Cultura

Un po’ di luce per la vita delle lucciole

«Ribellatevi, Dio è con voi» dice in italiano e albanese Raffaele Nogaro da un registratore che due suore portano alle ragazze. Così decine di loro si sono salvate.

di Nadia Verdile

Schiave. Rapite e messe all?asta. Comprate e vendute come merce. Senza il rispetto che ad essa si dà. Questa la storia di migliaia di giovanissime albanesi, russe, nigeriane, ghanesi che giungono nel nostro territorio gestito sempre più dalle mafie: «made in Italy», slava, africana. Nella Missione Blinisht, in Albania, don Antonio Sciarra, un sacerdote della diocesi di Pesaro pianta una croce bianca davanti alla parrocchia ogni volta che scompare una giovane donna per ricordarla al cuore di chi resta, per tenere alta l?attenzione, per pregare, e poi la toglie quando la ragazza ritorna a casa o dà di lei notizie certe di salvezza. Un?iniziativa volta a denunciare anche sul posto lo scandaloso mercato che vede come oggetto di compravendita giovanissime albanesi rapite da conterranei malavitosi.

Un appello dall?Albania
Qualche mese fa ha pensato di chiedere aiuto in Italia, a chi da tempo si occupava delle prostitute e lavorava per loro. Inviò una lettera a monsignor Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta, vescovo in una terra di frontiera. Don Antonio gli chiese di scrivere un messaggio forte, caritatevole e convincente, che potesse aiutare le ragazze a trovare il coraggio di denunciare. E Nogaro non si è fatto attendere, lo ha registrato su un?audiocassetta bilingue (italiano e albanese) per distribuirla a tappeto alle ragazze albanesi prostitute nel nostro Paese.
L?intento dell?iniziativa è di illustrare al popolo delle «ragazze di strada» gli impegni già nati in loro favore; indurre le organizzazioni ecclesiali ad esprimere un impegno ancora più forte sulla problematica; lanciare un chiaro segnale alle organizzazioni malavitose italo-albanesi che gestiscono questo commercio.

Cento milioni per la libertà
«Le donne portate in Italia giungono prevalentemente come clandestine, dopo un viaggio che è un?odissea» ci dice il vescovo Raffaele Nogaro, «e sono subito costrette a subire violenze di ogni tipo. A loro tolgono i passaporti e chiedono di riscattarli con cifre di 100-120 milioni. Per queste donne, per la giustizia che deve essere aiutata a compiere il suo cammino, per l?amore che ciascuno di noi deve al prossimo, abbiamo voluto la venuta delle Suore Orsoline da Vicenza a Caserta affinché con il loro aiuto potesse iniziare il lavoro di recupero alla vita di queste giovani donne rubate. È compito della Chiesa e di ogni persona mettere a servizio degli altri le proprie risorse. Ogni volta che una donna crederà nella possibilità di essere accolta da noi e di essere aiutata si ripeterà il miracolo della vita e sarà messa in pratica la parabola del figliol prodigo».
Attualmente una trentina di giovani donne, grazie all?opera della diocesi di Caserta, ha ritrovato la propria esistenza, usufruendo di una nuova identità, una nuova casa, un nuovo lavoro e nuove amicizie. A Caserta le Orsoline lavorano ormai da cinque anni. Sono divenute un punto di riferimento.
A loro si rivolge il personale della questura, degli ospedali, dei molti posti dove le ragazze giungono disperate, ferite, annientate per chiedere aiuto e per essere curate. «Quando ci chiamano», dice suor Rita, «noi accorriamo e per lunghi giorni non facciamo altro che essere utili nelle cose quotidiane e materiali. Per esempio, se sono in ospedale portiamo loro cibo, pigiami puliti, piccole cose a cui nessun altro potrebbe pensare. Loro non si fidano. Hanno paura di tutto e di tutti. Devi prendere in mano tutta la loro vita. Non credono più nella possibilità di farcela e continuano a farsi del male quasi a voler punire se stesse per le nefandezze di cui sono vittime. Per la criminalità sono fonte di immensa ricchezza. Dopo il traffico d?armi e di droga c?è quello di donne e bambine».
Già, la percentuale di minorenni è del 38 per cento circa. La convivenza con la camorra campana permette una presenza molto forte di giovani prostitute. Ogni sera, in Campania, nelle tasche della malavita entrano 6 miliardi, un giro d?affari incredibile. Alla fine di ogni mese, 180 miliardi arricchiscono gente senza nessuno scrupolo, senza nessuna dignità.

