Famiglia

Il buco nero del turismo sessuale

Pedopornografia online in espansione e il triste primato degli italiani in Kenya. I dati in un seminario di Ecpat e Unicef in vista del congresso mondiale di Rio de Janeiro a novembre

di Antonietta Nembri

Non c’è solo la pedopornografia online in continua espansione a preoccupare chi lotta contro lo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti. «Lo sfruttamento sessuale è uno dei mercati più neri al mondo» osserva Marco Scarpati, presidente di Ecpat Italia – onlus della rete internazionale di Ecpat (End Child prostitution pornography and trafficking) – che con Unicef oggi a Roma ha organizzato un seminario sullo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti per fare il punto su turismo sessuale a danno di minori, tratta, prostituzione minorile e pedopornografia in Italia. L’iniziativa di Roma si inserisce tra quelle mondiali ed è un contribuito ai lavori del terzo Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei minori in programma a novembre a Rio de Janeiro in Brasile.

«Le nostre leggi (269/08-38/06) sono tra le migliori al mondo, la collaborazione con la cooperazione italiana è ottima ma dobbiamo fare di più. Far capire a tutti che fare sesso con minori, oltre a essere reato grave, produce ferite che avranno grosse ripercussioni sulla vita fisica e psicologica dei bambini» continua Scarpati.
Del resto i rapporti più recenti, compreso lo studio dell’Onu sulla violenza contro i bambini, indicano che lo sfruttamento sessuale dei minori è in aumento,  mentre il traffico di esseri umani sta diventando una delle maggiori fonti di lucro e uno dei crimini a più rapida crescita a livello transnazionale, con un giro d’affari di circa 10 miliardi di dollari l’anno. Gran parte delle vittime sono bambini, molti dei quali finiscono per essere venduti attraverso il commercio sessuale.

Secondo una stima dell’Oil, l’organizzazione internazionale del lavoro, dei 12,3 milioni di persone vittime di lavoro forzato, 1,39 milioni sono impiegati nello sfruttamento sessuale e di questi il 45-50% sono bambini. Da non dimenticare poi che in tutto il mondo 82 milioni di bambine, alcune giovanissime (10 anni) si sposeranno prima di raggiungere i 18 anni e sono a rischio di violenza sessuale da parte dei loro mariti adulti. Ma anche che i dati sulla violenza contro i bambini sono spesso sottostimati.

Guardando all’Italia, accanto alla pedopornografia online (11.769 siti pedofili accertati dalla Polizia postale tra il 2001 e il 2006, con 111 siti oscurati in Italia) non vanno sottostimati gli altri fenomeni. «Lo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti, sia italiani sia stranieri è una realtà che, pur utilizzando sempre più spesso tecnologie “virtuali”, non è mai “virtuale” per i bambini e gli adolescenti vittime che sono, prima di tutto, bambini e adolescenti violati», dichiara il presidente dell’Unicef Italia, Vincenzo Spadafora.

La prostituzione minorile che riguarda sia italiani sia stranieri, maschi e femmine, è difficilmente quantificabile in quanto non esistono dati statistici esaustivi. Le poche conoscenze finora acquisite in Italia derivano in genere dagli studi sul fenomeno di tratta ai fini di prostituzione forzata. Nel gennaio 2007 è stato istituito dal ministero dell’Interno un Osservatorio. Risulta che i più sfruttati sono i minori stranieri (maschi e femmine), soprattutto tra i 15 e i 18. Si tratta di minorenni soprattutto rumeni e rumeni rom, in percentuale minore ragazzi provenienti da Nord Africa, Balcani e Albania.

Le vittime di tratta nel mondo sono 2,7 milioni di persone (stime Onu), l’80% sono bambini. In Italia i denunciati per sfruttamento della prostituzione minorile sono stati 340 nel 2006, con un incremento del 17,2% rispetto all’anno precedente.

Quello del turismo sessuale con bambini è un problema globale che si incrementa anche grazie al crescere del turismo di massa e di voli low cost che mettono alla portata di tutti viaggi in luoghi esotici. Sono 3 milioni, secondo stime del Wto (Organizzazione mondiale del turismo) le persone che partono per viaggi a scopo sessuale. Se non è possibile quantificare esattamente quanti siano gli italiani turisti del sesso con bambini e adolescenti, tuttavia un rapporto Unicef, rileva che in Kenya il 38% dei clienti dei minori fatti prostituire sono locali, seguiti dagli occidentali: italiani 18%; tedeschi 14%; 12% svizzeri; 8% francesi.

Affrontare il flagello dello sfruttamento sessuale dei minori è un lavoro che richiede la cooperazione di tutti con obiettivi chiari, inoltre, per gli organizzatori del seminario italiano è «cruciale la partecipazione e la collaborazione dei bambini e dei giovani. Il III Congresso mondiale punterà l’obiettivo su: nuove dimensioni dello sfruttamento sessuale a fini commerciali; sistemi legali e loro attuazione; politiche integrate inter-settoriali; ruolo del settore privato e responsabilità sociale delle imprese e, infine, strategie per la cooperazione internazionale. Ai lavori a Rio de Janeiro è prevista la partecipazione di oltre 3mila persone di tutti i continenti, compresi anche 300 ragazzi.

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