Economia

Terzo settore svegliati,bil far west ti divora

la grande crisi/1 Intervista a Fabio Salviato, presidente di Banca Etica

di Redazione

«Lo Stato salva le banche e domani l’auto. Pagano
il contribuente e anche le coop sociali. Sullo stop agli
hedge fund do ragione a Tremonti» « S iamo al Far West della finanza. E l’etica rischia di essere il vessillo di un mondo senza regole né controlli». A lanciare l’allarme è Fabio Salviato, presidente di Banca Popolare Etica, preoccupato non solo per il crollo dei mercati, ma soprattutto per gli argini che governi e banchieri centrali stanno costruendo per riprendere la marcia della crescita. «Si tappa una falla mentre la diga si sgretola. Mi pare che i provvedimenti intrapresi ritardino solo il collasso finanziario. E che siamo sull’orlo di un disastro economico non lo dico solo io, ma anche il Fondo monetario internazionale»

Vita: Fabio Salviato, gli Stati hanno fatto muro contro l’ondata di sfiducia dei mercati. Ora si para di una nuova Bretton Woods, un G8 speciale, allargato ai Paesi emergenti, per riformare il sistema finanziario. Cosa non la convince?
Fabio Salviato: Chi riscriverà le regole? Coloro che hanno portato i mercati a picco agevolando la finanza più spregiudicata a spese di consumatori e dell’economia reale. Il timore è che gli operatori alternativi a questa finanza resteranno fuori dai tavoli che contano. Noi ci stiamo muovendo. Vogliamo far sentire la nostra voce insieme con l’associazione delle banche popolari e con quella delle banche etiche europee. E credo che anche il terzo settore, oggi piuttosto imbambolato di fronte agli eventi, dovrebbe mobilitarsi. Lo Stato salva le banche, poi pensa al settore dell’automobile. Paga il contribuente e pagheranno anche le coop sociali. E pure salato. Forse è il caso di darsi una sveglia e agire.
Vita: Cosa chiede Banca Etica?
Salviato: Buone prassi: la banca torni a fare la banca. Raccolta, depositi e impieghi. Operazioni ordinarie di sostegno ai territori e non certo una spasmodica ricerca dei risultati tramite investimenti a rischio e trading finanziario. Poi servono controlli. Il sistema è esploso perché le grandi banche d’affari non sono assoggettate a certificazioni serie. Le agenzie di rating hanno sempre premiato i big del credito. Poi una mattina ci è piombata addosso la peggior crisi finanziaria della storia. Un mondo dove il valore degli strumenti derivati è superiore 15 volte al Pil del pianeta. Terzo punto è la trasparenza.
Vita: Oggi si spara a zero contro il turbocapitalismo, un sistema avido e rapace. Ma è stato anche il motore che ha permesso, dal dopoguerra in poi, una diffusione del benessere mai conosciuta prima, consentendo anche alle famiglie più indigenti di comprare una casa…
Salviato: Si tratta di meccanismi diabolici, come quelli dei mutui subprime. Si presta denaro non perché si ha fiducia nella persona, che magari non ha molte garanzie da offrire, ma si confida nella crescita del prezzo dell’immobile. Se il consumatore non ce la fa a pagare, la banca può pignorare l’alloggio a un valore più alto del mutuo. È successo invece che le compravendite sono crollate, le insolvenze sono schizzate alle stelle e il valore degli immobili continua a precipitare. Ciliegina sulla torta: i rischi sono stati cartolarizzati e rivenduti con la promessa di alti rendimenti alle banche più spregiudicate. Cosi si è stressato in maniera incredibile il credito. Ben vengano i programmi sociali per la casa, ma non è sostenibile erogare un mutuo del 120%, incluso il finanziamento per l’acquisto dell’arredamento. Molti hanno esagerato. La crescita dell’economia reale non è stata al passo con quella virtuale delle banche.
Vita: Ci vuole etica. Tutti ne parlano come la pillola che guarirà da tutti i mali. Ma non si capisce bene di cosa si tratti. Anche Lehman aveva sfornato splendidi bilanci sociali. I fondi etici americani intanto raggranellavano azioni di Freddie Mac e Fanni Mae…
Salviato: Servono regole per tutti. A maggior ragione per chi si ammanta della parola etica. Invece oggi chiunque può sbandiera la propria sostenibilità con un bilancio sociale, definirsi un fondo di investimento etico. Nessuno controlla, nessuno certifica. Ed è un’occasione persa perché abbiamo bisogno di agenzie indipendenti, di rating etici, di banche del microcredito, di Csr. Ma la politica vuole davvero regolare questo settore?
Vita: Il ministro Tremonti intanto ha lanciato la proposta di abolire gli hedge fund. È d’accordo?
Salviato: Senz’altro. Gli strumenti più speculativi devono essere fermati. Ma non basta. Bisogna farla finita con le sedi nei paradisi fiscali. Finché si accettano i pirati, il bottino finirà in qualche isola dei Cairabi. E a noi contribuenti toccherà rimborsare i danni degli altri.


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