Politica
AMBIENTE. Ue, il pacchetto clima va avanti
Un'apertura alle richieste italiane: nella bozza si chiede alla Commissione di valutare i costi e i benefici
Dopo la minaccia del veto da parte di Silvio Berlusconi, il Consiglio d’Europa fa una cauta apertura alle richieste di Italia e Polonia sul pacchetto energia-clima. «L’Unione europea deve tenere conto in modo rigoroso dell’impatto sui costi delle imprese che comporta il pacchetto europeo sul clima e l’energia». È la formula usata nella bozza di conclusioni del vertice dei capi di Stato e di governo Ue in corso a Bruxelles. Il Consiglio europeo, si legge nel nuovo testo di conclusioni redatto nella notte, «chiede alla presidenza e alla Commissione di organizzare un lavoro intensivo nelle prossime settimane in modo da trovare un’adeguata risposta alla sfida di applicare questo pacchetto in un modo che tenga rigorosamente conto dell’impatto sui costi di tutti i settori dell’economia europea e di tutti gli Stati membri, tenendo conto della specifica situazione» di ogni paese Ue.
Insomma, si va avanti, come chiesto dal presidente Barroso nei giorni scorsi e dal presidente Sarkozy ieri, ma dopo uno screening dei costi. Proprio i costi sono nel mirino da settimane del governo italiano (in accordo con Confindustria): il pacchetto energia sarebbe infatti insostenibile per le imprese italiane. «Gli impegni che la Ue si era data sotto presidenza tedesca oggi si confrontano con una crisi nella quale siamo. Non crediamo che questo sia il momento per andare avanti da soli e fare i don Quichotte», ha detto Silvio Berlusconi.
Il provvedimento 20-20-20, nella sua definizione originale, obbliga l’insieme dell’Unione a raggiungere entro il 2020 un taglio delle emissioni di CO2 del 20%, ad incrementare efficienza energetica ed energia prodotta da fonti rinnovabili di un altro 20% e ad aumentare al 10% la quota di biocarburante utilizzata per l’autotrasporto.
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