Non profit

Risparmi, la grande paura

Quali le ripercussioni in Italia della crisi finanziaria? Se ne occupano i giornali di oggi

di Franco Bomprezzi

Oggi la situazione italiana sembra più tranquilla, ma la giornata di ieri è stata di grande tensione per le banche e dunque anche per la politica e per i clienti, ovvero i cittadini. Ecco il racconto di 24 ore di paura sui giornali in edicola.


“Attacco alle banche italiane” è il titolo, “Berlusconi: i risparmiatori non perderanno neanche un euro” è il sommario per la Repubblica. Grande lo spazio dedicato alla situazione economica (in tutto 3 pagine, comprensive di un’intervista rassicurante a Corrado Faissola: “Non ci saranno problemi siamo stati più prudenti”). Il pezzo forse più interessante è di Giovanni Pons: “Manovra speculativa contro Profumo, ma il manager non lascia: siamo solidi”, in cui si descrive il paradosso dell’attacco alle banche (praticamente tutte le principali, non solo Unicredit) che «sono piene di liquidità», il rischio dell’impatto sull’economia reale e la specifica situazione di Profumo, contro il quale non è escluso siano in atto iniziative di disturbo da parte di alcuni azionisti italiani (ah, l’italianità!). Come a dire che nel gran calderone potrebbero infilarsi “vendette” private… Ben tre i commenti. A cominciare dall’editoriale del direttore, Ezio Mauro, “Il nuovo disordine mondiale”: la finanziarizzazione ha interpretato semplicisticamente la globalizzazione e spodestato le autorità nazionali, incrementando il divario poveri/ricchi. «C’è addirittura un contratto sociale da riscrivere, una sovranità da ristabilire».
Luigi Spaventa si dedica invece a “Una fragile promessa”. Ovviamente quella del premier super-difensore dei risparmiatori. Dovrebbe essere chiaro che una simile affermazione «è un segnale – forse incauto, perché esso stesso generatore d’ansia – della acutezza della crisi». José Manuel Barroso, “Il compito dei leader europei”: «in questi ultimi giorni gli attori centrali hanno dimostrato di essere in grado di unire le proprie forze per fronteggiare prontamente i problemi» (che film ha visto?) e aggiunge: «la capacità dell’Ue di intervenire a caldo deve ora trasformarsi in un sistema più solido». L’obiettivo di oggi è ripristinare la fiducia e riscattare il sistema finanziario agli occhi del pubblico. Federico Rampini insiste sul tema che sta sottolineando in questi giorni: ovvero “L’Europa disunita non sa rispondere alla crisi”.

 Un fondo del Sole 24 Ore sulla crisi dice tutto già dal titolo: «Le buone ragioni per tenere i nervi saldi». In sostanza: le turbolenze che si sono abbattute anche sulle nostre banche hanno molti motivi, ma questi non hanno niente a che vedere con la reale solidità patrimoniale dei nostri istituti, che invece hanno abbondanti liquidità. E poi c’è la Banca d’Italia, che vigila, e l’impegno del governo. Quindi italiani niente panico. Una pagina intera dedicata alla crisi Unicredit, che con Profumo che dice: «Non mi dimetto, nei prossimi giorni tornerà il sereno». Ma perché solo Unicredit perde così tanto? L’ad ha la sua spiegazione: «Siamo presenti in molti paesi esteri, quindi quando c’è tensione globale si pensa che noi siamo comunque coinvolti e quindi gli speculatori si scatenano».

Italia Oggi approfitta della crisi  per riportare la notizia che il governo inserirà nel testo della finanziaria una norma simile a quella che ha riaperto la contrattazione sui mutui bancari privati per togliere dai guai i comuni e altri enti locali che oggi rischiano un bagno di sangue sui derivati. La norma stabilirà la possibilità di rivedere le caratteristiche contrattuali degli impegni presi dalle banche italiane anche allungando la vita del debito residuo. L’unica banca interessata a questa misura è Unicredit. “Profumo salva i comuni” è infatti il titolo del pezzo in prima pagina.
La notizia è approfondita a pag 4 in un articolo  ( Berlusconi salvatore delle banche)  nel quale vengono riportate le parole del premier che da Napoli dice: non permetterò attacchi speculativi alle nostre banche, non permetterò che i risparmiatori perdano neanche un euro dei loro depositi. Semmai bisogna temere la speculazione che diffonde il panico per abbattere le quotazioni di un titolo in borsa. E dopo queste parole, i titoli Unicredit balza in alto del 7%.
Dall’Italia all’Europa a pagina 6 ( Barroso fa il direttore d’orchestra): anche la Commissione Europea si muove e a detta di Barroso  sta lavorando per proporre una risposta che potrebbe arrivare dal summit Ue del 15-16 ottobre. Gli obiettivi: rafforzare le strutture di supervisione a livello europeo; raffinare le regole di valutazione degli asset complessi; migliorare la coerenza degli schemi di garanzia dei depositi; aumentare la trasparenza degli stipendi dei quadri e attuare riforme strutturali in Europa.
Mentre la commissione europea si perde in tanti bla bla, la Bce sta seriamente pensando a una iniezione di liquidità e taglio dei tassi

