Welfare

Tornano le stragi del sabato sera

Il testimonial Marcello Lippi: «Inutili le campagne di prevenzione»

di Franco Bomprezzi

Da domani i locali pubblici, pena multe e chiusura, dovranno esporre in modo ben visibile le tabelle alcolemiche per informare i clienti sui tassi di alcol corrispondenti alle diverse bevande somministrate. Un provvedimento che non piace ai gestori, ma intanto l’ultimo week end è stato segnato da un numero impressionante di incidenti stradali causati da guidatori in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe.

 


L’allarme alcol e droghe viene ripreso dal Corriere della Sera alle pagine 5 e 6. Il titolo principale è invece appaltato al caso Alitalia: “Alitalia, si riapre la trattativa”. Staremo a vedere. La notizia delle stragi è riassunta nel titolo di pag 2: “Alcol e cocaina, 6 morti sulle strade in 18 ore”. A Milano un ventenne già denunciato 4 volte imbottito di droga e alcol ha bruciato il rosso centrando un’auto e uccidendone il conducente sul colpo. A Savona, Verona e Teramo le altri morti del tragico fine settimana. Giovanardi accusa: «Ci sono esercenti seri e collaborativi. Ma anche organizzazioni che contrastano i programmi di prevenzione delle stragi del sabato sera». L’intervista di appoggio è a mister Marcello Lippi, testimonial della campagna sulla prevenzione dell’alcol lanciata dal ministero della Salute. Ammette: «Evidentemente le campagne non funzionano. Occorre cambiare strategia. Quando i miei figli erano in età da discoteca io e mia moglie cercavamo di accompagnarli e riprenderli. Se mi proponessero una nuova campagna anti alcol? Chissà?».
Da domani comunque pub e discoteche saranno tenuti a esporre le tabelle per calcolare il tasso alcolico, che per legge è fissato a 0,5. Critico Renato Giacchetto, presidente del Silb, l’associazione dei gestori di locali notturni: «Inutile andare avanti con le proibizioni che non ottengono e non otterranno risultati in termini di diminuzione della mortalità per abuso».

Richiamino in prima su Repubblica: “Una notte sulle strade con la pattuglia anti-alcol”. La cronaca a pagina 9: “Alcol e cocaina, strage sulle strade, weekend di sangue con sei morti”. Paola Coppola dà conto dei diversi incidenti che si sono verificati  nel fine settimana. Riporta l’opinione di Giordano Biserni, presidente Asaps, Associazione sostenitori e amici polizia stradale: «Non sono aumentati gli incidenti provocati da chi si mette alla guida dopo che ha bevuto o assunto droghe, è che oggi c’è maggiore attenzione a rilevare le condizioni psico-fisiche dei conducenti»; «prima la probabilità di essere controlli era una ogni 140 anni di patente. Praticamente irrisoria. Nel 2008 si vorrebbe arrivare a una ogni 14 anni. Servono leggi ma soprattutto l’aumento e la continuità dei controlli». Come dargli torto? Intanto Giovanardi ha reso operativo il protocollo per controllare i lavoratori a rischio. Massimo Lugli, invece, ha passato la notte sulle strade romane: “Al posto di blocco a caccia di drogati «Chi ha sniffato si tradisce da solo»”.  Fra le reazioni dei controllati (e beccati), più o meno patetiche, segnalo quella di un rapper che ammette di aver appena fumato una canna e poi quando gli ritirano la patente ribatte: «Ma come ho collaborato, vi ho detto tutto… La macchina mi serve per andare a lavorare, aiuto i ragazzi disabili». In una breve (ma i giornali non hanno principalmente una funzione di servizio informativo?) la notizia che da domani, nei locali, saranno obbligatorie le tabelle per calcolare il tasso alcolemico.

 “Guidano ubriachi, fanno strage e i giudici ridanno la patente” titola il pezzo di Salvatore Scarpino in copertina de il Giornale che prosegue a  pag. 13 . Scarpino riflette sui casi in cui “la linea dura è abolita per sentenza”.   L’articolo di cronaca fa la rassegna dei sei morti in 24 ore.  Giovanardi annuncia  l’avvio della sperimentazione dei controlli antidroga preventivi al rilascio della patente. i test cominceranno però sui neopatentati delle città: Verona, Perugia, Foggia, Cagliari.

