Politica

Eluana: la Consulta boccia il ricorso del Parlamento

«Innammissibile» la richiesta di annullare le sentenze che consentono di sospendere l'alimentazione della giovane

di Gabriella Meroni

La Consulta ha dichiarato «inammissibili» i ricorsi avanzati dai due rami del Parlamento sul caso Englaro. Palazzo Madama e Montecitorio sostenevano che da parte del tribunale non si sarebbe potuto concedere la sospensione dell’alimentazione di Eluana, la ragazza in coma da 16 anni, pena la violazione delle prerogative spettanti al Parlamento, in quanto titolare del potere legislativo.

«Un ostacolo in meno» così Beppino Englaro ha commentato la decisione della Corte Costituzionale. Camera e Senato chiedevano l’annullamento delle sentenze della Corte di Cassazione e della Corte di Appello di Milano sull’interruzione del trattamento che tiene in vita la figlia Eluana, in stato vegetativo dal gennaio del 1992. Il papà di Eluana, però, non si lascia andare ad altre affermazioni e lascia la parola «agli addetti ai lavori e ai costituzionalisti che ne sanno molto più di me».

«Mi pare che la Corte costituzionale abbia assunto una decisione ineccepibile che fa luce sulla controversia relativa ai diritti dalle ombre della politica» ha commentato l’avvocato Vittorio Angiolini, legale della famiglia Englaro. Per il legale la decisione della Consulta rappresenta un ulteriore passo avanti dopo che ieri la Corte d’Appello civile di Milano aveva dichiarato «non luogo a provvedere» in relazione alla sospensione chiesta dalla Procura generale del decreto con il quale, altri giudici milanesi, l’estate scorsa, avevano autorizzato Beppino Englaro a chiedere la sospensione dell’alimentazione che tiene in vita Eluana. Ma ora, dice l’avvocato Vittorio Angiolini «aspettiamo la decisione vera», cioè quella che assumerà la Corte di Cassazione che l’11 novembre prossimo discuterà del ricorso presentato sempre dalla Procura generale di Milano contro il decreto dei colleghi del civile su Eluana.

«Mi sembra che la Corte Costituzionale con questo intervento si ponga in diretta opposizione con la coscienza del paese e alle convinzioni profonde di gran  parte del popolo italiano in nome del quale viene amministrata la giustizia», ha dichiarato in una nota Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc e vice presidente della Camera. «Forse bisognerebbe pensare a una riforma costituzionale che chiarisca in modo più preciso che le leggi le fa il parlamento e non le fanno i giudici».

«La pronuncia della Corte Costituzionale dimostra che avevamo ragione», afferma Rosy Bindi del Pd. «I problemi seri si risolvono con la fatica di una ricerca comune e di una mediazione alta, e non con le scorciatoie e le strumentalizzazioni. Mi auguro che questa sentenza sproni il Parlamento a legiferare con serietà e quanto prima su un tema così drammatico come la fine della vita, e serva da lezione a chi ha cercato di umiliarlo presentando un ricorso di cui dovrebbe vergognarsi».

«Il problema c’è, resta, ed è sempre più evidente. È l’espansione dei giudici, la loro invasione di campo». Lo afferma in un’intervista oggi a La Repubblica il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, commentando così il no della Corte Costituzionale della richiesta del Parlamento di sollevare conflitto di attribuzione sul caso di Eluana Englaro. «Il Parlamento -dice il sottosegretario- deve riprendere le sue prerogative. Adesso stiamo lavorando per fare una legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento in base all’articolo 32 della Costituzione che parla di libertà di cura e non di diritto di morire».


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