Non profit

Usa: spot anti fuoristrada, aiutano Al Qaeda

Advertising sociale contro le grandi auto mangia benzina: finanziano Iraq e Arabia Saudita. E una campagna religiosa rilancia: «Cosa guiderebbe Gesù oggi?»

di Giampaolo Cerri

Uno spot di trenta secondi che fa il verso alla campagna federale contro la droga. Volti americani che dicono, guardando diretti in camera: «Ho aiutato il dirottamento di un aereo», oppure «ho finanziato i campi di addestramento dei terroristi». Come? «Guidando il mio Suv», ovvero i grandi fuoristrada dai pazzeschi consumi energetici e che negli Usa stanno conoscendo un boom di vendite (quasi 4milioni di macchine vendute nel 2001). È l’ultima campagna shock della Americans for Fuel Efficient Cars (AFEC), gruppo non profit che punta «a diminuire la dipendenza petrolifera degli Stati Uniti». Lo costituiscono una giornalista, Arianna Huffington, un produttore di film che ha lavorato anche con Tarantino, Lawrence Bender, un ambientalista, Laurie David e un agente cinematografico Ari Emanuel. Ieri la Huffington, portavoce della campagna, è stata intervistata per un quarto d’ora dalla Cnn, nel notiziario delle 21 (rilanciato in Italia dalla 7). La loro equazione è semplice: guidando questi mezzi, gli americani alimentano i consumi di carburante e quindi dell’import di petrolio da Paesi come Iraq e Arabia Saudita, considerati finanziatori e protettori di Al Qaeda. Una mobilitazione analoga, alla quale stanno dando vita una serie di organizzazioni religiose, ordini monastici inclusi. Anche in questo caso, la campagna si è servita dell’advertising sociale e di un testimonial di eccezione: Gesù Cristo. I manifesti, diffusi in tutto il Paese, ritraggono il Salvatore e un messaggio sibillino: «What would Jesus drive?», ovvero «Che cosa guiderebbe oggi Gesù?». Nessun riferimento al terrorismo in questo caso, ma alla difesa dell’ambiente e al Protocollo di Kyoto, disattesto dall’amministrazione Bush.


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