La tenacia degli aguzzini
«Da poco abbiamo trovato lavoro e casa ad una giovanissima donna albanese, e la sua storia ha avuto un lieto fine» continua suor Rita. «Non sempre, però, ci riusciamo. I loro rapitori le seguono passo passo, è molto difficile far perdere loro le tracce. Se parlano e vengono ritrovate la loro sorte è segnata: vengono selvaggiamente picchiate, violentate, qualche volta uccise affinché le altre possano pensarci. Nelle scorse settimane era venuta da noi la piccola Paola, 16 anni, proveniente da un minuscolo paesino dell?Albania. Il coraggio di denunciare lo aveva trovato. Aveva voglia di ricominciare. L?avevamo mandata anche a scuola. Sembrava che fosse rinata. Poi un giorno abbiamo perso le sue tracce. Con una telefonata mi diceva che stava bene e che era tornata a casa dai genitori. Ma il padre non l?ha mai più rivista. Sono certa che a riprendersela sono stati gli aguzzini. Temo per la sua incolumità». Le storie raccontate da suor Rita si susseguono, hanno in comune la tragedia del rapimento, lo strazio della violenza, la crudeltà della vita in cui sono costrette a vivere. «Alma giunse da noi grazie all?aiuto di un cliente che a lei si era affezionato. Ci chiese di salvarla ma la giovane con noi non parlava. Dopo due mesi di assoluto silenzio, in cui sembrava impossibile comprenderla, cominciò il racconto, la fiducia nel nostro starle accanto senza chiedere nulla in cambio.

Il racconto di chi ce l?ha fatta
Venne fuori la tragedia della sua vita: venduta dalla madre, in Albania, a soli cinque anni, aveva subito una serie inenarrabile di violenze dal momento del rapimento. Prima isolata in una casa per una settimana, nella quale a gruppi abusavano di lei, poi venduta, con una serie di passaggi di proprietà, a varie bande criminali che per dominarne l?anima la violentavano ripetutamente, e quindi buttata sulla strada. Con noi Alma ha fatto un percorso di ricostruzione della sua dignità calpestata, ha dimostrato di amare la vita, tanto che oggi è partita per il Nord dove ha trovato un lavoro e si mantiene da sola. Anche per un?altra ragazza, Lilian, è andata bene: adesso vive con noi insieme alla sua bambina e sta imparando a fare la sarta. Quando tornerà a casa, ci dice, sarà capace di creare un piccolo laboratorio per la realizzazione dei vestiti, potrà dare lavoro ed essere da esempio, positivo, cercando di insegnare a chi ha il sogno di partire che l?Italia non è proprio la terra promessa, soprattutto se a prometterla sono certi uomini, certi criminali».
Intanto, l?audiocassetta registrata da monsignor Nogaro ha innescato un nuovo meccanismo: la possibilità dell?avvicinamento ?silenzioso? e ?permanente?, poiché chi ascolta il messaggio poi può conservare la cassetta e può così risentirlo, lasciarsi convincere da una voce amica a riscattare la propria vita, a denunciare gli aguzzini sapendo di poter trovare una porta aperta, un sicuro riparo, una protezione vera.

