Economia

INDUSTRIA. -6,5% i prezzi produzione agricola

Per Coldiretti, i dati Istat sulla produzione industriale di agosto, confermano le forti distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola

di Redazione

I prezzi alla produzione dei prodotti agricoli si sono ridotti a settembre del 6,5 per cento rispetto allo scorso anno mentre quelli al consumo di prodotti alimentari e bevande sono cresciuti del 5,8 per cento secondo l’Istat nello stesso periodo. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Ismea divulgata in occasione della divulgazione dei dati Istat sulla produzione industriale ad agosto 2008.
Una situazione che – sottolinea la Coldiretti – evidenzia come la fase di recessione determinata dalla crisi finanziaria corra il rischio di trasferirsi all’economia reale anche per effetto delle forti distorsioni esistenti nel passaggio dagli alimenti dal campo alla tavola.
Mentre per i prezzi al consumo i listini sono aumentati pressoché in tutte le categorie di prodotto, le quotazioni dei prodotti agricoli nei campi su base annuale sono aumentate solo per la frutta (+3 per cento) e per i vini (+1,7 per cento) mentre una forte riduzione si registra negli ortaggi (- 30,6 per cento) e nei cereali (-19,6 per cento). Tra i prodotti zootecnici, l’aumento più significativo su base annua è stato rilevato a settembre per i suini (+25,9 per cento) che avevano raggiunto livelli vicini ai minimi storici. Positivo anche il dato dei bovini (+1,8 per cento), mentre registrano una flessione prezzi alla produzione degli avicoli (-13,7 per cento), del bestiame ovicaprino (-5,3 per cento) e dei lattiero-caseari (-3,3 per cento).
A favorire la crescita dei prezzi al consumo nell’agroalimentare sono – denuncia la Coldiretti – soprattutto le distorsioni e i troppi passaggi esistenti nel percorso dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro. Lo dimostra il fatto che – continua la Coldiretti – in Italia al momento attuale per ogni euro speso dai cittadini in cibo, 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale, 23 all’industria e solo 17 per remunerare il prodotto agricolo.
Se il prezzo del latte moltiplica del 241 per cento nel suo percorso dalla stalla allo scaffale, la pasta non accenna a diminuire e ha raggiunto valori medi di 1,6 euro al chilo, secondo il servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole, nonostante il fatto che  – sottolinea la Coldiretti – il grano duro sia oggi attorno ai 0,28 euro al chilo. All’inizio dell’anno la pasta – ricorda la Coldiretti – era a 1,4 euro al chilo mentre il grano a 0,48 euro al chilo e si è dunque verificato un progressivo ed ingiustificato allargamento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo. Una situazione drammatica nelle campagne per il forte aumento dei costi di produzione che sta mettendo in difficoltà – continua la Coldiretti – gli agricoltori italiani e il futuro delle coltivazioni Made in Italy con l’aumento della dipendenza dall’estero. L’incremento medio dei costi nelle campagne è stato del 10 per cento con incrementi record proprio per la coltivazione dei cereali come il grano, dovuto soprattutto ai concimi necessari per fertilizzare il terreno, per i quali si è verificato un aumento del 56 per cento e alle spese energetiche, con un aumento medio del 13 per cento.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA