Non profit

La vittoria di Brunetta

Passa nel Collegato la norma che restringe le regole sui permessi lavorativi ai familiari di disabili

di Gabriella Meroni

È stato approvato oggi, 28 ottobre, dall’aula della Camera il “giro di vite” voluto dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta sui permessi ai lavoratori che assistono familiari con handicap grave. Il provvedimento è contenuto nel Collegato alla Finanziaria (dl 1441), riguarda non solo i dipendenti pubblici, ma anche quelli privati, e modifica l’articolo 33 della legge 104/92, ovvero la legge-quadro sull’handicap che ha sancito come diritto del disabile stesso, e non innanzitutto come concessione al lavoratore, la possibilità che quest’ultimo si assenti dal lavoro proprio per assistere un congiunto in situazione di grave difficoltà.

Da tempo il ministro Brunetta aveva annunciato provvedimenti volti a colpire gli abusi che – a suo dire – hanno trasformato la 104 in una norma salva-fannulloni: dopo una circolare esplicativa in materia, emanata a settembre, il ministro più popolare (secondo i sondaggi) del governo Berlusconi aveva tuonato in Parlamento contro «gli approfittatori che, sfruttando la norma 104 del 92, hanno approfittato delle casse comuni e del Welfare per produrre assenteismo e cattivi comportamenti sui luoghi di lavoro», e aveva anche presentato, prima dell’articolo approvato alla Camera, un altro testo molto più restrittivo, poi ritirato dallo stesso governo nel corso della discussione in Commissione Lavoro. Al secondo assalto, Brunetta ha avuto la meglio, mettendo a segno l’annunciata “stretta”, anche se oggettivamente le norme approvate sono più morbide rispetto a quelle ritirate.

Ma cosa prevede il Collegato? Il primo sostanziale cambiamento riguarda il terzo comma dell’articolo 33, ovvero gli aventi diritto ai tre giorni di permesso mensile retribuito, che diventano (a patto che l’assistito non sia ricoverato) genitore, coniuge e parente entro il secondo grado, mentre i parenti entro il terzo grado, prima ammessi a godere dei permessi senza restrizioni, ora potranno usufruirne solo se il genitore o il coniuge della persona con handicap siano deceduti o abbiano più di 65 anni o siano a loro volta invalidi. Inoltre l’azione di assistenza deve essere portata avanti non più al domicilio del lavoratore, ma in quello della persona con handicap grave. Rivoluzionario il sistema di controlli e sanzioni: in deroga alla legge per la privacy, il ministero della Funzione Pubblica istituisce una banca dati di coloro che godono dei permessi, completa di tutti i dati sensibili sui lavoratori e sugli assistiti, in modo da facilitare i controlli.

Negativo il commento della Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap, che aveva chiesto a Brunetta un incontro per confrontarsi sulla possibile modifica della 104, senza ricevere risposta: «Questa norma è figlia di un approccio sbagliato», afferma il presidente, Pietro Barbieri. «perché non tiene conto del fatto che il vero abuso è che ci sono molte persone in difficoltà che non possono essere assistite dai loro congiunti. Riconosciamo che il testo approvato è certamente meglio di quello presentato in un primo momento», continua Barbieri, «ma ricordiamo al ministro che dai dati forniti dalla Ragioneria generale dello Stato sulle ore “non lavorate” a causa dei permessi ex 104 (oltre 4 milioni l’anno, ndr) abbiamo stimato che i lavoratori italiani che usufruiscono di questi congedi siano circa 120mila. Una cifra non certo scandalosa e comunque non tale da giustificare una crociata nei confronti di “fannulloni” solo presunti».

© della foto: Stefano Corso per Forum PA | Flickr


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