Mondo

Immigrati, giù botte

Altri due pestaggi in odore di razzismo contro un cinese a Roma e un nero a Milano

di Franco Bomprezzi

Ormai è un bollettino di guerra, non passa giorno che non vengano denunciati e segnalati episodi di violenza a sfondo razziale, ad opera di bande di piccoli bulli di periferia, come ieri a Roma, o di ambulanti come a Milano. Mentre la vicenda dei vigili urbani di Parma continua a essere al centro dell’attenzione dei media. Ecco come i giornali oggi affrontano, con cronaca e commenti, il vento razzista che sta soffiando da nord a sud.

Cinese picchiato: «È razzismo». La foto dell’immigrato insultato e picchiato a Tor Bella Monaca da un gruppo di ragazzini italiani che sono stati fermati, campeggia in prima pagina sul Corriere della Sera di oggi. La baby gang sarebbe la stessa che nei giorni scorsi ha assalito un giovane di colore. All’asiatico hanno spaccato il setto nasale e qualche dente. Il pestaggio è stato poi bloccato da un consigliere del Pdl dell’ottavo municipio, Fernando Vendetti, militante di An. Giovanni Bianconi ha seguito i ragazzi in caserma. Del razzismo, dicono i ragazzi, «nun ce frega gnente, vedi quello lì è tunisino e amico nostro, capito?». Dice Stefania Strangia, nuova dirigente del commissariato di polizia del quartiere (dove vivono 230mila persone): «È una zona difficile, certo, con centinaia di persone sottoposte alle misure di prevenzione e dove è difficile che un testimone racconti qualcosa. Però non credo si possa parlare di intolleranza razziale». Un altro pestaggio, vittima un ambulante senegalese di 39 anni, è avvenuto a Milano. Lo hanno rincorso con una mazza da baseball e lo hanno colpito alla testa al grido: «Torna al tuo Paese, rubi il lavoro agli italiani». Al contrario del cinese, Ravan Ngone è clandestino. Ngone vendeve le borse di griffe contraffatte nel mercato di via Archimede, in zona Porta Vittoria. «Mi hanno detto che dovevo andare via, che avevo 10 minuti di tempo per togliermi di mezzo. Gli ho risposto che anch’io ho bisogno di lavorare per mangiare». Poi all’improvviso è spuntata una persona che lo ha colpito con una mazza da baseball. Commenta l’arcivescovo Marchetto, segretario del consiglio vaticano per i migranti: «No, l’Italia non è razzista. Non ha senso generalizzare…però dobbiamo riflettere perché la tendenza al rigetto dello straniero non diventi valanga. Non siamo razzisti, ma forse molti fra noi sono a rischio di diventarlo».

la Repubblica apre con “L’allarme di Bce e Fmi: siamo come negli anni ’30” e dedica, in taglio centrale, la fotonotizia sui “Razzisti a Roma, pestato un cinese”. Cui dedica due pagine la 12 e la 13. “Roma, aggressione razzista cinese picchiato da una gang”: Massimo Lugli fa la cronaca del pestaggio, avvenuto a Tor Bella Monaca, banlieue romana, zona in cui «bullismo e razzismo formano una miscela esplosiva che sta divampando da giorni». In effetti adolescenti hanno preso di mira, negli ultimi tempi, le macchine dei vigili di zona, poi una ambulanza. Lunedì sera è stato pestato un senegalese di 44 anni (ovviamente la parola d’ordine è stata «Sporchi negri, tornatevene a casa»). Intervenuti i vigili hanno bloccato i ragazzini (3, età fra i 15 e i 16). I genitori prima si sono complimentati coi vigili, il giorno dopo sono andati a minacciare denuncia. Quanto all’ultima aggressione, il testimone è un consigliere di zona del Pdl che racconta: «stavo scendendo dalla macchina… Quel signore asiatico aspettava l’autobus… Un gruppetto di 5 o 6 adolescenti…» uno si è staccato dal gruppo e ha tirato un pugno dopo aver detto «cinese di m.» Alemanno si augura punizioni esemplari…Sarà vero?
A pagina 13: “«Che disastro, mio padre m’ammazza» piange in caserma la banda dei teppisti”: la fragilità esistenziale di questi ragazzini che al comando di polizia negano, piangono, inventano scuse.  Tre box integrano: a Milano, picchiato con mazza da baseball un ambulante («negro di merda, t’ammazziamo tornatene al tuo paese»). La ragione? Pare avesse steso il lenzuolo del suo commercio accanto alla bancarella di un fruttivendolo. Seconda news: a “Parma, manifestazione per Emmanuel e la Procura gli sequestra il cellulare” (con la scusa di controllare se per caso ci siano stati contatti con il pusher che era oggetto del raid). Infine “insultò gli islamici, indagato Gentilini. il pm: «Istigazione all’odio razziale»”….