La Stampa mette in primo piano con richiamo in copertina i morti sulle strade d’Italia, per colpa della droga e dell’alcol. Da domani, spiega il pezzo di apertura, sarà obbligatorio per i locali esporre le tabelle per il calcolo del tasso alcolemico, secondo quanto previsto dal decreto del 30 luglio del ministero del Welfare. Le tabelle danno indicazioni dei vari “stadi” di ubriachezza a seconda di variabili come il peso, la quantità di alcol assunta, i sintomi. La Stampa però fa provare a sette volontari di diversa corporatura l’etilometro dato in dotazione alla polizia municipale di Torino dal ministero dell’Interno e arriva alla conclusione che «L’etilometro non è uguale per tutti», le variabili sono molte (peso, sesso, tempi di assimilazione) e non tutte prevedibili. A fronte di una stessa quantità di alcol c’è chi “passa” e chi deve tornare a casa a piedi.


E inoltre sui quotidiani di oggi:

Non profit
La Stampa – Una pagina intera dedicata alla “crisi di vocazioni nell’Agesci”. L’associazione scoutistica cattolica lancia l’allarme: in calo gli educatori, mancano “i quadri” dello scoutismo. «Se a 21 anni, in media, i ragazzi concludono il loro percorso formativo nello scoutismo e scelgono di cominciare quello da educatori scout, a 24 anni in molti decidono di abbandonare del tutto». Il pezzo de La Stampa dà i dati per quanto riguarda Torino: dal ‘98 al 2008 i gruppi sono scesi da 30 a 24, alcuni gruppi sono spariti e altri annessi ad altri. E’ sceso anche il numero dei ragazzi: da 3100 a 2500, eppure le richieste di ingresso di ragazzi nei gruppi aumentano tutti gli anni,  ci sono gruppi scout che hanno liste d’attesa lunghe anni. In pratica mancano educatori. Le cause? «Travolti da nuove esperienze, studi all’estero, soprattutto, e svaghi di ogni tipo, e dal mondo del
lavoro più difficile da gestire e da progettare rispetto ad alcuni anni fa». Insomma, la “flessibilità”, non pare giovare a questo modello di impegno sociale. Prevale l’autocostruzione di sé a scapito  dell’impegno nella collettività, è un’altra delle ipotesi di spiegazione che emergono dalle parole di alcuni intervistati, dal vescovo di Torino Renato Boccardo alla presidente nazionale Agesci, torinese, Paola Stroppiana.

Latte cinese
la Repubblica – “Cina, incubo latte contaminato «13mila i bambini avvelenati»: in prima e poi a pagina 13. La melamina sarebbe aggiunta per far semrbare più proteico il latte. Peccato che sia anche un veleno. Ad Hong Kong sono stati ritirati i prodotti Nestlè, che però si difende: nessun prodotto fatto in Cina è fatto con latte contaminato. In Italia non è importato latte cinese. Si intervista anche Paolo Aureli, Istituto superiore sanità: “Quel veleno è stato aggiunto per  renderlo più proteico”. La richiesta è: maggiori controlli.