Un rassicurante Berlusconi occupa il titolo di cover del Corriere della Sera di oggi: «Banche nel mirino, la difesa di Berlusconi: “Gli italiani non perderanno un euro!». «Non permetteremo che la speculazione sulle nostre banche abbia effetto, gli italiani non perderanno i loro soldi». Lo ha detto il premier a Napoli mentre in borsa i titoli bancari andavano sulle montagne russe. Tanto che l’amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo ha dovuto smentire le voci su sue possibili dimissioni. Nell’editoriale il commento è affidato all’economista di area Pd Michele Salvati: «la crisi finanziaria scatenatasi in America ha compromesso il bene fondamentale sul quale si basano le economie moderne: la fiducia, la ragionevole aspettativa che i debiti saranno onorati. Non avverrà così, probabilmente, perché le autorità americane stanno  intervenendo in modo massiccio: ma basta un passo falso perché la situazione sfugga al controllo. Se vogliamo abbattere il muro del 60% (il tasso di crescita italiano rispetto agli altri paesi di area Ue) sarebbe però esiziale se di questo si profittasse per fare di ogni erba un fascio, per abbandonare programmi di liberalizzazione che nulla hanno a che fare con l’assenza di regole che hanno provocato la crisi finanziaria, per favorire il ritorno di quello Stato che tanto piace alla politica».

“Borse in altalena, Italia in allerta” titola oggi in prima pagina di Avvenire. Il servizio all’interno parte dalla crisi Usa per poi passare alle ripercussioni in Italia. Ieri le borse mondiali sono rimaste per tutto il giorno appese all’attesa di indiscrezioni sulle decisioni del senato – scrive la corrispondente da New York – dopo la clamorosa bocciatura della Camera che lunedì si è rifiutata di approvare il piano da 700 miliardi di dollari proposto dall’amministrazione Bush per salvare la finanza. Sul piano europeo a prendere l’iniziativa è il presidente francese Nicolas Sarkozy che ha  convocato per sabato un vertice ristretto (G4: Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna) sulla crisi finanziaria. Sull’Italia Avvenire apre con la dichiarazione di Silvio Berlusconi: «Difenderemo
le banche e i risparmiatori». Il pezzo da conto della giornata di ieri: alle 12.30 la nota diffusa dal premier che ha assicurato che difenderà banche italiane e risparmiatori, poi l’intervento della  Consob, che ha bloccato per un mese le vendite allo scoperto sulle azioni di banche e assicurazioni (provvedimento valido fino al 31 ottobre), poi è stata la volta del ministro del tesoro che ha detto  in una nota che le tensioni sui titoli a Piazza affari «sono del tutto ingiustificate alla luce della solidità patrimoniale» e della «sufficiente liquidità» delle banche italiane.

Apertura de il Giornale: «Gli italiani non perderanno un euro», dice Berlusconi dopo lo tsunami abbattutosi sulle banche italiane.  Come e perchè viene spiegato a pag. 2 e 3. A pag. 5  l’inchiesta:  “L’ansia corre sul web” sul fenomeno dei blog, di chi ci capisce e chi no di economia e finanza, dove il consiglio più ricorrente è «affidiamoci al materasso». Caprettini a pag. 7 dipinge uno scenario: “Ora spunta Sarkò: soccorso da 300 miliardi di euro”. Ma Parigi smentisce. Giorgio Vittadini a pag. 16 invece dà alcune dritte “Vi propongo sei idee per sconfiggere la crisi”.