Dal nastro,la voce del vescovo
Carissime figlie, vi trovate qui ?oltre il mare?, il più delle volte costrette, come merce da comprare, sfruttate, vendute, private di ogni diritto, calpestate nella vostra dignità di donne. Conosco le vostre abissali paure, nate da infinite e inumane violenze, da continue minacce di ritorsione su di voi e i vostri cari. Sento il dolore delle vostre lacrime che silenziosamente vanno a solcare l?angoscia e la desolazione che opprimono e infangano i vostri sogni, le vostre speranze, il fiorire della vostra vita. Ma con il cuore in mano vi dico, vincete la paura, non siete sole. Dio ascolta e comprende il vostro grido di dolore. Dio vi ama e il suo infinito amore di tenerezza abbraccia tutto il vostro dolore umano fino a farlo diventare il suo grido di dolore. Egli vi è padre e vi accoglie come sue figlie, e in quanto padre insieme a voi lotta perché vuole e desidera che le sue figlie siano libere. Carissime (…) c?è una porta aperta, c?è una mano tesa pronta a stringere con ogni forza e dolcezza la mano di ciascuna di voi. Non siete sole nel vostro coraggioso cammino di liberazione. Noi siamo con voi per dare ali alla vostra speranza. (…) Come vescovo, come uomo di Dio, ma soprattutto con cuore di padre vedo i vostri volti, ad una ad una consegno la mia preghiera… Donna, figlia e sorella, con te esulto e gioisco, con te piango e soffro, con te spero, e spero che il miracolo accada e che tu veramente possa risorgere.

monsignor Raffaele Nogaro

25 mila miliardi l’anno,due vittime al mese
Nella nostra Penisola un esercito di 40 mila donne, costrette a prostituirsi dal racket, arricchisce le casse senza fondo della criminalità organizzata. Tra loro 25 mila sono le straniere (specialmente provenienti da Albania, ex Jugoslavia e Nigeria) e almeno 2000 le minorenni. Questi alcuni dati forniti la scorsa settimana da uno studio della regione Lazio, mentre stime di associazioni come la Caritas informano che il 65% lavora in strada, il 29% in albergo, le altre in casa. Milano e Torino ne ospitano circa un terzo, a seguire c?è la capitale con 5000 presenze e poi la Campania, in particolare le province di Napoli e Caserta. Di circa 25 mila miliardi è il fatturato annuo prodotto in Italia dalla prostituzione, un fenomeno che genera criminalità e violenza: dal 1994 al 1998 sono state uccise in strada ben 118 ragazze (più di due al mese con un incremento del 119% in quattro anni) e 19.400 persone sono state denunciate nello stesso periodo per reati legati a questo mercato. Ma al di là dei dati e delle stime più o meno ufficiali, è difficile quantificare il fenomeno in concreto perché il rapimento, lo sfruttamento e l?omicidio avvengono in ambito clandestino usufruendo della copertura della malavita locale. Nella sola Campania, ogni mese, dallo sfruttamento delle ragazze vanno nelle casse della criminalità organizzata 180 miliardi di lire, nel Lazio 800 miliardi. Il governo, da due anni, sta lavorando alla lotta contro la tratta delle schiave. Nel 1997 l?ex ministra per le Pari Opportunità Anna Finocchiaro condusse gli accordi per la realizzazione di un protocollo di intesa che fu poi firmato da Prodi e Clinton, lo scorso anno con il testo unico sull?immigrazione sono stati fatti dei passi avanti, oggi l?associazionismo laico e cattolico vuole far approvare un disegno di legge che predispone «Misure contro il traffico di persone». Ma occorrono anche forti misure di prevenzione nelle terre di provenienza di queste giovani donne, spiegando loro in quale situazione si verranno a trovare dopo le promesse di viaggi della speranza.

Le lucciole in Italia

Numero di prostitute 40.000
Di cui straniere 25.000
Minorenni 2000
Fatturato annuo del racket (mld) 25.000
Omicidi (1994/98) 118
Omicidi 1994 16
Omicidi 1998 35
Incremento +119%
Persone denunciate 19.400
Lavorano in strada 65%
Lavorano in albergo 29%
Lavorano in casa 6%

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