Sul razzismo, a pag. 12, oltre alla cronaca dell’episodio di Tor bella Monaca a Roma, Avvenire costruisce una pagina con varie storie e prese di posizioni. A Milano un ambulante senegalese preso a botte da colleghi italiani “Ci rubi il lavoro”, questa l’accusa. A Brescia la presa di posizione del vescovo Monari che si scaglia contro il provvedimento della Giunta comunale che ha varato il bonus bebè solo per gli italiani: «Escluderli è come dire: ci servono le vostre braccia ma il futuro delle vostre famiglie riguarda solo voi. Se poi è un problema di bilancio, si chieda aiuto alla società civile». Invece il cardinale Martino, in un documento emesso alla fine del VI Congresso mondiale della pastorale per gli zingari accusa: «ancora oggi gli zingari, tra cui i giovani, sono vittime di pregiudizi e stereotipi negativi; subiscono segregazione, in particolare territoriale».

in copertina  de il Giornale richiamo con foto  dal titolo “Violenze a Roma. Cinese picchiato a sangue da una banda di razzisti”. L’articolo di cronaca racconta la vicenda di Roma e cita lì’episodio di Milano, con un senegalese picchiato al mercato di via Archimede perchè «porta via il lavoro agli italiani». A pag. 51 pezzo di cronaca sulla vicenda del senegalese: ” Lite al mercato, africano preso a bastonate”. Lo scontro per un posto fra le bancarelle al mercato.  La Cgil Lombardia denuncia:  «Un clima di intolleranza e razzismo sta attraversando l’Italia». In un box si ricorda il caso “Abba, ucciso per due biscotti” di appena quindici giorni fa. Michele Brambilla  in un fondo cita l’Indepedent  che nella pagina esteri racconta  che in Italia «le crescenti tensioni sull’immigrazione sono rese più  gravi da un premio di cucina» poichè a vincere la targa Gambero Rosso per la migliore carbonara è stato un cuoco tunisino.  Michele Brambilla parafrasa  il motto del quotidiano britannico da ” i fatti separati dalle opinioni” a “i matti separati dalle opinioni”. Di spalla Chiocci torna sulla vicenda della foto  della prostituta nigeriana  che  qualche settimana fa fece il giro del mondo.  Chiocci  riporta brani dell’interrogatorio di una collega della ragazza «batteva la testa contro il muro e si picchiava da sola. Alternava  la violenza a finto svenimento. Gli agenti non l’hanno mai toccata». E poi Chiocci  scrive: «la superteste riferisce dell’insistenza di un giornalista che le avrebbe chiesto di testimoniare il falso per poter fare un articolo».

il manifesto ha in prima in un piccolo richiamo: “Roma, 36enne cinese aggredito. La baby gang nera colpisce ancora”. L’articolo è a pagina 8. Giacomo Russo Spena firma un pezzo dal titolo “Raid razzista nella periferia di Torbellamonaca. Fermati 7 minori. Caccia al «diverso», cinese pestato alla fermata del bus”. Dopo un breve riassunto del fatto: l’aggressione, gli insulti, l’allontanarsi come se nulla fosse e il riconoscimento da parte di un consigliere municipale del Pdl e la denuncia dei sette minorenni per lesioni personali dolose con l’aggravante dello sfondo razziale, continua «Venti razzisti soffiano sulla «sicura» città del sindaco Gianni Alemanno» e si descrivono i ragazzi «Sono vestiti casual con jeans, maglioncino e scarpe da ginnastica, qualcuno ha il cappellino in testa e il piercing. Nessuno con testa rasata o abbigliamento con stemmi o scritte fasciste». Si osserva che il gruppetto dovrebbe essere responsabile anche di un altro raid contro due uomini di 30 e 24 anni della Costa d’Avorio con le stesse modalità. «L’ennesimo blitz xenofobo non passa inosservato. E se nella destra c’è imbarazzo, la sinistra va giù duro. Sotto accusa è il clima xenofobo del governo» Si riportano le dichiarazioni di Veltroni «Spero che nessuno metta la testa sotto la sabbia o tenti di sminuire la gravità dei fatti» e si fa notare che in serata “lo stesso sindaco Alemanno è costretto a prendere la parola: «Nella nostra città non ci deve essere nessuno spazio per l’illegalità, qualche che sia il movente e chiunque siano gli autori degli atti criminali (…)» Sarà allora un caso – commenta il giornalista del manifesto – ma da quando c’è lui le aggressioni sono aumentate”. Nella stessa pagina in piccolo si parla dell’aggressione contro l’ambulante senegalese a Milano. Sul caso di Parma, invece, si prosegue nella descrizione del clima in città “Se l’amministrazione di Parma balbetta, in città invece prevale lo sdegno perché le performance della squadretta dei vigili su cui sta indagando la Procura (anche se per ora non risulta nessun indagato) sono piuttosto conosciute”.

