Non profit

LIBRO VERDE. Per Cantiere Welfare è incoerente tra visione e azione

Il Libro Verde del ministro Sacconi e le proposte dal mondo delle associazioni e delle imprese non profit tra bisogni fondamentali e diritti di cittadinanza

di Antonietta Nembri

Il Cantiere Welfare, promosso dalla Casa della Carità di Milano e dal Coordinamento nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) lo scorso aprile e che aveva raccolto le adesioni di oltre 200 associazioni e imprese non profit di tutta Italia, tra cui Acli, Antigone, Cgm, Erit, FeDerSerD, Fict, Fish, Forum Droghe, Lila, Lunaria,
Movi (un elenco completo degli aderenti è disponibile sul sito www.cantierewelfare.org) ha prodotto una serie di riflessioni partendo dal Libro Verde sul Welfare presentato dal ministro del Lavoro, Salute e Politiche sociali.
Un contributo alla discussione che per Cantiere Welfare si può riassumere nelle parole “I bisogni fondamentali delle persone sono diritti di cittadinanza”.

I promotori del Cantiere premettono ai loro ragionamenti un netto no a un ruolo subalterno del terzo settore, al suo essere rappresentato come un “ammortizzatore sociale” e inoltre la contrarietà alla logica del trasferimento monetario come unica soluzione alla cronica carenza dei servizi welfare. Un sì viene invece pronunciato a favore dell’avvio di una «grande stagione di formazione per chi opera nel sociale».

Le idee scaturite dal confronto e dalla discussione sul Libro Verde vogliono altresì essere spunti di riflessione e di proposta utili a costruire un moderno e adeguato sistema di welfare per l’Italia. Nel corso del confronto si è ancora osservato che a fronte dell’affermazione all’interno del libro Verde che il welfare non deve essere smantellato e che la spesa sociale non va tagliata il ragionamento finale su compatibilità economiche e scelte prioritarie «rende il Libro Verde non proprio coerente tra visioni dichiarate e azioni concrete». Ragione per cui Cantiere Welfare chiede che la Legge 328/00 non sia cancellata, ma al contrario pienamente attuata attraverso la definizione dei Liveas (livelli essenziali di assistenza sociale); e inoltre che non si introducano logiche profit nel sistema degli interventi e servizi sociali.

Alla fine della discussione sul Libro Verde il gruppo ha racchiuso in una specie di decalogo, dieci proposte generali rispetto ad alcune priorità di programmi nazionali.

Ecco l’elenco delle proposte

1. inchiesta generale sulla applicazione della L.328/2000 e definizione della quota capitaria del sociale con indicatori ponderati nazionali e regionali (art. 117/119 della Costituzione);
2. definizione degli standard di risorse umane e dell’Ambito Territoriale del distretto, sanitario, formativo e del lavoro;
3. approvazione di un nuovo Piano nazionale Interventi e Servizi Sociali, analogo al Piano Sanitario Nazionale, e definizione dei LIVEAS;
4. approvazione di un Piano nazionale per la non autosufficenza (Progetti socio-sanitari individualizzati ed integrati territorialmente qualificati);
5. approvazione di un Piano nazionale per i servizi socio-educativi per la prima infanzia;
6. proposta di un Programma nazionale di natura universalistica di Reddito di cittadinanza;
7. approvazione di un Piano nazionale di sostegno alle donne e ai bambini migranti;
8. approvazione di un programma nazionale di incentivi e defiscalizzazione per le imprese non profit;
9. sancire l’obbligatorietà della scuola dell’infanzia;
10. strategia di concertazione e partecipazione sul sistema nazionale

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