Famiglia

Medicina tradizionalebper l’integrazione

professioni In Italia 12mila "dottori non convenzionali"

di Redazione

S ono 12mila i medici e i veterinari iscritti al Comitato di coordinamento per le medicine non convenzionali in Italia che rappresenta 25 tra associazioni e società medico-scientifiche. Si tratta di professionisti esperti in agopuntura, medicina tradizionale cinese, ayurvedica, omeopatica, antroposofica, chiropratica, fitoterapia, omotossicologia, osteopatia. Secondo l’ultimo rapporto Istat, sono oltre 8 milioni gli italiani che hanno scelto di avvalersi di queste pratiche mediche. Un fenomeno in crescita, che ha sollecitato l’università di Bologna ad istituire il corso di alta formazione in Sociologia della salute e medicine non convenzionali per formare professionisti preparati (iscrizioni sino al 17 novembre per la prossima edizione).
Il corso, quest’anno alla terza edizione, ha diplomato circa 150 persone. «Per la maggior parte dei casi sono medici che già lavorano e alcuni sono specialisti. Da quest’anno il corso è aperto anche alle lauree triennali perché è richiesta l’esigenza della conoscenza delle medicine con cui si cura la maggior parte degli immigranti», afferma Paolo Roberti di Sarsina , coordinatore scientifico del corso ed esperto di medicine non convenzionali per l’Istituto superiore di sanità.
«In Italia, pur in assenza di una legge quadro sulla medicina non convenzionale – richiesta a tutti gli Stati membri dell’Unione europea da specifiche risoluzioni del Parlamento europeo e del Consiglio d’Europa -, sia la Corte di Cassazione che la Corte costituzionale hanno emanato sentenze inequivocabili sulle responsabilità professionali e sulla esclusività dell’esercizio da parte dei soli laureati in medicina. Quali sono gli sbocchi professionali per coloro che hanno questa specializzazione? «In tutti i settori socio-sanitari dove l’approccio alla persona è olistico, incentrato sulla persona nel suo complesso e in un certo contesto».
Non solo. Gli esperti potranno avere un altro importante ruolo. «Le medicine non convenzionali sono inserite nel processo del miglioramento della qualità della vita dei cittadini nella prospettiva indicata dal VII Programma quadro per la ricerca e lo sviluppo dell’Unione Europea, che intende includerle nello schema proprio della relazione medico-paziente, delle responsabilità conseguenti, del consenso informato specifico e della consapevolezza delle aspettative per contribuire al processo di umanizzazione della moderna medicina, nell’ottica del riconoscimento costituzionalmente compiuto della libera scelta dei propri percorsi di salute, anche in termini di farmaco-economia e sostenibilità. L’utilizzo delle medicine non convenzionali però rappresenta oggi un onere che grava interamente sulle famiglie perché non inserito nel sistema sanitario nazionale». Anche i diplomati di questo corso possono contribuire a promuovere l’inserimento nel Ssn di questi sistemi medici.


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