Welfare

Più lavoro, più futuro

Presentata la relazione al Parlamento sull'applicazione della legge sul collocamento obbligatorio

di Gabriella Meroni

Al 2007, il totale degli iscritti agli elenchi unici provinciali del collocamento obbligatorio (art. 8) era di 768.394, quasi 68 mila in più rispetto all’anno precedente e oltre 120 mila in più del 2005. Visto che anche i soggetti ex art. 18 possono essere iscritti, se si esamina solo la popolazione delle persone con disabilità, gli iscritti che accedono al collocamento mirato sono 712.424, in crescita rispetto agli anni passati.

Tale informazione viene confermata anche dall’analisi delle iscrizioni effettuate durante l’anno: 97.742 nel 2007. Da sottolineare la preponderanza assoluta del Mezzogiorno, il cui peso rispetto al volume di iscritti nazionale non è mai sceso negli ultimi anni sotto il 60%. Anche le dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro si sono incrementate, coinvolgendo ben il 77% di coloro che si registrano agli elenchi provinciali. Questa informazione mostra anche un accresciuto appeal da parte degli stessi servizi. Tuttavia, la corretta applicazione di quanto previsto all’art. 2 della Legge 68/99, che introduce il concetto di collocamento mirato, non rappresenta ancora una pratica diffusa sul territorio nazionale: si limita infatti al 42,3% del Paese la piena costruzione di progetti individuali per le persone con disabilità e la sperimentazione di nuove modalità di collaborazione con i datori di lavoro. Ne è riprova l’impegno dichiarato come prevalente dai Centri per l’impiego, che si divide tra adempimenti di pratiche amministrative e servizi individualizzati agli iscritti, entrambi con il 45,3% delle segnalazioni.

Notizie positive si registrano dalla lettura delle cifre sugli avviamenti al lavoro. Il 2007 rappresenta, anche in questo caso, l’annualità che sviluppa maggiori numeri assoluti. Sono infatti 31.535 le persone disabili avviate al lavoro e, per la prima volta, il mercato del Nord Est delle piccole imprese assorbe un maggior numero di lavoratori rispetto alle regioni nord occidentali: 10.151 individui nella prima area, contro i 9.692 della seconda. Ma appaiono in crescita anche i dati delle regioni del centro (5.548 unità) e del Sud e Isole (6.144). Quanto alle modalità di avviamento, si riscontra il progressivo incremento delle convenzioni, aumentate da 14.176 nel 2006 a 14.653 nell’annualità seguente, con un peso percentuale del 45,8% che gli assegna il titolo di istituto più applicato. Il dato è interessante, in quanto la convenzione rappresenta il dispositivo contrattuale che contempla l’intera gamma di strumenti e servizi di accompagnamento al lavoro previsti dalla Legge 68/99 e costituisce quindi lo stadio evolutivo più maturo del collocamento mirato.

Quali sono però le opportunità di accedere all’occupazione per un disabile in cerca di lavoro? Una prima risposta ci viene dalla lettura del computo della quota di riserva relativa al bacino di imprese sopra i 15 dipendenti. Nel 2007 veniva dichiarato un numero di 212.449 unità di personale che le 73.378 imprese private dovevano avere alle proprie dipendenze. La percentuale di posti scoperti sull’intera quota d’obbligo era del 25,7%, in calo rispetto all’anno precedente. Sul versante delle pubbliche amministrazioni, la quota di riserva computata per le 3.866 imprese di questo settore è inferiore e non raggiunge le 99.000 unità di personale, con una scopertura di meno di 11.000 unità di personale.

La distribuzione percentuale dei posti disponibili nelle imprese private, per aree geografiche, mostra che la quota maggiore dei posti riservati si colloca nel Nord Ovest
(40,9% del totale), mentre il tasso più alto di scopertura spetta alle regioni del Centro (37%). Una volta entrati in azienda, i lavoratori disabili vengono assunti con contratti a tempo indeterminato in 51 casi su 100, con un’incidenza del part-time del 26%. La flessibilità dell’orario di lavoro è superiore nei tempi determinati, con il 36,6% di casi registrati su base nazionale. Nel 2007 sono state notificate ai servizi 7.353 risoluzioni dei rapporti di lavoro, di cui il 66% riguardava contratti a tempo indeterminato.

Nella definizione dei gruppi sociali oggetto di analisi, la IV Relazione introduce gli extracomunitari, cercando di valutare quanto la presenza straniera in Italia abbia interessato il sistema del collocamento mirato e quanto ci si trovi di fronte ad una nuova forma di “doppia discriminazione”. Gli iscritti extracomunitari che risultano registrati agli elenchi unici provinciali, nel 2007 rappresentavano solo lo 0,8% del totale. La loro distribuzione sul territorio si posiziona tra Centro e Nord Italia, con percentuali che oscillano intorno al 30% in ciascuna ripartizione. Riguardo ai 750 avviamenti del 2007, uno su due è stato realizzato nelle regioni del Nord Est, mentre pressoché nullo è il contributo del Mezzogiorno.

Vedi anche: www.nonprofitonline.it

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