E inoltre sui quotidiani di oggi:

Crisi del credito
Il Sole 24 Ore – Bel Primo piano che permette anche  a noi mortali di capire il piano approvato dal Senato Usa e i contenuti delle sue 450 pagine. Innanzitutto la notizia: il piano che ha ottenuto il via libera del Senato non è più di 750 miliardi di dollari ma di 850, ecco il titolo “Il piano Usa sale a 850 miliardi”. Una cifra, a ben guardare, che permetterebbe la ricostruzione di un intero continente come l’Africa. I 150 miliardi aggiuntivi spesano una serie di agevolazioni fiscali e incentivi oltre che l’innalzamento del tetto di assicurazione sui depositi bancari. Da segnalare tra queste misure l’imposizione ai datori di lavoro di coprire con assicurazioni anche malattie mentali oltre che fisiche. Per quanto riguarda i 700 miliardi essi permetteranno al Governo federale di comprare i mutui tossici di banche e società finanziarie così da evitare pignoramento delle case ai debitori insolventi (lo Stato insomma sarà più buono). Sono previste anche misure per ottenere rimborsi dalle società e banche coinvolte e, per le società che venderanno gli asset tossici allo Stato, il divieto di pagare buonuscite ai manager.

La Repubblica – A proposito di crisi e dato che Sarkozy, seguito da Berlusconi, pensa di copiare la ricetta americana, il quotidiano diretto da Ezio Mauro intervista a pagina 11 di Eugenio Occorsi che sente l’economista Nouriel Roubini: “Senza la riforma dei mercati il piano Bush non servirà a nulla”. Ragionamento che non fa una grinza: ci sono provvedimenti che possono essere presi rapidamente (sbloccare il mercato del credito, far fallire le banche decotte, prendere misure decise a favore dei mutuatari che hanno difficoltà  pagare, ecc.). Altrimenti, sarà «un gigantesco spreco di mercato pubblico imperniato sulla “liberazione” di alcune banche dai titoli tossici che pesano ingombranti sui bilanci. Ma non si risolvono i problemi, che resteranno tutti in piedi»; alla domanda: «anche lei dice che si privatizzano i profitti e si pubblicizzano le perdite», Roubini risponde: «certo, è socialismo per ricchi». (Sul salvataggio Usa un fondo di Timothy Garton Ash: “Tra capitalismo e democrazia”: cittadini statunitensi indignati per il salvataggio con il loro denaro, architettato da uno, Paulson, «ex ceo di Goldman Sachs che nel 2006 ha lasciato l’azienda con un bonus da 500 milioni di dollari». Complimenti).

Il Giornale – Apre con “Scandalo nella crisi finanziaria. I colpevoli del crac ricoperti d’oro”. Nel sommario si citano 161 milioni di dollari a chi ha portato Merrill Lynch vicina al fallimento, 105 milioni a chi ha messo in ginocchio Citygroup. Le banche “chiuse” dovrebbero pagare le liquidazioni buonuscite ai loro vertici. E uno specchietto  a pag. 5 rivela le cifre quasi sempre a 9 zeri che qualche capo avrebbe già preso. Martedì i ministri delle finanze dei Ventisette diranno no a questa pratica e  proporranno una nuovo criterio  che collega il valore delle liquidazioni dei vertici al successo della banca nel lungo periodo. 

Il manifesto – Foto di copertina e il titolo alla crisi “È il mercato bellezza” scrive su una foto di “mercato rionale” a fine giornata con un poveraccio che raccoglie frutta e verdura ancora commestibili. “La crisi non molla anche dopo il sì del senato Usa al piano Paulson. Il Fondo monetario: «Siamo in piena recessione». L’onda nera arriva in Europa. La Bce «Siamo fragili». In Italia sale il deficit e i salari sono a «rischio Confindustria». Solo Berlusconi e Tremonti sono ottimisti: «Non corriamo pericoli». Intervista a Fitoussi” È questo il lancio in prima dei numerosi servizi distribuiti alle pagine 4, 5, 10 e 11. In prima nell’editoriale di Galapagos intitolato “Senza rete” si legge «A qualcuno non dispiace se entra in crisi il modello che ha dominato la vita – non solo economica – dagli anni ’50. Ma il problema è che di alternativo a quel modello non c’è nulla. Né sul piano politico, né su quello sociale, mentre anche parte delle forze sindacali sono a «tappetino» sulla logica di conservazione confindustriale». La conclusione di Galapagos è: «Insomma, siamo nella merda. Tanto che anche Giulio Tremonti si è «sbilanciato» e ha affermato che sulla crescita rimane molta incertezza. Ma il giorno prima da Napoli il suo capo aveva lanciato un messaggio di ottimismo (ai risparmiatori) affermando anche che le aziende sano non saranno coinvolte dalla crisi. Siamo alla «selezione nazionale della specie». Nel lungo periodo il mercato si riequilibrerà naturalmente. L’importante è non fare la conta della disperazione di decine di milioni di persone»”.

