Sostenibilità

i nostri prodottibsono beni culturali

di Redazione

P aolo Bea . Nella sua vigna a Montefalco, in provincia di Perugia, per stabilire il calendario delle lavorazioni si è soliti guardare il cielo stellato. Se la luna è calante, va bene: si procede. Altrimenti si aspetta.
C’è un sapore antico, forse arcaico, in questo modo di fare, non trovate? Eppure è anche grazie alla cultura tradizionale che questa azienda sta sul mercato e in modo molto qualificato. Se poi parlate con Giampiero, figlio di Paolo, che ha appeso al muro la laurea in architettura per dedicarsi all’azienda di famiglia, avrete un’impressione più articolata.
Spiega Giampiero la filosofia della vigna (che mira a realizzare «un equilibrio fra l’azione dell’uomo e i cicli della natura»), ma poi allarga lo sguardo al futuro, rivelandosi molto attento a quello che avviene nel Belpaese: «Assieme ai beni culturali il prodotto agricolo tipico, cioè non industriale, rappresenta il fondamento dell’economia futura dell’Italia ed è qui che dobbiamo sapere che si gioca la sfida del sistema-paese». Da qui la valorizzazione delle identità territoriali. Da qui la scelta di non usare additivi o prodotti chimici
Mirando a grandi eccellenze e guardando a un marketing innovativo: «Non ci si deve porre nell’ottica di dare una risposta a quel che vuole la gente, anche a scapito della qualità; semmai è opportuno creare un “oggetto del desiderio” sapendo che questa è una strada magari più lenta ma che dà più soddisfazioni».


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