Formazione

Sindrome dei Balcani: nuova indagine sanitaria

Lo prevede un accordo Governo-regioni. I controlli, su militari e volontari italiani, saranno effettuati con il consenso degli interessati

di Stefano Arduini

Nell’accordo, di cui dà notizia oggi l’Osservatorio sui Balcani di Rovereto, si prevede un’indagine sulle condizioni sanitarie degli italiani che hanno operato in Bosnia Erzegovina e Kossovo. Sarà su base volontaria, e rivolta sia ai militari sia ai volontari civili. Sindrome dei Balcani? ?Non è provato che l?uranio impoverito possa avere effetti dannosi sulla salute?, dichiarano all’OMS, ma intanto i casi sospetti di militari italiani ammalatisi proprio dopo aver maneggiato senza alcuna protezione resti di questi proiettili ultraperforanti sono perlomeno sospetti. Dopo il lavoro della Commissione Mandelli, da alcuni contestato ed eseguito esclusivamente su personale militare, prosegue lo sforzo nel fare chiarezza su possibili conseguenze sulla salute per i cittadini italiani che, in veste civile o militare, hanno lavorato nei Balcani in questi ultimi dieci anni. Ministero della salute, Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno da poco sottoscritto un protocollo operativo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio scorso che da avvio ad un?indagine di monitoraggio sulle condizioni sanitarie della popolazione civile, del personale militare e civile della Difesa e del personale della Polizia di Stato, che hanno operato dal 1 agosto 1994 o che operano nei territori della Bosnia Erzegovina e del Kossovo. Prevista inoltre l’attuazione di controlli alimentari sulle sostanze importate dai predetti territori. Si stima che siano stati più di 30.000 negli ultimi dieci anni i volontari italiani che hanno operato nei Balcani, ma nessuno ha le cifre ed i riferimenti precisi. Molti dei progetti ancora in corsosono però descritti nel data-base ARCO (www.osservatoriobalcani.org/arco ) realizzato dall?Osservatorio sui Balcani, una struttura di informazione e ricerca promossa dalla Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto e dalla Provincia Autonoma di Trento. Non è la prima volta che in Italia si sottopongono i volontari che hanno operato in Bosnia e Kossovo a controlli di questo tipo. Negli anni scorsi ad esempio la stessa Provincia di Trento aveva offerto gratuitamente a quanti avessero partecipato a missioni in Kossovo visite ed analisi di controllo. Fortunatamente senza alcun riscontro di anomalie. Ora però in seguito a questo nuovo accordo il monitoraggio sarà sistematico e nazionale. E? infatti previsto un centro raccolta ed elaborazione dati che acquisirà le schede di indagine ed i referti di laboratorio e provvederà alla loro archiviazione. L?analisi dei dati avrà un fine essenzialmente esplorativo e fornirà un primo quadro descrittivo grazie al quale sarà possibile, se necessario, avviare in una fase successiva un?indagine più mirata.


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