Famiglia

Accoglienze bambini bielorussi: il bilancio dell’estate

Il presidente di Avib rilancia gli impegni per l'autunno: nuove regole per l'accoglienza e la cooperazione, fino al convegno di marzo

di Sara De Carli

 

Pubblichiamo alcuni passi della lettera aperta che Raffaele Iosa, presidente di AVIB, ha scritto alle famiglie e alle associazioni a bilancio dell’estate.

Ora che tutti i nostri piccoli amici sono tornati in patria e a scuola (con un sistema scolastico rinnovato che aumenta la scolarità obbligatoria di base: complimenti!), è il momento di fare il punto e di riprendere  il lavoro che con intensità abbiamo iniziato nei mesi scorsi per il nuovo AVIB.

Alla fine della nostra estate accogliente, sono felice per il grande successo di qualità e l’assoluto rispetto delle regole che tutte le associazioni e le famiglie italiane hanno dimostrato. Dopo anni nei quali vi sono state turbolenze, posso affermare ora, partiti gli ultimi aerei, che è stato il miglior anno in assoluto per la qualità del nostro impegno. Segno che l’esperienza insegna, che un terreno chiaro e condiviso di regole funziona per tutti, che queste riducono i rischi di stranezze, e che il movimento italiano sta assumendo una maturità organizzativa ed educativa che va oggi  ottimizzata per dare al futuro un senso ancora migliore. Insomma, l’amicizia tra Italia e Bielorussia è stata messa positivamente alla prova, ha funzionato,  va confermata e ulteriormente sviluppata.

In questa mia prima estate da presidente ho potuto anche misurare la competenza e la sensibilità delle nostre reciproche autorità (sia le due ambasciate, che le istituzioni di riferimento) per tutti i piccoli casi  e le situazioni di valore umanitario, utili a rendere positive e corrette le accoglienze. Ma ho anche potuto cogliere più direttamente la vastità e qualità delle esperienze di accoglienza. Che non si riducono affatto a viaggi di vacanza con famiglie abbandonate a se stesse, ma a proficui progetti di accoglienza dove si offrono ai nostri bambini e ragazzi opportunità non solo di salute, ma anche culturali, sociali, linguistici, parascolastici di grande aiuto per la loro crescita. Questi aspetti forse sono stati in passato poco esaltati, ma nessuno può dire che offriamo banali vacanze. Offriamo amore e opportunità, che assieme alla salute fanno migliore il futuro di questi bambini.

Mi ha in particolare colpito l’attenzione che molte associazioni hanno avuto per gli adolescenti. Sono numerosissime le esperienze di stages, opportunità formative, esperienze sociali che hanno riempito l’estate dei nostri adolescenti (l’età più difficile sempre) con effetti di maturazione di responsabilità e ottimismo nella vita. Altro che vacanze a consumare! Ho visto  accoglienze come ricchezza da spendere nella loro vita scolastica e nella loro maturazione. Con una vera “famiglia seconda” che senza ricatti aiuta gratuitamente giovani spesso provenienti da aree di disagio e da sofferenze biografiche a credere di più in se stessi, a maturare con responsabilità sapendo che si crede in loro. Di questo amore e fiducia sono riempite prima di tutto le valigie con cui sono tornati! E quest’anno con una serietà maggiore circa equivoci sul loro destino, senza alibi, con serenità perché le accoglienze non diventino uno schizofrenico pendolarismo o un illusorio Bengodi. Penso che per tutto questo l’AVIB ha  contribuito, seminando serietà e impegno. Che  servono a puntare nettamente sulla qualità, sul rispetto delle regole, anzi sulla loro valorizzazione non come vincoli ma come condivisione degli obiettivi  delle accoglienze.

Posso quindi affermare che l‘accordo tra governo italiano e governo bielorusso si è dimostrato una piattaforma interessante ed intelligente per andare avanti, non per tornare indietro. Funziona. Il doloroso e sconcertante caso della ragazza bielorussa trattenuta negli Stati Uniti, che abbiamo tutti seguito con apprensione ma anche  disapprovazione, dimostra ancora di più che è ormai ora di passare dall’aiuto spontaneo e casuale allo scambio e alla bilateralità tra governi e popoli, non solo sulle accoglienze ma anche sulla cooperazione internazionale, sull’organizzazione dell’impegno del volontariato in patria e in Bielorussia.

Per queste ragioni sto preparando un dossier che nel mio vicino viaggio in Bielorussia porterò alle autorità competenti (in particolare alla vice ministra dell’istruzione Kovaleva) sulle migliori pratiche che ho raccolto, su come si possano qualificare nel futuro le accoglienze e la cooperazione decentrata in Bielorussia partendo dalle migliori esperienze realizzate sul campo. Questo per far conoscere meglio cosa facciamo e siamo, ma anche per sviluppare nuove regole e accordi di qualità nell’interesse dei bambini. Ma….pacta sunt servanda: il futuro deve essere reciproco, frutto di accordi e di sviluppo dell’amicizia, senza atti unilaterali. E’ nell’interesse di tutti!

È da qui che parte il nostro autunno, denso di lavoro. Nella prossima settimana uscirà la terza newsletter contenente analiticamente gli impegni. C’è molto da fare in Italia, per dare maggiore chiarezza alle regole e al lavoro del Comitato nazionale minori e alle istituzioni sull’impegno del volontariato per i minori in difficoltà. Abbiamo un’agenda corposa di contatti con le nostre istituzioni, cui non andremo a chiedere ma a proporre. Abbiamo anche la prevista consultazione di associazioni e famiglie sul futuro dell’amicizia con la Bielorussia, per decidere insieme.  C’è da fare per dare qualità ed economicità alle nostre accoglienze, partendo dalle spese ma soprattutto operando per migliorare sempre più la qualità delle nostre accoglienze. C’è da fare per consolidare e sviluppare tutti gli accordi con la Bielorussia. Questa splendida estate perfetta ci conforta che sarà più facile. Ma tutto questo va fatto in modo bilaterale, non avendo più per obiettivo l’aiuto tout court (magari anarchico) ma lo scambio sempre più maturo, per rendere i due paesi  più amici sul serio.

Insomma, ci attende un autunno caldo, partendo dalla messa a punto delle regole di accoglienza, la progettazione delle accoglienze invernali, fino alle nuove sfide della cooperazione. Ma ne abbiamo anche una interna, per maggiore unità tra noi (che sento sempre più in crescita) verso un nuovo congresso a marzo 2009 che dia spessore e continuità ad un impegno che ci rende sensata e felice la vita. Grazie, grazie di vera riconoscenza a quelle migliaia di famiglie italiane che quest’estate hanno come me gioito, pensato, dato, vissuto pienamente un’estate nella quale abbiamo anche tanto (ma proprio tanto) ricevuto e imparato dai nostri bambini bielorussi.


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