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Meredith, l’ora della giustizia
Prima sentenza al processo per la morte di Meredith Kercher, ma della vittima e dei suoi familiari i giornali parlano poco, soffermandosi sulle reazioni di Amanda Knox e Raffaele Sollecito
La condanna a 30 di Rudy Guede e il rinvio a giudizio di Amanda Knox e Raffaele Sollecito trovano ovviamente ampio spazio sui giornali di oggi: la morte di Meredith Kercher, avvenuta proprio un anno fa, trova un primo verdetto dei giudici. E il 4 dicembre il circo mediatico comincerà a seguire il processo a Perugia per gli altri due imputati, che non hanno scelto il rito abbreviato.
- E inoltre la rassegna stampa di oggi si occupa di:
- Scuola
- Crisi economica
- Elezioni Usa
- Il ritorno di Prodi
- Eutanasia
- Carcere e poesia
- Lapidazione
- Ambiente
Richiamo in prima per il delitto di perugia sul Corriere della Sera di oggi. Il titolo è didascalico: “Perugia, 30 anni a Rudy- Amanda e Raffaele rinviati insieme a giudizio”. «Giustizia è fatta», hanno commentato i familiari della vittima. Il processo a Amanda Knox e Raffaele Sollecito comincerà il 4 dicembre, mentre Rudy Guede che aveva optato per il rito abbreviato è stato giudicato colpevole di aver violentato e ucciso Meredith e condannato a 30 anni di carcere e a risarcire i parenti della vittima con 8,5 milioni di euro. Fiorenza Sarzanini firma il pezzo di ricostruzione del delitto in base alle tesi dei pm: «È stato un perverso gioco sessuale finito in tragedia. Amanda, Rudy e Raffaele volevano costringere Mez a partecipare a un festino, ma lei ha cercato di sottrarsi, ha lottato. Alla fine è stata accoltellata. I maschi la tenevano ferma, la femmina la minacciava con la lama. Poi gliel’ha affondata nella gola. La ricostruzione del delitto dell’accusa è stata avvalorata dal giudice Paolo Micheli». Ad Aldo Grasso è invece affidato il ritratto di Amanda, “Star dell’anno anche senza passaggi in tv”. Scrive Grasso: «Amanda è ormai un’eroina internettiana, il suo destino è indissolubilmente legato non solo al processo, ma soprattutto ai media»
Perugia a tutto campo: Repubblica dedica la fotonotizia appena sotto il titolone (“Berlusconi: no a Napolitano”). Molto spazio al racconto del verdetto, due pagine la 12 e la 13 (30 anni a Rudy, rinvio a giudizio per la Knox e Sollecito). Tutto secondo le previsioni, precisa Meo Ponte in “Mez, primo verdetto: 30 anni a Rudy” (il pezzo ripercorre le fasi delle indagini: il ritrovamento in Germania di Rudy, grazie alla “geniale trappola su Internet ideata da Fabio Giobbi dello Sco”). C’è anche una grafica che ricostruisce il delitto… Amanda e Raffaele non hanno gli arresti domiciliari per timore di inquinamento delle prove. La famiglia della vittima fa sapere che “è un passo verso la giustizia ma nessuno ridarà Meredith”. Jenner Meletti punta la penna sui possibili assassini: “Amanda in lacrime: non hanno prove. Raffaele trema: speravo di andare a casa”. Lacrime e speranze deluse. Lei che dice”non riusciranno a farmi impazzire”, lui che in una gabbia accanto spiega: “non ce la faccio più a vivere in una cella”. Quanto a Rudy, i suoi avvocati spiegano che si comporta bene, che è un ragazzo di strada ma non è catatonico, (come qualcuno ha detto), è solo educato.
La Stampa dedica due pagine al processo di Perugia. Oltre alla cronaca e al “colore” (Amanda che piange, Raffaele che trema), La Stampa pubblica un’email che Amanda ha mandato ai suoi amici americani dal carcere in cui ricostruisce le ore del delitto. Ovviamente è la sua versione dei fatti.
Su Avvenire, a pag. 13 c’è un fondo dedicato al delitto di Perugia: “Meredith, per Rudy condanna a 30 anni”. Molta cronaca e poco commento. Nutrita anche la presenza di giornali britannici, dal Daily Telegraph al Guardian, dal Times all’Independent, e Tv: Bbc, Itn, Sky, Abc, Cbs, Nbc, Cnn, che hanno allestito una sorta di redazione nel bar di fronte a Palazzo di Giustizia. Non ci sono riflessioni o commenti particolari, solo una breve cronistoria dei fatti e le reazioni di sconforto dei tre ragazzi all’emissione della prima sentenza.
