Non profit

Il big bang in prima pagina

Grande risalto all'esperimeno del Cern di Ginevra sui giornali di oggi

di Franco Bomprezzi

L’idea di trovare “la particella di Dio” è fortemente suggestiva, e in qualche modo legittima, per l’opinione pubblica del tutto ignorante di fisica, l’enorme finanziamento europeo, Italia compresa, all’esperimento nucleare iniziato ieri al Cern di Ginevra. Interessante, dunque, vedere come oggi i quotidiani affrontano un tema così difficile da divulgare e inconsueto.

“Big Bang, festa al Cern, l’acceleratore funziona” titola in prima pagina il Corriere della Sera di oggi. Che spiega: «è partita senza problemi la supermacchina del Cern di Ginevra, l’acceleratore di particelle che dovrà catturare il bosone di Higgs, la “particella di dio”, che spiega il peso delle cose. I servizi sono a pagina 2 e 3. La supermacchina permetterà a un esercito di 6mila cervelli che, suddivisi in quattro esperimenti, di lanciare lo sguardo nelle profondità della materia. I toni trionfalistici del servizio sono mitigati dalla frenata di monsignor Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia della Vita: Parlare di ricerca delle particelle di Dio mi sembra improprio: Dio non si può trovare con gli esperimenti». Però solo verso l’estate prossima si raggiungerà la capacità massima di 14 teraelettrovolt: allora si vedrà se l’astrofisico Stephen Hawking avrà vinto la scommessa di 100 dollari sostenendo che la particella di Dio non si troverà. Curiosità: fra gli invitati al Cern ad assistere all’esperimento c’erano anche gli scrittori Camilleri e Giordano.

la Repubblica apre (come il Sole 24 Ore) con “Italia, incubo recessione”. Il Cern “relegato” a pagina 22: “Big Bang a Ginevra, scienziati in festa”. L’inviata Elena Dusi fa la cronaca della giornata. Il fascio di particelle parte con un lieve ritardo. Più interessante l’intervista a Carlo Rubbia: «Fino a ieri il Big Bang era una categoria filosofica. E la Genesi la imparavamo dalle Sacre Scritture. Da oggi invece il Big Bang è un esperimento. E al Cern è possibile simulare in maniera accuratissima le condizioni dell’universo nei suoi primi milionesimi di secondo»; «oggi abbiamo dato il via, ma solo negli anni vedremo cosa l’esperimento avrà da dirci». «Di tutta la materia dell’universo conosciamo solo il 5%. L’altro 95% ha una natura che ci è ignota. Lhc (l’acceleratore) stesso è costruito sulla base di conoscenze così limitate…».


«Nel Cybermondo la psicosi si autoalimenta». La Stampa oggi pubblica una cronaca divertita e leggera, piacevole da leggere, della prima fase dell’esperimento di Ginevra alla ricerca delle “origini dell’Universo”, scritta “in diretta” dall’inviato dal Cern di Ginevra “La fine del mondo può attendere. L’esperimento di Ginevra è riuscito, smentiti i timori dell’Apocalisse” è il titolo del Primo piano. Sarà stata la formula-slogan scelta per l’esperimento – alla ricerca della «Particella di Dio» a scatenare ipotesi millenaristiche e «l’illusione a chiunque di capire che cosa combineranno tutti quei fisici di tutte le nazionalità (600 sono italiani)»? Le domande sono enigmi da scombussolare i cervelli: che cos’è la materia, che cosa la tiene assieme, perché la materia ha prevalso sull’antimateria, che cosa sono la materia oscura e l’energia oscura, quali sono i rapporti spazio tempo, gli universi paralleli… enigmi che sfidano la scienza e appassionano la fantascienza. Due interviste su La Stampa, allo scienziato premio Nobel Carlo Rubbia e a Luciano Maiani, presidente Cnr. Secondo Rubbia si apre una fase entusiasmante per la fisica: «Adesso si apre una porta verso l’infinito e noi non sappiamo com’è fatto. Il 95% della materia dell’Universo ci è sconosciuta» e lo scienziato rivendica la “creatività” della scienza: «Spesso c’è poco rispetto nei confronti della scienza. Pochi si rendono conto che chi fa ricerca è come un artista e che deve sfogarsi anche a partire da realtà che possono apparire bizzarre. E’ come Galileo che diceva “Io non so e osservo”. Con il suo telescopio osservò pianeti e satelliti. Oggi LHC è il nostro telescopio».

Sull’esperimento in Svizzera panegirico assoluto del Sole 24 Ore che dedica all’esperimento ginevrino un commento in prima pagina, una pagina interna (con interessante parte di FAQ, più che mai necessarie in materie ostiche come queste) e parte del suo inserto Nova. Toni trionfalistici: «l’accensione dell’Lhc inaugura un’era di scoperte che cambierà per sempre la scienza e la conoscenza», è una delle frasi più modeste; ma c’è anche «l’accensione della più grande macchina scientifica mai costruita è come il primo passo di Neil Armstrong sulla luna». Insomma, un sogno che diventa realtà alla caccia della famosa “particella di Dio” (il bosone di Higgs). L’unico problema è che per sapere se funziona si dovrà aspettare il 2019, anche se ci sono ottimisti che fissano le prime conferme già nel 2010. È contemplata, però, anche la possibilità che l’esperimento fallisca e non si trovi il mitico bosone, e allora «sarebbe una sorpresa enorme, ma anche comunque una svolta significativa per la fisica» nota uno degli esperti sentiti dal Sole. Che da par suo fa anche i conti: il super-impianto è costato la bellezza di 8 miliardi di euro; l’Italia ha contribuito con 800 ricercatori e 336 aziende.