Sulla crisi finanziaria il manifesto ha in prima un piccolo richiamo “Crac Usa. Più disoccupati nella Ue, Sarkozy: sabato il G4 Berlusconi: no problem”. Due le pagine dedicate al tema (8 – 9). Si parla del nuovo record di Euribor: rate più care di 2600 euro l’anno. E soprattutto si parla dei 16,5 milioni di disoccupati Ue. Nel suo articolo Maurizio Galvani affronta il problema dell’aumento dei disoccupati in Europa, più 7,5%, il paese più colpito è la Spagna a causa del crollo del settore delle costruzioni. “… da Napoli Silvio Berlusconi chiamato a rispondere della situazione finanziaria sceglie la linea Maginot, ovvero della trincea, per poter difendere il sistema bancario italiano dell’accusa di instabilità e perentoriamente rassicura: «gli italiani non perderanno soldi». L’ottimismo di Berlusconi è stato smentito dal premier francese Nicolas Sarkozy, che, invece, è così preoccupato da convocare con urgenza un incontro, per sabato prossimo a Parigi, del gruppo dei G4. Cioè della stessa Francia, Italia, Inghilterra e Germania che aderiscono al G7”. Su Unicredit in un altro articolo intitolato “I titoli recuperano. Merito della Consob e della Santander” Virginia De Papi scrive “L’incubo della sospensione in Borsa per eccesso di ribasso dura fino alle 14,30 quando le agenzie diffondono la notizia di un interessamento del Santander. Da quel momento per il martoriato titolo Unicredit, pericolosamente esposto sull’estero, arriva la svolta: nel giro di pochi minuti l’istituto guidato da Alessandro Profumo, bombardato fino a un attimo prima dalle vendite, corre a Piazza Affari oltre il 7%. (…) A Piazza Affari è abbastanza unanime l’opinione che il titolo sia in balia all’emotività dei trader”. Sul fronte Usa la pagina dedicata al voto del Senato è intitolata “Ultima chiamata”. Nell’articolo di Fabrizio Tonello “Perché 700 miliardi, e chi li controlla? Domande nel vuoto” si analizza la posizione dei senatori democratici che hanno votato no e che hanno posto una serie di domande precise sulla gestione dei 700 miliardi del piano di Paulson. «La conclusione più preoccupante (anche per l’economia mondiale) è che in questo momento gli Stati Uniti sono senza governo, senza parlamento e senza istituzioni in grado di evitare, con una politica coerente e decisa, l’aggravamento della crisi».


E inoltre sui quotidiani di oggi:

Bioetica
Il Sole 24 Ore Si dà conto di una sentenza della Cassazione depositata martedì in cui si dice che il medico non può intervenire «senza il consenso o malgrado il dissenso del paziente», se non in casi eccezionali. Ribadito quindi il concetto del consenso informato, che comprende ovviamente la possibilità del rifiuto delle cure «anche nella fase terminale della vita». Una nota: la Cassazione poco fa si era espressa esattamente all’opposto, “assolvendo” un medico che aveva praticato, senza consenso ma anzi con la fiera opposizione del paziente, una trasfusione a un testimone di Geova. Il Sole tuttavia specifica – giustamente – che tutto questo non ha niente a che vedere col testamento biologico, perché in quel caso si tratta di disposizioni «preventive» in caso di perdita di coscienza, mentre qui si parla di persone sveglie e ben presenti a se stesse.

Il caso Parma
La Repubblica –  Due pagine anche oggi. Intervistina a Bernardo Bertolucci: “La città che ricordo era civile e tollerante”. Onesto, più di altri che ieri pontificavano sulla città non abitandoci più da una vita. La notizia vera è però quella dell’avvicendamento alla polizia: “Il capo della municipale lascia nella bufera e il nuovo avverte: «Più rispetto per i diritti»”. Emma Monguidi lascia (ma è l’8° cambio in 8 anni) e il suo successore Giovanni Iacobazzi: che dice: «Bisogna saper fare quello che si fa, soprattutto quando si vanno a toccare i diritti fondamentali delle persone»… Interessante il virgolettato di Elvio Ubaldi, per 9 anni sindaco di Parma (è quello che ha strappato la città alla sinistra): «Sulla sicurezza i sindaci di tutti i partiti e il governo stanno giocando una partita isterica. Il governo scarica furbescamente le sue responsabilità, i sindaci per protagonismo cadono nella trappola».


