’inizio. Da allora, l’America ha vissuto la crisi dei mutui subprime e quella di Wall Street. Le crisi sono due buon motivi per ribadire il sostegno a McCain. In un periodo storico con questo, non si può rischiare di trasformare la Casa Bianca in un posto per stagisti come Obama. Sarà pure uno stagista, ma Obama è un innovatore ed ha messo le basi per gli standard della politica del futuro, ha scritto un editoriale del Washington Post.
Abbastanza inedita è la posizione del Wall Street Journal, il giornale più letto d’America e notoriamente vicino ai repubblicani. Oltre a pubblicare le istanze dei due candidati una affianco all’altra, l’editoriale di punta, Leap Of Hope ( salto della speranza) qualche volta le scommesse pagano, altre no è dedicato interamente ad Obama. E’ un editoriale fatto di carote e bastoni. Il WSJ riconosce le qualità di Obama ma anche i suoi limiti: la padronanza delle sue emozioni riflette un temperamento di prima classe. Essere stato un semplice Community Organizer in qualche quartiere di Chicago non dà credibilità all’aspirazione di occupare lo studio ovale, ma l’aver organizzato e condotto una campagna elettorale perfetta e di successo dimostrano come Obama abbia le potenzialità di organizzare e guidare un governo. Ma il problema è come Obama vuole governare. E’ stato bravo a organizzare il consenso, ma sarà in grado di prendere le decisioni che deluderanno la base ortodossa del suo partito?In politica estera, la sua convinzione di fermare le ambizioni di Theran con la diplomazia sono pure illusioni.
L’editoriale sulle elezioni più super partes va a USA Today: “Al contrario di altri media,non vogliamo dirvi per chi votare. Non siamo partigiani, siamo centristi Sia McCain e Obama sono ottimi candidati. Abbiamo anche dubbi su entrambi. Non eravamo in sintonia con Obama quando si è opposto all’aumento delle truppe in Iraq e non lo eravamo con la soluzione economica di McCain in relazione alla crisi di Wall Street. Ma entrambi sono eccellenti candidati. Uno è anziano ma indipendente, l’altro è giovane ma dotato di una grande maturità intellettuale. Uno è di destra, l’altro è di sinistra, ma entrambi sanno spostarsi al centro. Ed entrambi non vi hanno detto tutta la verità, ovvero non vi hanno detto quali saranno le scelte difficili che dovranno fare. Per cui andate a votare secondo il vostro istinto.
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