Formazione

«Ma l’impegno va remunerato»

L'intervento dell'ideatrice democratica del Summit di New York

di Redazione

Il testo che segue è un estratto di un’intervista audio realizzata dal Time per lo speciale sul servizio civile. Il podcast è disponibile su
www.time.com/time/podcast/community_service

«Non c’è miglior investimento sul futuro, e nulla che possa avere più impatto sui singoli individui e sul Paese, che finanziare un programma nazionale di servizio civile. Volontario e remunerato. Chi è contrario ad incentivare e pagare l’impegno per gli altri, sostenendo che l’America oggi farebbe meglio a trovare risorse per la crisi ambientale, economica e per la lotta alla crescente povertà, si sbaglia: è esattamente per combattere queste esperienze che è urgente garantire a chiunque la possibilità di riscoprirsi utile, responsabile e motore di cambiamento. Molte persone oggi si impegnano nella propria comunità, ma, dall’11 settembre, sentono forte e urgente anche il bisogno di spendersi per gli altri in un Paese straniero. Un programma di servizio civile ben organizzato faciliterebbe l’invio di volontari all’estero e soddisferebbe il bisogno di considerarsi parte di un mondo interconnesso che tanti americani oggi sentono.
Credo che il servizio civile nazionale possa diventare un nuovo collante sociale, un’esperienza comune, e unificante, su ciò che significa essere americani oggi. C’è anche chi spinge per rendere il servizio civile obbligatorio, io non sono d’accordo: i miei figli, gli amici e i molti operatori sociali con cui quotidianamente lavoro considerano controproducente obbligare un individuo a dare tempo ed energie agli altri. La sfida è un’altra: rendere la scelta di fare volontariato allettante e sfidante».


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