Volontariato

Nobel, l’ora della Cina?

Il premio dell'accademia di Oslo sarà comunicato il 10 ottobre. Fra i principali candidati anche Fu Jia attivista cinese

di Emanuela Citterio

Potrebbe essere Hu Jia (nella foto), attivista cinese per i diritti umani, incarcerato per “incitamento alla sovversione” e difeso da Amnesty International. Oppure Morgan Tsvangirai,  leader del Movimento per il cambiamento democratico dello Zimbabwe ritiratosi dal ballottaggio con l’attuale presidente Robert Mugabe denunciando le violenze contro i propri sostenitori. Mancano cinque giorni all’annuncio del Premio Nobel per la pace 2008 e i bookmakers si sono già scatenati. Da alcuni Tsvangirai è dato 9 a 1, ma a vincere potrebbe essere anche la Coalizione per la messa al bando delle cluster bombs.

Il 2008 è ill 60esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, quindi è piuttosto prevedibile che il premio dell’Accademia di Olso potrebbe andare a un difensore dei diritti umani. L’ultima persona premiata per questa ragione è stata l’iraniana Shrin Ebadi nel 2003. Ma negli anni ci sono stati diversi altri precedenti: nel ’60 il premio andò all’attivista sudafricano nella lotta contro l’apartheid Albert Lutuli, nl ’77 ad Amnesty International, e nel ’91 alla leader del movimento democratico in Birmania Aung San Suu Kyi, tuttora agli arresti domiciliari nel suo Paese.

«Penso che il più probabile vincitore di quest’anno sia un dissidente cinese» ha detto Stain Toennesson, direttore dell’Oslo International Peace Research Institute, che ha fatto anche due nomi: Hu Jia e Gao Zhisheng, avvocato difensore di cittadini cinesi perseguitati dal governo, fra cui gli aderenti al movimento spirituale Falun Gong.
L’unico premio nobel che ha riguardato in qualche modo la Cina è stato nell’89 quello al Dalai Lama, guida spirituale dei tibetani.

Lo scorso anno il premio Nobel (il cui valore economico è di 1,4 milioni di dollari) è stato condiviso dall’ex vicepresidente americano Al Gore e dal Panel dell’Onu sui cambiamenti climatici, per l’impegno nei confronti dell’ambiente come via verso la pace.


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