Non profit

Aiuti più efficaci? Si può

Da Accra Egizia Petroccione, portavoce del Cini fa un bilancio del Forum sull'efficacia degli aiuti che si è chiuso in Ghana

di Emanuela Citterio

Si è chiuso ad Accra, in Ghana, il Terzo forum di alto livello sull’efficacia degli aiuti. Un incontro internazionale promosso dall’Unione europea che dal 2 settembre ha visto riunite delegazioni di oltre cento Paesi, con l’obiettivo di migliorare la qualità degli aiuti allo sviluppo e rendere più efficace e trasparente la cooperazione fra i cosiddetti Paesi donatori e Paesi in via di sviluppo. Vita ha raggiunto in Ghana Egizia Petroccione, portavoce del Cini, un network di organizzazioni internazionali che hanno sedi anche in Italia (Amref, Wwf, Action Aid, Save the children, Terre des hommes e Vis).

Questo forum segna un passo avanti nella qualità dell’aiuto umanitario?
Il bicchiere si può vedere mezzo pieno o mezzo vuoto. Noi del Cini non siamo negativi su questo Forum. L’impressione è che sia in atto uno sforzo effettivo verso un miglioramento della qualità degli aiuti, un processo iniziato a Roma nel 2003 e che ha avuto una tappa importante con la Dichiarazione di Parigi del 2005. Qui ad Accra c’è stato un vasto e partecipato coinvolgimento di tutti gli attori, convenzionali e non, che si occupano di cooperazione internazionale. Oltre alle delegazioni governative, hanno partecipato al forum 80 esponenti della società civile di diversi Paesi e un’ottantina di delegazioni provenienti dai Paesi in via di sviluppo. E’ la prima volta che succede. Si sono visti anche attori “non convenzionali” che a vario titolo si occupano di cooperazione, dai sindacati ai consorzi di cooperative del commercio equo e solidale, alle fondazioni private

Insomma, ad Accra si vede che la cooperazione è cambiata...
Sì. Anche quella governativa. A questo summit c’erano la Cina e il Brasile. Nuovi protagonisti anche della cooperazione allo sviluppo.

Il documento di Accra fisserà i punti fermi che guideranno la cooperazione internazionale nei prossimi anni. Le ong hanno chiesto un piano d’azione più coraggioso. È soddisfatta del risultato finale?
La cosiddetta “Accra Agenda for Action” contiene dei progressi soprattutto sul fronte della trasparenza degli aiuti, siamo meno soddisfatti delle prese di posizione che riguardano la condizionalità degli aiuti.

Partiamo dalla trasparenza…
All’articolo 24 di questo documento i Paesi donatori si impegnano e fornire informazioni dettagliate e tempestive sull’allocazione degli aiuti umanitari e sui risultati dei programmi di cooperazione internazionale. I governi dei Paesi destinatari, da parte loro, si sono impegnati a coinvolgere di più i propri Parlamenti e la società civile, rendendo pubblici e trasparenti i bilanci che riguardano la cooperazione allo sviluppo e gli aiuti ricevuti. Prima dell’apertura di questo forum c’è stata una conferenza parallela della società civile che ha deciso di istituire un “Open forum” della società civile sull’efficacia degli aiuti (Open forum of civil society on aid effectiveness) che per due anni monitorerà in modo costante l’impatto dei progetti di sviluppo nei Paesi destinatari degli aiuti.

Cosa si intende per condizionalità degli aiuti?
Il fatto di fornire degli aiuti a precise condizioni politiche o economiche. Un problema è anche il cosiddetto “aiuto legato”: io, Stato X, ti do aiuti umanitari a patto che compri i miei beni e servizi. Su questo ad Accra si poteva fare di più, ma si è dovuto trovare un compromesso con posizioni più conservatrici, tra cui quelle di Usa e Giappone.

L’aiuto pubblico allo sviluppo sarà “più prevedibile” come hanno chiesto le organizzazioni non governative?
Ci sono stati dei progressi in questa direzione. I governi, tra cui l’Italia, si sono impegnati a preparare piani di spesa triennali, in modo che si sappia in anticipo l’ammontare a disposizione per la cooperazione allo sviluppo.

Gli impegni di Accra avranno qualche influenza in Italia? Potranno dare una spinta verso la riforma della cooperazione internazionale?
Ci auguriamo di sì. L’Italia è stata presente ad Accra con un’ampia delegazione del ministero Affari esteri, fra cui il sottosegretario Vincenzo Scotti. Il nostro Paese ha preso degli impegni e ci aspettiamo misure concrete, anche in vista del prossimo G8 che sarà ospitato a La Maddalena. Per esempio sarebbe opportuno creare un meccanismo di valutazione dell’efficacia dell’aiuto. In Italia sono molti gli attori che fanno cooperazione. Oltre alle ong ci sono una miriade di onlus, penso anche alla cooperazione decentrata promossa dagli enti locali. Ma manca un organismo che valuti l’impatto di questi aiuti. Non mi riferisco solo alla rendicontazione ma proprio alla qualità degli interventi.

Questo Forum sulla qualità dell’aiuto avrà un impatto effettivo sul lavoro quotidiano delle ong nei Paesi in via di sviluppo?

Da parte delle ong c’è uno sforzo continuo ad andare verso una cooperazione di qualità. Lo dimostra anche l’istituzione del Forum permanente della società civile sull’efficacia degli aiuti, che può diventare un laboratorio interessante e contribuire a far circolare i contenuti di cui si è discusso ad Accra.


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