Non profit

Alitalia, tutti i retroscena

Atto finale di una vertenza italiana

di Franco Bomprezzi

Di chi è il merito per la (quasi) conclusione positiva dello psicodramma Alitalia? È questo il dilemma del giorno sui quotidiani italiani, dopo che tutti i sindacati, tranne i piloti, hanno messo la propria faccia e la propria firma in calce all’accordo per il via libera a Cai.

 

A pag 3 il Corriere della Sera mette uno dietro l’altro i quattro punti della svolta nel negoziato Alitalia che ha portato alla firma della Cgil. Il salario: la riduzione del 7/6% può essere parzialmente o totalmente  recuperata con un aumento della produttività, cioè con più ore di volo. Non c’è più la riduzione del 50% della retribuzione nei primi tre giorni di malattia. Aumenta la fascia oraria considerata di lavoro notturno, che andrà dalle 20 alle 8. I precari: per i prossimi tre anni la Cai, in caso di assunzioni, prenderà fino a mille lavoratori fra il personale che negli ultimi tre anni ha lavorato per Alitalia o Airone. Accordo quadro: Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno confermato il sì al piano industriale che prevede 12.500 dipendenti per la nuova Alitalia e 3.250 esuberi, per i quali sono previsti 7 anni di ammortizzatori sociali. Contratto aziendale: vale tre anni, ha una parte in comune e tre aree distinte: piloti, assistenti di volo e personale di terra.
Nell’intervista di pag 5 Confalonieri tesse le lodi di Letta, «gran  lavoro» e di Berlusconi «è stato l’artefice di tutto», ma tende la mano anche a Walter Veltroni, «riconosciamo al leader del Pd di aver contribuito a risolvere il problema». Al centro di tutto comunque c’è sempre Berlusconi: «L’enfasi non serve, lui è un premier che vuol fare dell’Italia un paese normale,  per usare un’espressione coniata da altri. La gente l’ha capito e lo sta premiando». Ma non è tempo di specchiarsi nei sondaggi: «Ora il governo deve dare ai cittadini un po’ di soldi, pensi lui a come fare, ma trovi il modo».

La Stampa dà grande rilevanza alla svolta su Alitalia. “La Cgil firma, Alitalia vola” titola in prima pagina. All’interno un primo piano di quattro pagine che si apre con il ruolo, discusso, avuto da  Walter Veltroni, che ha fatto incontrare il presidente della cordata italiana Roberto Colaninno e il leader Cgil Guglielmo Epifani a casa sua e sottolineato «l’apporto determinante del Pd» per risolvere il nodo Alitalia. Il quotidiano dà conto delle fratture che tutta la vicenda ha creato nel centro sinistra e fra i sindacati, e intervista il ministro allo Sviluppo industriale Claudio Scajola che ammette che il Pd ha contribuito negli ultimi giorni ad avvicinare Cai e Cgil ma dice che il merito è di Berlusconi e degli imprenditori che hanno puntato sulla cordata italiana. Bello il reportage da Fiumicino fra hostess e piloti che ieri sono passati dalla rabbia alla rassegnazione. Nel riquadro di “Retroscena” un pezzo sulla vacanza di Berlusconi, che in questi giorni si trova in Umbria in un centro benessere per rimettersi in forma.

Il Sole 24 Ore, al contrario di altra stampa, sta bassissimo su Alitalia: non gli dà l’apertura, c’è un taglio medio in prima pagina ma piuttosto defilato: «Alitalia, la Cai recupera la Cgil». Oltre alla cronaca, che comunque occupa due pagine, interessante la pagina politica di commento a ciò che questa vicenda ha voluto dire per governo e opposizione: Stefano Folli nel suo “punto” sostiene che in Italia, a differenza per esempio degli Usa, dove Obama e McCain si sono uniti davanti alla crisi, quando succede qualcosa di grave per il paese la «convergenza in nome dell’interesse generale» non si raggiunge se non in extremis e dopo un bagno di sangue. Colpevoli sono, ex aequo, Veltroni e Berlusconi, con il Pd che ha fatto la voce grossa all’inizio della trattativa e il Pdl che si è irrigidito invece nelle battute finali. Quindi niente “photo opportunity” dei due leader che insieme risolvono la vicenda. L’unico che si salva per Folli è Gianni Letta, che ha condotto le trattative «in modo che non si potesse parlare di vincitori e vinti».