Corriere della Sera – Emmanuel denuncia: i vigili mentono, vogliono incastrarmi. La polizia municipale contrattacca. Chi è il  vero Emmanuel, si chiede il Corriere? «Quello il piccolo bugiardo balordo di provincia , descritto dai vigili urbani? O il ragazzo modello descritto dalla “Provincia”, maturo ed equilibrato, al punto da essere selezionato, unico fra venti candidati, per un posto da volontario nella comunità per recupero dei tossici Betania?». Intanto il sindaco Vignali batte sempre sullo stesso chiodo: «La città chiede più  sicurezza: devo garantirla»


Il manifesto – Sul pestaggio di Parma, dopo le due pagine di ieri, solo un articoletto in alto a pagina 5 dedicato a Maroni che chiede di fare chiarezza e alle diverse inchieste aperte comprese di perizie calligrafiche su chi ha scritto negro sulla busta con Emmanuel che osserva che se fosse stato lui avrebbe scritto il suo nome giusto con due emme.

Grambassi, l’Arma e Annozero

La Repubblica – Sulla Grambassi  una paginata. Ma non è che dica molto. Se non raccontare per l’ennesima volta la vicenda Arma contro Santoro. Intervista di Mattia Chiusano all’atleta, “Reso in divisa, io sono stata alle regole voglio solo imparare un nuovo mestiere”. È serena («ho ancora la possibilità dell’aspettativa»), combattiva («io l’Arma non la lascio… Ad Annozero parteciperò a tutte le puntate che potrò») e abilmente trasversale («sfido chiunque a trovare mie foto indecenti negli ultimi due-tre anni»).

Confindustria e sindacati
 Il Manifesto – Apertura con una foto di Emma Marcegaglia dal podio di Confindustria alla presa di posizione degli industriali contro la Cgil “Rifiuti industriali”, il titolo che riassume le due pagine sul tema anticipate in prima dal sommario «Faremo l’accordo con Cisl e Uil anche senza la Cgil». Emma Marcegaglia sbatte la porta in faccia a Guglielmo Epifani, tira dritto sulla controriforma del contratto di lavoro e prepara lo scontro. I servizi sono alle pagine 6 e 7. Daniela Preziosi firma un articolo intitolato “L’imbarazzo del Pd che deve difendere Cgil ma anche Cisl”. “Formalmente i democratici vogliono tenersi alla larga dall’accusa di ingerenze nel sindacato. Quindi per lo più tacciono (…)”. Sul tema anche l’editoriale in prima di Gabriele Polo “Attacco finale”. “La Confindustria tira dritto sulla strada dello smantellamento dei diritti e delle condizioni di lavoro e va avanti sola; o meglio, con Cisl, Uil. Che, poi, è quasi la stessa cosa. In sintonia con lo spirito e le azioni del governo di centrodestra, mette la Cgil con le spalle al muro: impone una sua «piattaforma» che trasforma il sindacato in un «ente bilaterale», riduce il contratto nazionale a un atto notarile che recupera solo in parte l’inflazione e quelli aziendali a una variante dei bilanci d’impresa. (…) Con l’aggravante che non ci sarà nessuna banca centrale a salvare dai fallimenti quotidiani chi va ogni giorno a fare la spesa al supermercato (…)” e chiude “Oggi è tutto più grave e più difficile. Per farvi fronte è necessario un più di soggettività e coraggio. Che in termini sindacali può sfociare in un solo atto, lo sciopero generale”.

Sindacalista a Palermo
la Repubblica – A pagina 23 cronaca di Attilio Bolzoni, “Il sindacalista che rischia il confino”. Siamo a Palermo, la questura (il cui capo si è appena insediato) ha dato un ammonimento orale a Pietro Milazzo, Cgil. In pratica l’anticamera per l’applicazione di una legge del 56 che può portare al confino. Il sindacalista sarebbe reo di molte sciocchezze: cortei lotte manifestazioni. L’ultima denuncia: aver  partecipato a una manifestazione che causando un ingorgo ha impedito al sindaco di salire sul carro di Santa Rosalia, nel giorno del patrono. C’è una raccolta di firme on line. Rita Borsellino ha già firmato.

India
Avvenire – Torna il coprifuoco nell’Orissa a causa delle violenze contro i cristiani. Avvenire dedica una pagina alla ripresa delle violenze: ieri una donna è stata uccisa e almeno 300 case appartenenti a cristiani bruciate nel distretto di Kandhmal. Alla cronaca il quotidiano accompagna un’intervista a monsignor Alex Dias, vescovo di Port Blair che denuncia: «Purtroppo il governo centrale non fa quello che dovrebbe fare e il nostro isolamento rispetto al resto della comunità si aggrava di giorno in giorno».

 


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