Formazione

Giornata per l’alfabetizzazione

Indetta per oggi dall'Unesco, firma la petizione

di Redazione

774 milioni di adulti, due terzi dei quali donne, vivono senza un’istruzione di base e 72 milioni di bambini non sono mai andati a scuola. I dati UNESCO parlano chiaro: il futuro del pianeta dipende dalla capacità di leggere e scrivere “L’alfabetizzazione sostiene lo sviluppo”. Inizia con questa frase il messaggio del segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan in occasione della Giornata Mondiale Unesco per l’Alfabetizzazione nel mondo. Un ruolo fondamentale, dunque, quello della scolarizzazione e dei sistemi educativi soprattutto nei paesi in cui lo sviluppo si sta facendo largo o stenta a farsi strada. “Essenziale per sradicare la povertà, per la crescita economica e per la partecipazione sociale” continua Annan. L’educazione primaria, inoltre, è uno dei Millennium Goals che entro il 2015 si dovranno raggiungere e sulla quale molti stati stanno lavorando nonostante carenza di fondi, guerre e conflitti. Non sono solo i più giovani su cui si deve investire, poiché secondo gli ultimi dati l’analfabetismo è alto anche tra gli adulti, soprattutto tra le donne. Sono, infatti, oltre 770 milioni nel mondo gli adulti analfabeti e i progetti per ridurre queste percentuali sono entrati nel vivo da tempo. Tra questi c’è Education for All (Efa) dell’Unesco che monitora la situazione mondiale andando a stimolare politiche di scolarizzazione e riduzione dell’analfabetismo nei paesi più colpiti.
Un primo passo importante è stato quello di abolire le tasse di accesso ai servizi scolastici primari in paesi come il Camerun, l’Uganda (abolite nel 1997) e il Malawi (nel 1994) permettendo la crescita della scolarizzazione con cifre imponenti. Come si può dedurre dal recente rapporto dell’organizzazione non governativa Oxfam “In the public interest” dedicato all’analisi di alcuni servizi pubblici come quelli idrici, sanitari e, appunto, educativi. Nel caso di questi tre stati africani la percentuale di aumento della scolarizzazione è arrivata a sfiorare anche il 150% rispetto al passato.
Tra le buone pratiche l’Unesco ha scelto, per il premio Confucius conferito nel giugno scorso – a governi che abbiano attuato politiche innovative per l’alfabetizzazione – il Marocco. Il ministero per l’educazione marocchina ha avuto il riconoscimento per il progetto denominato “Non-formal education” e rivolto soprattutto ai giovani nelle zone rurali.

Numerosi studi e ricerche hanno dimostrato i positivi effetti della scolarizzazione dei bambini e delle bambine sull’intera comunità e paese di appartenenza – si legge in un dettagliato dossier pubblicato oggi dall’agenzia Fides -. Sin dagli anni ’90 è stato riconosciuto lo stretto collegamento tra crescita economica e i livelli di alfabetizzazione di un paese. Si stima che ad un aumento dell’1% del tasso di alfabetizzazione femminile corrisponda una crescita dello 0.37% del reddito annuo pro capite. Conseguenze analoghe si hanno rispetto alle condizioni di salute generali: si calcola che ad una crescita dell’1% del tasso di alfabetizzazione corrisponda una crescita del 2% della speranza di vita. Il livello di istruzione delle madri ha benefici effetti sulla salute e la stessa sopravvivenza dei loro bambini. Si stima che un solo anno in più di scuola, per una futura mamma, possa ridurre del 2% la probabilità di morte dei suoi bambini entro i cinque anni.

La giorrnata internazionale dell’alfabetizzazione quest’anno è dedicata alla stretta relazione che intercorre tra alfabetizzazione e salute: per questo l’UNESCO ha scelto Henry Kangethe, un ex ragazzo di strada del Centro di assistenza di AMREF a Nairobi, come protagonista della Conferenza africana regionale a sostegno dell’Alfabetizzazione globale (Bamako, Mali, 10-12 settembre). La storia di Henry, come di molti altri ragazzi di strada assistiti e istruiti da AMREF, è un chiaro esempio di come, soprattutto in Africa, l’educazione possa cambiare e salvare la vita.

In occasione della Giornata Mondiale per l’Alfabetizzazione, Cesvi, nell’ambito della campagna Stop Child Labour, attraverso la campagna pubblicitaria NO Game – Stop Child Labour denuncia questa realtà e promuove la consapevolezza dell’educazione come soluzione concreta allo sfruttamento dei minori.
La campagna NO Game, creata da Roberto Caselli di Publicis, è basata su uno spot 30″ per TV e Internet, di grande impatto emotivo grazie alla voce di Lella Costa e alla musica creata e messa a disposizione gratuitamente dal giovane compositore Enzo Casucci. Un tema giocoso e malinconico insieme, caratterizzato in modo originalissimo dalle note di un piano giocattolo, dove anche la povertà del suono, le sporcature e i rumori dei tasti diventano elementi espressivi di grande impatto. Cesvi ha llanciato una petizione e un game interattivo on line per promuovere l’educazione, a tempo pieno, formale e di qualità, come soluzione concreta al lavoro dei minori. Le firme tra un anno saranno consegnate al governo, affinché il nostro paese si assuma degli impegni precisi a livello nazionale e internazionale sulla lotta allo sfruttamento del lavoro minorile. Per firmare la petizione clicca qui.

I dati

Due terzi degli analfabeti si trovano in solo 9 paesi e il 47% dei 774 milioni vivono in India e in Cina (rispettivamente il 35% e il 12%); le nazioni con la più bassa percentuale di alfabetizzazione al mondo sono Burkina Faso (12.8%), Niger (14.4%) e Mali (19%). Dei 774 milioni di adulti analfabeti di tutto il mondo, 141 milioni si trovano nella regione subsahariana del continente africano. Dal 1970 ad oggi in questa zona la quantità di analfabeti sopra i quindici anni di età è andata aumentando; l’aumento è in parte causato dalla crescita naturale della popolazione, ma evidenzia un’evidente situazione di difficoltà.
E’ negli Stati Arabi che l’analfabetismo raggiunge punte massime: il 44% della popolazione, una percentuale che supera anche quella riscontrabile nell’Asia Sud Ovest (il 41%) e nell’Africa subsahariana (39%). Si calcolano in circa 70 milioni gli analfabeti dei 22 paesi arabi. Erano 50 milioni nel 1970.
Il paese con più analfabeti è l’Egitto. L’analfabetismo colpisce principalmente le donne e sono maggiormente penalizzate le aree rurali rispetto agli insediamenti urbani: il 70% degli analfabeti risiede nelle campagne.
Percentuali di rilievo di analfabetismo si registrano anche nella zona caraibica (30%), mentre nel resto del mondo scendono al di sotto del 10%: in America Latina il 10%, in Estremo Oriente l’8%, nella zona del Pacifico il 7%, nell’Europa centrale e orientale il 3% ed infine l’1% in Asia centrale, Nord America e Europa occidentale.

 

Foto: Cesvi


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