Gabbati tre volte dalla querelle Alitalia. I cittadini italiani ci perdono nelle vesti di contribuenti che hanno sborsato più di 5 miliardi per ripianare le perdite del vettore nazionale; come passeggeri-consumatori privati di giusta concorrenza e nei panni di piccoli investitori, quei cassettisti fedeli che hanno comprato azioni e obbligazioni Alitalia.
Il governo ha deciso di correre ai ripari con un decreto, il 28 agosto 2008. Il paracadute previsto dall’esecutivo risponde alla voce “conti dormienti”. Quella cassaforte di depositi dimenticati, circa 13 miliardi, già messa in pista per risarcire le vittime dei crac finanziari (da Parmalat e Cirio in poi), ma anche per la stabilizzazione dei precari e per contribuire al fondo per la social card per gli anziani poveri. Una coperta che si annuncia già troppo corta, quindi…
Intanto toccherà fare chiarezza – e le associazioni dei consumatori attendono il governo al varco del decreto attuativo – su chi saranno i piccoli azionisti aventi diritto al rimborso. Escluso il Tesoro, in Alitalia non ci sono partecipazioni superiori al 2%. Circa la metà dell’1,3 miliardi di azioni (0,44 euro per titolo per un valore complessivo di 600 milioni) appartiene, quindi, a investitori “non grandi”. Il valore degli asset Alitalia, stimato da Cai attorno a 800 milioni di euro, non verrà in soccorso degli azionisti. La compagnia di bandiera è sommersa da debiti finanziari per oltre 1,5 miliardi e verso i fornitori per una cifra compresa tra 1 e 2 miliardi.
Il capitolo obbligazionisti ha un sapore ancora più amaro. La Consob ha congelato i bond Alitalia (circa 715 milioni scadenza 2010 a un rendimento del 7,5%, emessi 2002) per evitare la fuga in massa degli investitori. Il Tesoro ha sottoscritto il 62,4% dei bond convertibili, mentre risparmiatori e banche hanno il restante 37,6%. Non era un affarone l’offerta di AirFrance-KLM, che aveva proposto il lancio di un’Opa sul 100% delle obbligazioni Alitalia, a un prezzo unitario di 0,3145 euro contro un valore (a marzo) di 0,75 euro. Ma per una società super indebitata come Alitalia (i bond della compagnia hanno perso il 34% in un anno), dice Paolo Fiorio del Movimento Consumatori, «è difficile aspettarsi di più». Perché oggi, «la dichiarazione di insolvenza mette in crisi ogni ipotesi di rimborso». E i debiti «salvo miracoli, saranno interamente a carico dei contribuenti». E precisa: «Bisogna vedere se lo Stato si farà carico anche della vicenda bond». Chi sta peggio, tuttavia, sono gli azionisti. E «il richiamo di Tremonti ai fondi dormienti?», continua Fiorio, «non ci rassicura più di tanto. Le risorse non sono infinite mentre le vittime dei crac aumentano ogni anno. In questa vicenda i più tartassati sono i risparmiatori».
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