Petrolio italiano
Corriere della Sera – A pag8 e 9, il focus è dedicato all’oro nero italiano. Titola il Corriere: “Basilicata, il petrolio che non porta ricchezza”. In val d’Agri si estrae l’80% dell’oro nero italiano. I 47 pozzi custodiscono ancora 500 milioni di barili (finora ne sono stati estratti quasi 11 milioni) che ai valori attuali valgono un tesoro da 50 miliardi di dollari. Preso in Basilicata oltre all’Eni, incominceranno ad estrarre anche Total, Esso e Shell (giacimenti di Tempa Rossa). E saranno aperti scavi anche a Monte Grosso e nel mar Jonio all’altezza di Metaponto. Esposti i numeri il Corriere accusa: malgrado le speranze di sviluppo in Basilicata, «il lavoro manca come prima. Le opere infrastrutturali nessuno le ha viste. Mancano i fondi per i prestiti agevolati agli imprenditori. Il costo della benzina non ha subito sconti. In realtà, come riporta il Corriere, fra Regione e Eni esiste un accordo per 11 progetti compensativi del valore di 180 milioni di euro, per la sostenibilità ambientale, la formazione e lo sviluppo culturale. Aggiunge il vicedirettore generale Claudio De Scalzi: «Sono già state versati 500 milioni di euro di royalties, con un potenziale di 2 miliardi se si riuscirà ad arrivare a uno sviluppo completo dei campi della val d’Agri». E ancora: «130 tecnici lucani assunti e altre 30 assunzioni in corso, oltre a 300 ditte locali coinvolte nell’indotto Eni». Chiosa il Corriere: «A guardare bene i numeri si fa presto a capire che si tratta di piccoli numeri». 

Scuola
Il Giornale – pag. 11: inchiesta  ” Scuole italiane all’estero. Per i prof un paradiso da sei mila euro al mese”.  All’esame  del   ministro  degli Esteri  un piano di tagli alle spese fermo dal 1999.  A pag. 10 presentazione del libro di Vespa in cui compare anche la Gelmini che annuncia  un bonus di 7 mila euro per i docenti  migliori. In lizza  257 mila prof.

Università
Il Sole 24 Ore – E’ l’ora del riordino. Dopo ani in cui si moltiplicava a dismisura l’offerta formativa, per la prima volta dopo la riforma calano i master. Per l’anno che si apre sono circa 2000, meno 12,7% rispetto all’anno scorso: è iniziata, secondo il Sole, la fase della selezione e del riordino. Crescono solo i master di economia (+12%).

Immigrati
Il Sole 24 Ore – Ancora in crescita le imprese “straniere”. Secondo una ricerca di Unioncamere-Movimprese, in 5 anni sono nate 107mila nuove realtà di piccole e medie dimensioni gestite da stranieri. La crescita assoluta più elevata è a Milano, quella in percentuale a Ferrara. Quanto alla nazionalità dei titolari, il primo posto spetta al Marocco, seguito da Cina e Albania, più staccato il Senegal. I settori: nel commercio al dettaglio e nella produzione di metalli spiccano i marocchini; nel vestiario e ingrosso cinesi; nell’alimentare gli egiziani, nelle costruzioni gli albanesi. Curiosità: nel paese di Del Piero, San Vendemmiano, la seconda residente più ricca è proprio un’imprenditrice cinese, che ha dichiarato nel 2005 quasi 420mila euro, seconda appunto solo al famoso calciatore.
Il Giornale – In copertina la foto di persone di colore urlanti con in mano un cartello stradale, una mazza da baseball, e bottiglia di birra.  “Chi soffia sul fuoco della rivolta”, il titolo del fondo di Maria Giovanna Maglie. A pag. 6: “Maroni : 10 nuovi centri per le espulsioni”. Da Castelvetrano  Bassolino  dice «ben venga l’esercito».

Carceri
il Sole 24 Ore – Lo straniero rimane. Si affronta il tema della “cooperazione penale” cioè la disponibilità dei paesi di origine di chi delinque in Italia di riprendersi il detenuto. Disponibilità che è scarsa: a fronte di 82 accordi stipulati dall’Italia con altrettanti paesi, Asia e Africa sono quasi assenti. Risultato: il 40% dei detenuti reclusi in Italia provengono da paesi che non li riaccolgono, cioè da Marocco, Tunisia e Algeria.

Spesa sanitaria
la Repubblica – A pagina 16, Ferdinando Giugliano, “Sanità, bomba a orologeria sui conti”. L’ultima ricerca Cerm dice che la spesa sanitaria nel 2050 sarà insostenibile perché il rapporto fra lavoratori e pensionati sarà invertito (più pensionati che lavoratori) e quindi insostenibile. L’unica via è il finanziamento privato e parallelo.


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