Non profit

Per un 2000 senza debiti

Lo scandalo dei debiti mai cancellati dopo Mitch

di Redazione

Un Giubileo meno indebitato per i Paesi più poveri del mondo. Un impegno ambizioso, che si può tradurre però in un aiuto concreto, valido più di tante parole, per quelle nazioni del mondo incapaci di svilupparsi perché strozzate da enormi somme di denaro da restituire al ricco Occidente. Ora finalmente, a pochi mesi dal Duemila, qualcosa si sta muovendo per iniziativa della Chiesa e delle organizzazioni non governative.
Si chiama «Giubileo di restituzione» e prevede di raccogliere 100 miliardi per cercare di svuotare almeno di una goccia l?enorme mare del credito estero vantato dall?Italia nei confronti dei Paesi poveri: 60 mila miliardi che il nostro Paese deve ricevere e che sono costituiti per la gran parte ormai dai decennali interessi maturati nel frattempo. Nel complesso, sono 41 le nazioni del mondo fortemente indebitate con i Paesi ricchi, a cui devono restituire la bellezza di 2177 miliardi di dollari: una cifra evidentemente impossibile che impedisce alle loro economie di svilupparsi.
Come uscirne? In attesa di un gesto di solidarietà planetario, che porti – come si richiede da più parti – almeno alla cancellazione della quota di interessi, l?Italia solidale ha deciso di mobilitarsi alla caccia dei 100 miliardi con cui sollevare parzialmente un Paese debitore, che verrà scelto dai promotori dell?iniziativa vagliandone alcune caratteristiche fondamentali: la prima che non sia indebitato in modo spropositato, proprio per rendere l?azione veramente incisiva. Per raccogliere i 100 miliardi previsti si è dunque costituito uno speciale Comitato, presieduto da monsignor Attilio Nicora (delegato Cei per i problemi giuridici) di cui fanno parte don Elvio Damoli, direttore della Caritas Italiana, Luca Jahier, presidente della Focsiv, e diversi esponenti del mondo dell?associazionismo (tra gli altri, Soana Tortora per le Acli, Fausto Pasqualitti per Confcooperative, Giorgio Salina per la Compagnia delle Opere).
La raccolta fondi partirà tra qualche mese: sono già stati realizzati però alcuni volantini che recano una frase del Padre Nostro assurta a simbolo della campagna – «…come noi li rimettiamo ai nostri debitori» – che verranno distribuiti nelle parrocchie, nelle sedi delle associazioni, nelle istituzioni che si renderanno disponibili, per pubblicizzare l?iniziativa. Partecipare è facile: basterà acquistare alcune quote, delle vere e proprie ?azioni? in cui sarà suddiviso il debito da comprare. Nel frattempo è comunque possibile mettersi in contatto con la Cei (tel. 06663981), tra le promotrici della campagna, per ricevere ulteriori informazioni sulle modalità di organizzazione della campagna a livello locale.
Un gesto tanto più significativo perché parte dal basso, dalla società civile, visto che il nostro governo non brilla certo per solidarietà: in tutta la sua storia l?Italia ha annullato soltanto 3 miliardi e mezzo di debito estero (pari allo 0,006% del totale), e l?annuncio strombazzato su tutti i giornali all?indomani dell?uragano Mitch, quando il ministro Dini sull?onda emotiva della tragedia assicurò che era imminente la cancellazione del debito di Nicaragua e Hoduras, è rimasto, manco a dirlo, un annuncio: il disegno di legge n° 5602 che attua questa bella intenzione è fermo dall?inizio dell?anno alla Commissione Esteri della Camera, in prima lettura. Il che significa che il suo iter è appena cominciato. Per fortuna che si intitola ?misure urgenti in seguito all?uragano Mitch?. Un autentico, piccolo grande scandalo che seguiremo da queste pagine, tallonando i parlamentari perché non dimentichino i loro impegni.

La campagna

Promotore: Comitato per la riduzione del debito inter- nazionale dei Paesi poveri (composto da Cei, Caritas, Focsiv, Acli, Compagnia delle Opere, Focolari, Usmi, Cism, Comunità S. Egidio, Comitato per il Giubileo, Confcooperative, Azione Cattolica, Missionari della Consolata)

Obiettivo: Raccogliere 100 miliardi entro il 2000

Come aderire: Informazioni presso Cei, tel. 06663981

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