Il Giornale dedica al tema un pezzo di cronaca a pagina 19, ma sottolinea anche le applicazioni scientifiche che derivano dall’esperimento anche nella lotta ai tumori. Fondo di Michele Brambilla che chiosa: «fine del mondo all’italiana. Ennesimo rinvio».
Al “bosone di Higgs” (così si chiama “l’inafferrabile particella da cui dipende l’esistenza della massa, ossia la particella fino a oggi mai scoperta che fa aggregare tutte le particelle esistenti”.)

Avvenire dedica una pagina. Intervista al fisico Ugo Amaldi e, più interessante, a don Giuseppe Tanzella-Nitti, astronomo e teologo, sul rapporto tra Big Bang e fede nella creazione: dice “è un importante ricerca di verità. Nessun conflitto con la creazione: credere che l’universo sia stato creato da Dio non toglie valore alla ricerca in corso, anzi, valorizza gli sforzi di chi vuole capire com’è fatto il cosmo, risalire alle componenti fondamentali della materia. Quando il teologo parla di creazione intende un atto trascendente, la relazione continua tra Dio creatore e natura, mentre questo studio che riproduce le altissime energie dei primi istanti dell’universo non è chiamato né a confermare né a negare l’atto trascendente di Dio che fa venire in essere e mantiene in essere tutte le cose”.


 In un articolo molto scientifico su il manifesto Luca Tomassini conclude con un sorprendente paragone tra la storia del buco nero e le battaglie contro  la fecondazione assistita, unendo le due cose sotto il nome di «paura del nuovo». E termina domandandosi se bisogna davvero temere una scienza che punta più sulle applicazioni che sul valore conoscitivo.


E inoltre sui quotidiani di oggi:

ELUANA
Avvenire – Oltre alla notizia di cronaca legata a Eluana (lo stop della procura generale), l’intero inserto È Vita è dedicato a Eluana, al tema dello stato vegetativo. Ovviamente molto schierato, con due interviste tutte e due dalla stessa parte, una a Grianfranco Iadecola, ex pg della Cassazione, un’altra a Matilde Leonardi, neurologa del Besta (“in stato vegetativo è disabile grave. Ma è viva”).

CALL CENTER
Corriere della Sera – pag8/9: Il blocco alle attività di telemarketing imposto dal garante mette a rischio 30mila posti di lavoro nei call center(si tratta delle persone che si occupano delle chiamate commerciali, su un totale di 70mila occupati nel settore). Il corriere dedica al fenomeno il consueto focus alle pagine 8 e 9.

RECESSIONE
Il Sole 24 Ore – Apertura sulla recessione europea che tocca anche il nostro Paese, anche se peggio di noi stanno Germania, GB e Spagna. Le cifre sono sconfortanti: invece della prevista crescita del 2,6% in Eurolandia, andrà bene se arriveremo all’1,3%, con un’inflazione che vola al 3,6% (in aprile era al 3,1). L’Italia, pur non essendo in recessione da sei mesi come i paesi già citati, è quella che registra il tasso di crescita peggiore, +0,1% contro lo 0,5% previsto da Bruxelles in aprile.
POVERTA’ E CELLULARI
La Repubblica – R2: “Il telefonino, non la beneficenza può combattere la povertà”. L’inchiesta di R2 di fatto riprende la tesi di Yunus e documenta come, avendo ormai il cellulare moltissime funzioni, può essere volano di sviluppo: chiamare ma anche spedire denaro. «I cellulari stanno cambiando l’asimmetria dell’informazione che è l’essenza della povertà, in maniera drammatica» è la tesi di Leonard Waverman, London Business School.

ISLAM
il Giornale – Apre sulla protesta  contro i templi mussulmani che sta estendendosi da Verona a Pordenone.  Nel servizio a pag. 7 si legge che i musulmani sono 150mila e chiedono  nuovi luoghi di culto oltre le 40 sale di preghiera già esistenti. Una mappa del Veneto per capire dove sono. A Treviso domani arriva anche la tv al jazeera. La città sta vivendo momenti di tensione. il sindaco sgombera alcuni immigrati, il parroco don  Giuliano Vallotto difende i musulmani e il vice sindaco, della Lega, consiglia i fedeli a cambiare chiesa. I musulmani non stanno a guardare. Yousef Tadil ha chiesto a Marco Paolini, Alessandro del Piero, la famiglia Benetton di diventare i testimonial di una campagna di convivenza civile. INTEGRAZIONE CON LA I MAIUSCOLA.
AFRICA
Avvenire – Una pagina dedicata all’Africa, in una delle sue fasi più nere: sulla costa occidentale alluvioni, nella zona est, “il fenomeno è l’opposto ma il risultato il medesimo: qui è la gravissima siccità, unita all’aumento dei prezzi dei generi alimentari e ai conflitti locali, a pesare come un macigno sulle popolazioni locali (…) Nella sola Somalia il numero degli sfollati è a quota 2,6 milioni”.
Rifugiati
Il manifesto – p.7 centinaia di rifugiati si sono messi in marcia ieri dal centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto fino a Roma. 40 chilometri per chiedere l’asilo politico. Criticano i lunghi tempi d’attesa per l’audizione. Hein (Cir): «urgente che i tempi siano stabiliti dalla legge».


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