E inoltre sui quotidiani di oggi:
Scuola
Avvenire – “‘Gelmini, stretta finale. Al voto tra le tensioni. Ed è allarme per il destino delle scuole paritarie. Previsto per l’anno prossimo un taglio di 133 milioni”. Al tema vengono dedicate sempre due paginone (8 e 9). Segnalo il box: “Associazioni genitori-ministro, un incontro positivo”. Si dicono soddisfatte le associazioni dei genitori della scuola dopo il faccia a faccia con la Gelmini richiesto dalle quattro associazioni che compongono il Forum presso il ministero: Age (associazione genitori), Agesc (associazione genitori scuole cattoliche), Cgd (Coordinamento genitori democratici) e Moige. «”Dal ministro”, racconta Davide Guarnieri, presidente dell’Age, “abbiamo ricevuto assicurazioni sul coinvolgimento nella fase di elaborazione dei regolamenti attuativi previsti dal decreto”. Un passaggio importante, sottolinea Maria Grazia Colombo, presidente Agesc, perché “significa dare consistenza reale alle norme fissate come principi”». Se si pensa che fra i regolamenti attuativi c’è anche il tempo-scuola si comprende l’importanza di avere voce in capitolo: questa l’opinione dei due presidenti che si dicono disposti a comunicare ai genitori cosa stia realmente succedendo, perché finora “non sempre vi è stata un’informazione corretta da una parte, e una chiarezza di obiettivi da parte del ministero dall’altra”. Un primo banco di prova ci sarà il 5 novembre, quando il Forum tornerà a riunirsi con la Gelmini per cominciare il confronto. “Mannaia sui fondi delle scuole paritarie”. La Fism (Federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana) lancia l’allarme: la finanziaria taglia 133 milioni di euro che mettono a rischio l’esistenza delle scuole paritarie. Una preoccupazione condivisa dall’intero sistema della scuola paritaria, che riunisce anche la Fidae, il Faese la Foe (Federazione opere educative), e dall’Agesc, che rivolgono un appello ai deputati e ai senatori perché cancellino il taglio. Luigi Morgano, segretario nazionale della Fism: “Si elimina un quarto di un fondo già esiguo ma mai modificato in questi otto anni”.
Il Giornale – “Il vero sciopero? è contro i baroni” è il titolo d’ apertura dell’edizione di oggi. L’occhiello specifica che la manifestazione “è in difesa di un’università che è diventata affare di famiglia” . I servizi alle pagine 2, 3, 4 e 5 riprendono casi di nepotismo e baronaggio saputi e risaputi. il fondo è di Susanna Tamaro: dice che «questa protesta non ha nulla di nuovo: l’autunno è sempre tempo di scioperi con qualunque governo e ministro» e poi parte da uno degli slogan di queste manifestazioni “salvate la scuola” e dice «salvare cosa e da chi? salvare questa scuola che produce ragazzi incapaci di esprimersi correttamente, dove proliferano i corsi di laurea. Non è tutto da buttare però, ci sono realtà straordinarie per passione, intelligenza e creatività». E a pag. 4 le dieci buone ragioni per NON scioperare.
Il manifesto – “Bocciatela” è il titolo di prima pagina a corredo di una foto dedicata alla protesta dei giovani davanti al Senato. “Senato assediato dagli studenti, mobilitazioni, occupazioni e cortei in tutta Italia, piazze gremite per lezioni all’aperto. La contestazione della controriforma Gelmini è la prima vera grana del governo Berlusconi. Che oggi fa approvare un decreto sempre più impopolare. A palazzo Madama proteste fuori e dentro l’aula” è la sintesi in prima della quattro pagine dedicate al tema scuola e contestazioni. Nel commento di Marco Bascetta su “Scuola e politica” si osserva che «Il conflitto “né di destra né di sinistra” che ha invaso scuole, università e piazze di tutta Italia comincia a trasformarsi in un incubo tanto per la maggioranza di governo quanto per le ombre dell’opposizione parlamentare».