L’editoriale di Repubblica (“Svolta della Cgil, sì all’Alitalia” è il titolo di apertura) è firmato da Guido Rossi, che spiega “il grande tonfo del capitalismo di mercato”. Si tratta di un ampio stralcio dell’intervento che Rossi pronuncerà ad un convegno a Courmayeur domani, dedicato alla crisi finanziaria Usa. I servizi non hanno nulla di particolare in aggiunta a quanto già detto dalle tv in serata. Solo un pezzo di ricostruzione a firma Roberto Mania sulla tela cucita da Gianni Letta con tanto di visita a casa Veltroni. A pagina 2 una buona visualizzazione infografica chiarisce il profilo della nuova Alitalia, compagnia dal braccino corto e baricentro più nordico. Su 141 tratte ne vengono tagliate 53…

Per Italia Oggi i giochi Alitalia sono ormai fatti. Dopo il sì della Cgil la forza contrattuale  dei piloti si è indebolita. La Cai vuole ormai andare avanti anche senza la loro firma. Anche se Gianni Letta fino all’ultimo non rinuncerà tanto facilmente al consenso generale chiesto dal premier. Un brillante editoriale di Pierluigi Magnaschi dice che la Cgil si è comportata come una ballerina della scala: un passo avanti, due indietro. Un saltellino di qua, uno di là, dentro la scena e fuori dalla scena. Il tutto, con un copione stravagante che conosceva solo la Cgil.
Parlando di sindacati che hanno le idee chiare invece, Italia Oggi dà la notizia che oggi a Giulianova nel corso del convegno nazionale dell’unione nazionale giovani commercialisti, sarà lanciata la proposta di includere tutte le sigle sindacaliste dei commercianti sotto un unico tetto. raccolte in una federazione unitaria. Unione e semplificazione è la visione di Raffaele Marcello che è il presidente dell’unione nazionale giovani commercialisti.

il Giornale apre su Alitalia e il tono è subito chiaro. La foto di  un Veltroni  “fuori di sè” e “sedicente mediatore” fa il pendant con il titolo di apertura ” Alitalia fuori dai guai, Veltroni fuori di sè”. E soprattutto l’editoriale del direttore Giordano che riflette sullo “Scippo di Walter”. Il quotidiano difende l’operato del Governo per la conclusione della vicenda : “Anche  la Cgil firma,  mentre Air France e Lufthansa fanno a gara per entrare nella cordata voluta da Berlusconi. Ma il leader del Pd, dopo aver ostacolato la trattativa, va in tv e tenta di attribuirsi il merito: «Ho fatto tutto  io».  Veltroni  bersaglio anche di Federico Novella “neanche fosse il Napoleone della Garbatella” è ” tutto chiacchiere e distintivo” e di Peppino Caldarola ” il profeta immobile”. Poi il panorama si allarga: a pag. 4 Signore ricostruisce le ultime ore della soluzione che è considerata “Il gol decisivo di Gianni Letta”.  Per il futuro Claudio Borghi mette in guardia: “Salvata la compagnia, salviamoci dalla CGIL” . Per la cronaca sulla soluzione di ieri ” I piloti sono incontentabili  e chiedono tempo”, Malpica a pag. 8. Ma Berlusconi dov’è e perchè non parla?  Lo rivela  a pag. 4 Vincenzo La Manna: ” è in un centro umbro  a curarsi il mal di schiena”, per lui “parlano i fatti” è il titolo del pezzo.

