Politica

Famiglia: gruppo di controllo per le sperimentazioni delle tariffe agevolate

Lo ha istituito Carlo Giovanardi per vigilare sull'utilizzo dei 97 milioni di euro stanziati dall'ex ministro Bindi

di Sara De Carli

A inizio luglio, nella sua prima audizione davanti alla Commissione Affari Sociali della Camera, per presentare il suo piano programmatico, il sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi aveva lanciato il sasso nello stagno e seminato qualche sospetto: forse i 97 milioni di euro stanziati nel 2007 dalla Bindi per seprimentare iniziative a favore delle famiglie non erano utilizzati così bene.

Ora per controllare l’utilizzo di quesi fondi – e degli altrettanti confermati per il 2008, per analoga sperimeentazioni – Giovanardi ha istituito un “gruppo paritetico” per la verifica dell’applicazione dell’intesa sottoscritta in sede di Conferenza Unificata ill 20 settembre 2007, concernente la sperimentazione di iniziative di abbattimento dei costi dei servizi per le famiglie numerose, la riorganizzazione dei consultori familiari, la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari. 

Il gruppo è coordinato da Angelo Mari, dirigente generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri in servizio presso il Dipartimento della Famiglia; gli altri 15 componenti sono tutti espressione della componente statale e regionale. Tra gli altri, Assuntina Morresi, consulente del sottosegretario Roccella, Raffaele Tangorra, Mario Giacomo Dutto.

Ecco il passaggio dell’intervento di luglio di Giovanardi: «Le politiche per la famiglia sono di competenza delle Regioni. Se il Governo decide di finalizzare dei fondi per le politiche per la famiglia, non si può fare: puoi solo metterti attorno a un tavolo con le Regioni, con poi il probelma del monitoraggio dell’uso dei fondi. Faccio l’esempio della cosiddetta “triplice”, quei 100milioni di euro stanziti dal ministro Bindi per politiche tariffarie a favore delle famiglie numerose, consultori, assistenti familiari, più – in un secondo momento – 25 milioni di euro per il rientro e la permanenza in famiglia di anziani non autosufficienti. Le regioni dovevano dare almeno il 20%, però poi c’è stata la deroga e alcune ne hanno dato solo l’8%. Le diverse Regioni hanno enfatizzato diversi settori. Per esempio vedo che alcune Regioni hanno presentato dei progetti per il capitolo politiche tariffarie per le famiglie numerose, ma poi lo hanno attuato solo su alcuni Comuni campione ed esteso anche alle società sportive: allora non è più un intervento a favore delle famiglie numerose».


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