Corriere della Sera – Il fondatore del San Raffaele don Verzè in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico all’università del San Raffaele pur dichiarandosi contrario alle occupazioni si schiera con gli studenti: «la loro voce è sacrosanta, giusto ribellarsi, bisogna cambiare». «La sfida», per don Verzè, «è la trasformazione delle università in fondazioni (quella del San Raffaele sarà presieduta da Massimo Cacciari)» con l’ingresso di soci privati, ma anche l’abolizione «dello status giuridico del docente e del valore legale del titolo di studio».
Crisi economica
La Stampa – Due approfondimenti, uno da Torino, dove i bar e i caffè storci accusano il colpo. Sempre meno gente fa colazione al bar. 719 esercizi chiusi in un anno e mezzo, a fronte di 535 aperture. E tantissimi bar in vendita. L’altro da Londra: Vittorio Sabardin racconta che le donne hanno maggiori possibilità di conservare il posto di lavoro. Gli uomini licenziati sono il doppio delle donne. Due i motivi: i settori più colpiti sono tradizionalmente a occupazione maschile (edilizia, manifatturiero, finanza), inoltre gli uomini hanno mediamente stipendi più alti. Chris Ball, responsabile del network Age and Employment: “con i figli adulti meglio andare a lavorare che fare la badante di un marito depresso».
Elezioni Usa
Il Sole 24 Ore – A pag. 15 un affondo sulla sfida Obama-McCain. Già la scelta delle foto è interessante: i due candidati ieri erano entrambi in Pennsylvania, ed eccoli entrambi ritratti mentre arringano la folla nei rispettivi comizi. La differenza? Obama è all’aperto, e gesticola incurante della pioggia battente, inguainato in un giubbotto di tessuto super-tecnico; McCain, il vecchietto, è invece evidentemente al coperto, vestito del solito doppiopetto scuro. Intanto prosegue in tutto il mondo la Obama mania: la casa indonesiana dove il piccolo Barack trascorse l’infanzia, al seguito della madre che aveva sposato un orientale, è diventata luogo di culto dei tanti fans del democratico, e per la gioia del 78enne attuale proprietario, vale già 3 milioni di dollari. Il progetto è di trasformarla in un locale, chiamato ovviamente “Sweet Home Obama”. In taglio basso, opinioni a confronto: da una parte, Lynn Forester de Rothschild, un nome da Beautiful per una protagonista del jet set e imprenditrice finanziaria, oltreché presidente della filiale italiana del Fai di Giulia Maria Crespi, grande sostenitrice di Hilary che dopo la caduta di quest’ultima ha voltato le spalle a Obama e ora voterà McCain. Di più: è convinta che vincerà. Motivo della scelta? «McCain è un centrista, Obama è troppo spostato a sinistra, i suoi valori sono distanti da quelli dell’americano medio». A fare da contraltare a questa opinione, quella di Don King, avete presente quel pittoresco manager di pugilato con i capelli in piedi che faceva da secondo prima a Cassius Clay e poi a Tyson? Perché sentono lui? Perché è un altro che ha cambiato idea: nel 2004 parteggiò per Bush, adesso voterà Obama esclusivamente perché è un nero.
Il manifesto – Sul complotto anti Obama (bucato ieri) il manifesto torna (attacco in prima e seguito a pag 9) con un’analisi, firmata da Marco d’Eramo “Se questo è un complotto”. «Se tutti i complotti contro di lui sono come quello sventatlo l’altro giorno, Obama può dormire sonni tranquilli» scrive d’Eramo che osserva anche come l’argomento sia stato trattato dalla stampa internazionale: «Il complotto annunciato lunedì ricorda irresistibilmente quei nostalgici della repubblica di Salò che all’osteria, dopo due litri di vino, cominciano a ricordare il raid di Otto Skorzeny che liberò Mussolini (…) La stravaganza dell’episodio è tale che la stampa internazionale non vi ha dato nessun rilievo. Solo la stampa italiana ha sparato la notizia con clamore. (…) Spesso in nostri mass media fanno dell’Italia un sorta di paese delle meraviglie che costringe chiunque si trovi negli Stati Uniti a essere un’involontaria Alice». E continua «i complotti finora scoperti erano sogni dilettanteschi di giovanotti che hanno visto troppi film d’azione. Ma ciò non vuol dire che il livello di guardia non vada mantenuto alto (…) Questa volta, un omicidio di una simile portata potrebbe provocare ben più di una rivolta, quasi una rivoluzione, se i 37milioni di neri si sentissero privati, derubati, defraudati di una elezione che andrebbe a (parzialissimo) risarcimento di quattro secoli di schiavitù, segregazione, discriminazione. Ecco perché Obama è l’uomo più protetto della storia degli Stati uniti».