“Caiman airlines” è il titolo di apertura del manifesto sulla vicenda Alitalia: Via libera alla «cordata italiana». “La Cgil firma l’accordo-quadro ottenendo da Colaninno concessioni su precari, stipendi e contratto. Air France sarà socio di minoranza. I piloti decidono oggi. Veltroni rivendica un ruolo decisivo. Berlusconi si prepara a cantare vittoria. Ma il futuro della nuova compagnia aerea è tutto per aria”: è il sommario in prima dei servizi a pagina 5. In prima anche il commento di Guglielmo Ragozzino dal titolo “Senza decollo” che scrive “(…) quando si profila un accordo, il mondo politico disputa su chi ha vinto e chi perduto – tra chi è tornato da Manhattan e chi è andato alla beauty farm. La Cgil è l’unica organizzazione che si interessi delle persone. E qualcosa ha ottenuto. Il documento finale, diverso da quello di sette giorni prima, ricorda la necessità di ricollocare mille di questi paria sociali. (…) Ma l’aspetto più curioso è che dopo avere indebolito Alitalia, monopolista sulle rotte più ricche d’Italia, togliendole slot e dando spazio a Air One per aprire la libera concorrenza, adesso, dopo avere messo in ginocchio Alitalia, la si unisce alla compagnia rivale. E a chi obietti: «ma non riforma così il monopolio tanto vituperato?», la risposta corale, da destra e da sinistra, da industriali e banchieri è perfetta. Ma di che monopolio andate parlando? Tra pochi anni vi sarà il treno veloce tra Milano e Roma, del tutto concorrenziale con gli aerei e anzi, assai più comodo ed efficiente. Sono migliaia le persone che vivono  e lavorano all’Alitalia e a Air One. Dovranno correre più svelto del treno”

E inoltre sui quotidiani di oggi:

Bioetica
Avvenire – In un box a pg. 12: l’associazione Hera, che riunisce professionisti della procreazione assistita, il Tribunale di Firenze avrebbe sollevato una nuova questione di legittimità della legge 40 davanti alla Corte Costituzionale, su tre punti: il numero massimo di tre embrioni generati per ciclo; il divieto di riduzione embrionaria in caso di gravidanze plurime; l’impossibilità di revocare il consenso da parte della donna. Sulla legge 40 pende un’altra eccezione di costituzionalità, sollevata dal Tar del Lazio: sarà discussa il 4 novembre.


Corriere della Sera – Nel dibattito sul testamento biologico arriva il documento sulla “Rinuncia consapevole al trattamento sanitario” oggi al voto del comitato nazionale di bioetica. Riafferma con forza un principio: la completa libertà sulla gestione del proprio corpo, un principio che non può essere toccato anche se il rifiuto di cure mette a rischio la vita. Il medico comunque dovrà in tutti i modi di indurre ad accettare “i trattamenti life saving”. Ma se non riesce nell’intento potrà astenersi “da condotte avvertite come contrarie alle proprie concezioni etiche e professionali”. Il documento è stato scritto da Stefano Cabestrari, new entry nel Cnb, e ha buone probabilità di essere approvato con voto unanime.

Parmigiano come Alitalia
Il Sole 24 Ore – È crisi nera per il formaggio dop più famoso del mondo. È crisi strutturale, secondo la regione Emilia Romagna che stamattina apre a Bologna un tavolo di crisi. I numeri sono importanti: 850 milioni di giro d’affari, 50 mila addetti e il 75% delle famiglie italiane che dichiara di consumarlo, eppure i caseifici chiudono perché lavorano in perdita a causa degli alti costi di produzione cui non corrispondono adeguati prezzi al dettaglio. Soluzione? Tagliare la produzione del 10%, il che si tradurrebbe in licenziamenti e crisi di impianti che un grave impatto sull’economia regionale e non solo.

Stampa
la Repubblica – Articolo sullo sciopero dei giornalisti di Liberazione. La scena è tristissima, perché porta a galla pesanti lacerazioni interne, come ben mostrano gli slogan: Liquidazione comunista, Meglio banditi che con questi falliti. Per Paolo Ferrero una grana pesante, con un direttore, Piero Sansonetti, che è inviso alla maggioranza vincitrice al congresso.

Made in Italy
Italia Oggi – Una pagina intera per i buoni risultati della bilancia commerciale italiana. Dopo anni di debole perfomance, la bilancia commerciale italiana registra un attivo con i paesi comunitari pari a 3,7 miliardi di euro. Il made in Italy con i paesi sviluppati è in buona salute. Esportiamo  più di quanto importiamo.

Chiesa

La Repubblica – Come sempre informato Marco Politi che traccia un ritratto del  nuovo segretario della Cei, Mariano Crociata. Che a dispetto del nome è un vescovo che ha sempre dialogato con l’Islam, tant’è vero che tra i primi messaggi è arrivato dall’Associazione degli intellettuali musulmani. Per Politi questa nomina è l’uscita di scena della vecchia guardia ruiniana.