Università
La Repubblica – Ottimo pezzo di Tito Boeri (apertura in prima e poi a pagina 40), “L’ateneo al voto tra i parenti”: ragionamento sul nepotismo universitario, sempre più forte e sfacciato, sempre meno contrastato (al di là delle dichiarazioni d’intenti dei vari ministri, tra cui la Gelmini). Lo spunto è la pubblicazione di una indagine di Roberto Perotti, L’università truccata (uscito ora da Einaudi).

Cardinal Martini
Corriere della Sera – «Io vedete mi trovo a riflettere nel contesto di una morte imminente. Ormai sono già arrivato nell’ultima sala di aspetto, o la penultima», Il cardinale Carlo Maria Martini: sento la morte come imminente, così titola il Corriere l’intervista all’arcivescovo emerito, 81 anni, ammalato di Parkinson, che parla alla presentazione dei suoi scritti su Paolo VI.

Opus Dei
La Repubblica – R2: “Opus Dei «noi massoni? No, aspiriamo alla santità»”: Marco Politi intervista monsignor Javier Echevarria (che difende l’Opus, che si rivolge a tutti «qualsiasi professione onesta può esser santificata e diventare l’occasione di un incontro personale con Cristo»). Gli obiettivi dell’Opus Dei ora sono soprattutto nella difesa della famiglia.

Minori
Avvenire – L’inserto “È famiglia” fa il punto sui fondi del piano straordinario per gli asili nido voluto dalla Bindi nel 2007. Come avevamo già segnalato su Vita, l’assegnazione va a rilento. Ci sono regioni come Campania, Abruzzo e Bolzano che ancora non hanno ricevuto i fondi. Ora i fondi devono andare ai Comuni che provvederanno a spenderli, ma siamo ancora indietro.

Società civile
Corriere della Sera – Il focus di oggi fotografa la società civile italiana. Il titolo è critico: “Società civile, un successo che non cambia il Paese- non bastano 86mila organizzazioni”. Il succo del pezzo sta nel rapporto di Cittadinanza attiva che viene presentato oggi a Roma: 86mila organizzazioni attive in Italia, il 51% al nord, il 21,2% al centro e il 27,7% al sud.
Fame nel mondo
Corriere della Sera – A pag 24 notizia del fondo da 24 milioni di euro lanciato da 12 fondazioni ex bancarie per sostenere le ricerche anti fame nel sud del mondo che comprenderanno studi anche sul fronte ogm. Fra i promotori dell’iniziativa Umberto Veronesi, Giovanni Bazoli (Banca Intesa- fondazione Giorgio Cini) e Giuseppe Guzzetti (Acri e fondazione Cariplo), l’anima dell’operazione ribattezzata Ager (agroalimentare e ricerca). Questi gli aderenti al cartello: Cariplo, Venezia, Cariparma, Carife, Teramo, Crup, Trento e Rovereto, Modena, Firenze, Cuneo, Bologna e Vercelli.

Caro-edilizia

Italia Oggi – Edilizia, serrata per il caro-materiali. Ance: settore in ginocchio, si
rischia il blocco degli appalti. (pag.11). Appello unitario di imprese, coop
e progettisti al governo sui prezzari e alle banche per il credito. Se il
governo non risolve al più presto il problemo dell’aumento dei prezzi di
ferro, cemento, bitume e materiali da costruzione si rischia di vedere messo
in ginocchio un comparto, già in sofferenza, che dà lavoro a 2 milioni di
persone. L’allarme viene dal presidente dei costruttori Ance,m Paolo
Buzzetti, coi rappresentanti dei general contract (Agi), Confindustria, le
cooperative di Acpl-Legacoop e Oice. “Siamo arrivati al punto che le imprese
rifiutano le gare vinte”, ha detto Buzzetti: “Con tutto il rispetto per
Alitalia, che riguiarda 30mila addetti, qui stimao parlando di 2 milionmi di
lavoratori, più l’indotto”. Occorre che il ministero delle infrastrutture,
insieme a quello dell’economia, definisca una soluzione normativa  che
“eviti alle imprese di chiudere”, soprattutto a fronte di una finanziaria
che “dispone tagli del 22% all’Anas, del 16% alle Ferrovie e non prevede un
euro per la legge obiettivo”.

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