Il ritorno di Prodi
Italia Oggi – A pag. 6, “Ora Prodi vuole salvare il mondo” , informa sulla nuova fondazione creata dall’ex premier, Foundation for world wide cooperation. Scopo della creatura di Prodi,è affrontare le problematiche sociali, culturali, economiche, politiche del mondo al fine di favorire la soluzione di nuove proposte di collaborazione nel contesto internazionale. Per le prime spese, il fondatore ha provveduto a una donazione iniziale di 100mila euro . L’organizzazione è stata costituita zitta zitta nei mesi scorsi, ma l’ex premier ne ha dato notizia soltanto in questi giorni con una annuncio a tutta home page nel suo sito internet. Peculiarità della fondazione è che non sarà un ritrovo per cervelloni e premi nobel; per risolvere i problemi dell’umanità, basta un semplice messaggio, un’idea consegnata via web sul forum interattivo del sito internet della fondazione. La sede per ora è a Bologna. Il presidente della fondazione è Angelo Rovati.
Il Giornale – La foto in copertina di Prodi che stringe la mano a Ahmadinejad e il titolo”quanto lo hanno pagato?”. Secondo i guardiani della rivoluzione dell’Iran gli incontri al vertice sono a pagamento. L’ingaggio di Prodi però non è quantizzato, quello di Kofi Anan è stato di 2,5 milioni di euro.
Eutanasia
Repubblica – “Eutanasia, allarme del vaticano “troppi prematuri lasciati morire”. Ieri l’osservatore romano ha pubblicato un articolo in cui si dice che la rianimazione dei neonati prematuri è “un fenomeno tipicamente postmoderno in cu il diritto alla vita cede il passo alla sua qualità: a un aumento delle nascite di bambini prematuri corrisponde una costante spinta a non rianimare i più gravi fra di loro”. Ieri Lega e Pdl hanno presentato una proposta di legge su “Disposizioni a tutela della vita in fase terminale” (no a qualsiasi forma di eutanasia, compresa la sospensione di alimentazione e idratazione artificiali). Tutto ciò mentre a Firenze esplodono le polemiche cui Repubblica ha dedicato spazio anche ieri: un medico olandese che ha messo a punto un protocollo per i neonati gravissimi partecipa a un congresso scientifico. In Italia negli ultimi 10 anni i prematuri sarebbero aumentati del 20%.
Carcere e poesia
La Repubblica – A pagina 21 “Poeta e detenuto, un premio fra le sbarre”: a Torino, riferisce Massimo Novelli, un premio letterario intitolato a Emanuele Casalini e arrivato alla settima edizione riconosce l’abilità degli scrittori in carcere. ieri la premiazione (che è itinerante); vincitore Marco Parita, con un racconto sulla boxe intitolato La colpa. In appoggio intervistina a Ernesto Ferrero, direttore della fiera del libro: “Con la scrittura riescono a vincere angoscia e solitudine”.
Lapidazione
Il manifesto – Giuliana Sgrena firma la cronaca (pag. 10) della lapidazione di una giovane accusata di adulterio a Chisimaio in Somalia. La ventitreenne è stata uccisa a sassate in uno stadio «Migliaia gli spettatori di una atroce esecuzione avvenuta, secondo le Corti Islamiche, dopo la confessione della ragazza. Tutto lascia supporre che la ragazza non avesse altra scelta e a nulla sono valse le proteste della famiglia che hanno invocato una corretta applicazione della sharia che richiederebbe la presenza di testimoni».
Ambiente
La stampa – Pag. 22-23: Il Living Planet Report, che quest’anno punta i riflettori sui consumi d’acqua, sempre meno sostenibili. In 30 anni le risorse ambientali (suolo, terra, foreste, acqua ecc) saranno praticamente esaurite e servirà “un altro pianeta” per sostenere i nostri stili di vita.
Corriere della Sera – Il presidente della Fondazione diritti genetici Mario Capanna apre agli Ogm: «Non voglio oppormi a tutti gli Ogm, a prescindere. Per questo adesso dico: se si trovasse il modo di produrre ogm che fanno bene alla salute ben vengano, però…». Però? «Ricordiamoci cosa successe con il golden rice quando si è parlato di una soluzione alla cecità a milioni di bambini cinesi. Sembrava un sogno. Il prodotto non è mai arrivato in commercio».
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