Ambiente
La Stampa – Doppia pagina inquietante su inquinamento, rifiuti tossici e malagestione delle amministrazioni locali. In Abruzzo nonostante i fiumi e il mare sono sempre più inquinati. Esistono 1300 depuratori ma costa gestirli, così molti non funzionano a causa di «abbandono o scarsa efficienza degli impianti» accusa l’agenzia ambientale. Secondo un recente dossier del Wwf un controllo su quattro rivela impianti fuorilegge. Ma c’è di più: il consiglio regionale ha risolto il problema alla radici, eliminando i divieti di balneazione. Un comma inserito in una leggina ha alzato i limiti massimi di inquinamento dei fiumi fino al 280 per cento. Ancora più inquietante la vicenda di Crotone, dove un’operazione della polizia ha scoperto che i rifiuti tossici dell’ex Pertusola, una grande fabbrica di zinco dismessa, stavano per essere utilizzati per costruire scuole, strade, case popolari, banchine per il porto. Diciotto i siti posti sotto sequestro a Crotone, Isola di Capo Rizzuto e Cutro.

Scuola
il manifesto – Un’intera pagina (la 7) e un richiamo in prima è dedicata ai tagli scolastici previsti dal piano Gelmini. “Meno ore di lezione, meno docenti e aule sovraffollate, con almeno 29-30 alunni per classe. Chiuse, o accorpate con altri istituti, le scuole con meno di 500 alunni. La ministra presenta ai sindacati il suo piano per riformare la scuola italiana: «Previsti risparmi pari a otto miliardi di euro in tre anni». Ma è una vera e propria mannaia che rischia di distruggere il sistema pubblico italiano. E tra docenti e genitori monta la protesta. La prossima settimana la riforma in Parlamento”, il sommario dell’articolo di Andrea Gangemi dedicato a spiegare il piano della ministra Gelmini che reintroduce le sezioni primavera alle materne, il maestro unico alle primarie con 24 ore di lezioni settimanali. Per il tempo pieno si ricorda che se all’istruzione promettono di incrementarlo al ministero dell’economia non sono d’accordo. In un box si parla del Papa sulla parità per la scuola cattolica. “Commedia degli equivoci tra il Papa e la politica italiana. Ieri il Santo Padre ha chiesto «parità» tra la scuola cattolica e quella statale, al fine di tutelare la «libertà di scelta» dei genitori. Gli istituti cattolici, lungi dal difendere un «interesse di parte», avrebbero, secondo Benedetto XVI, «una funzione civile». E fin qui nulla di nuovo. Peccato che nel commentare le parole del Papa, il ministro ombra dell’istruzione, Mariapia Garavaglia, accusi il governo di aver «tolto i 60 milioni che il precedente esecutivo aveva aggiunto ai finanziamenti per gli istituti paritari». Come dire, c’eravamo già noi ad aumentare i fondi alle scuole cattoliche. Ovviamente nessun commento è arrivato dalle file della maggioranza. Il Papa fa il Papa, il Pd fa la destra e la Gelmini smantella l’istruzione. Ed è solo il primo atto”.


Castelvolturno
la Repubblica – Rivolta dei penalisti casalesi contro Saviano per il suo articolo su Repubblica. Questo non è antimafia, questo è salotto. O business. «Il difensore è ancora una figura indispensabile nel processo. Saviano legga la storia di Fulvio Croce, avvocato ucciso in nome di quella funzione».

Droga
Il Giornale – pag. 55: a Milano si tira più coca che a Londra, dove invece  va alla grande lo spinello.  Nella City si fumano 61 dosi al giorno di spinelli contro i 24 ai piedi della Madonnina. A Milano si accendono 43200 canne e si tirano 16200 bustine.  Indagine dell’istituto Negri sulle acque di scarico. La ricerca è stata pubblicata appena prima che entri in vigore il divieto da parte del Comune del capoluogo lombardo: chi verrà colto  a fumare spinelli  in luoghi pubblici  dovrà pagare una multa di 500 euro.


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