Cultura

Quotidiani, eppurbsi muovono

di Redazione

Il «Giornale» stile «Guardian»? È questa la promessa de Il Giornale del 19 ottobre. Si annuncia la nuova grafica e nuove firme, da Jovanotti a Susanna Tamaro. Lunedì 20 il debutto con Mario Giordano che spiega: «Guardate la testata: è cambiata ma è rimasta la stessa. I medesimi caratteri in una cornice più moderna». Ecco la sintesi, grande uso di bacchettoni blu e ocra, più ordine nell’impaginazione. Grande spazio alle inchieste e alle interviste. E le nuove firme arrivano, nei primi due giorni, Valentino Rossi e Sergio Marchionne. Il risultato è degno. Ma basterà ad arginare la fuga di lettori?

Il «Riformista» si riforma. Da 8 pagine a 32 e da 2.500 copie a 25mila (è l’obiettivo dichiarato da Antonio Polito, direttore). Il Riformista , il giornale di sinistra più a destra o il più a sinistra della destra, debutta nella nuova veste (grafica molto free press) lunedì 20 ottobre. Il titolo di apertura rilancia un’intervista a Sacconi che dice: «Basta aiuti alla Fiat». D’accordo, ma se un altro ministro insistesse a gridare «Basta aiuti all’editoria», che farebbe la cooperativa editrice del quotidiano? Basterebbero le larghe spalle della famiglia Angelucci che dopo Libero finanzia anche Il Riformista ?

I fondi del «Manifesto». Lo strillo accanto alla testata è quotidiano: «Abbiamo bisogno di 2 milioni di euro entro il 30 novembre per sopravvivere. Abbiamo bisogno di 4 milioni di euro entro il 31 dicembre per vivere». Una strisciata rossa sopra la testata intima: «Fateci uscire!» Bene. Ora, per un quotidiano che riceve 4 milioni di euro l’anno dallo Stato e che ogni due anni fa una raccolta fondi straordinaria, sarebbe auspicabile un po’ più di trasparenza su come i soldi vengono spesi. O no?

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