Cultura

Scuola: un sito per la didattica dell’integrazione

Si chiama www.centrocome.it il sito web che favorisce l'integrazione scolastica dei minori stranieri e delle loro famiglie

di Teresa Selva Bonino

La presenza degli alunni stranieri nelle scuole dell’obbligo, e nei gradi dell’istruzione superiore, è un dato in rapido e costante aumento. La Regione Lombardia, e in particolare Milano, accoglie nelle scuole del suo territorio più del 25% degli alunni stranieri raggiungendo in alcuni istituti quasi il 20% del totale degli iscritti.
E proprio a Milano è stato presentato qualche giorno fa il nuovo sito web del Centro Come, il servizio della Cooperativa Sociale Farsi prossimo che dal 1994 promuove l’integrazione sociale, culturale e il benessere individuale dei bambini e dei ragazzi stranieri immigrati in Italia, il loro inserimento educativo e scolastico attraverso la valorizzazione delle biografie personali, dei riferimenti culturali e delle lingue d’origine.
Realizzato grazie al Protocollo d’Intesa tra Caritas Ambrosiana e Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia www.centrocome.it, si propone di diventare uno strumento utile d’informazione e consulenza per gli insegnanti che operano in classi plurilingue e multietniche e che si devono districare con la doppia difficoltà degli alunni stranieri che non conoscono nè la lingua nè il sistema scolastico italiano. Il progetto, sostenuto anche dalla Fondazione Cariplo, presenta in home page un vero e proprio percorso di accoglienza, educazione e integrazione culturale: attraverso i link alla “foresta del COME” infatti è possibile accedere a corsi di formazione, iniziative, bibliografie, progetti, materiali didattici, normative specifiche e soprattutto allo sportello telematico che offre una consulenza a distanza su casi e situazioni specifiche .
“La realizzazione di questo sito”, ha detto il direttore della Caritas Ambrosiana, don Virginio Colmegna, “si inserisce in un quadro di iniziative destinate a favorire l’integrazione degli alunni stranieri nelle scuole italiane. E’ importante segnalare tutto ciò che va in questa direzione. Bisogna dare visibilità al patrimonio di esperienze e di risorse che, tanto le istituzioni quanto il privato sociale, mettono a disposizione delle famiglie straniere per non rendere drammatico il già difficile impatto con la scuola italiana”.

 

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