Economia

Così abbiamo salvato la 209

Finanziaria 2003 e debito estero.

di Luca De Fraia

Per tirare un respiro di sollievo abbiamo atteso la pubblicazione del testo definitivo approvato il 23 dicembre scorso. Leggendo il testo della finanziaria 2003, abbiamo avuto la conferma che la proposta inserita dal governo nella legge di bilancio per la modifica della legge 209 luglio 2000, che regola gli interventi di cancellazione del debito, era stata decisamente migliorata grazie all?intervento di parlamentari che hanno raccolto l?appello della società civile per la conferma dell?impegno italiano per la cancellazione del debito e per la difesa di una legge che aveva dato prova di efficacia. Le preoccupazioni per la sorte della legge 209 avevano preso corpo con le prime notizie sulla legge finanziaria: il governo prevedeva un intervento di modifica che avrebbe fatto saltare gli obiettivi quantitativi e temporali e definito nuove e più pesanti condizioni. La combinazione di tempo e quantità presente nel testo approvato nel 2000 (cancellazione sino a 12mila miliardi di lire entro tre anni) veniva presentata come un limite da eliminare per poi fare spazio all?inclusione di più stringenti vincoli agli accordi raggiunti sia a livello internazionale che bilaterale, e del vincolo alle ?esigenze di finanza pubblica?. Il governo doveva, insomma, affrontare almeno due problemi. Il primo, la scadenza dei tre anni per il complemento delle cancellazioni a partire dal luglio 2000. Data l?ovvia previsione di non riuscire a completare le cancellazioni per 12mila miliardi di lire entro l?estate 2003, occorreva postporre la scadenza. L?altro e più grave problema è quello della tenuta del rapporto deficit/Pil nel quadro del patto di Maastricht: secondo gli accordi sulle regole di definizione di bilancio valide a livello europeo, le operazioni di cancellazione del debito vengono registrate come nuovi doni e per questa via ingrosserebbero l?indebitamento e quindi il deficit pubblico. In presenza di un dibattito sulla Finanziaria sempre più caotico, si è arrivati alla discussione in plenaria al Senato il 22 dicembre, quando il Senatore Tarolli dell?Udc ha avanzato un emendamento alla proposta del governo, e l?emendamento è passato. Oggi la legge 209 non prevede più le scadenze presenti nel testo del 2000 ma, soprattutto, lascia fuori il condizionamento diretto del ministero dell?Economia. Il testo attuale dice che i crediti italiani sono cancellati progressivamente; considerato il disegno originario del governo, possiamo esser soddisfatti della conclusione di questa vicenda. In questo episodio c?è la conferma del fondamentale ruolo di controllo che la società civile può e deve esercitare: verificare, come è successo in questo delicato passaggio, che le promesse vengano mantenute.


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