Economia

Latte e carne di animali clonati sulle nostre tavole

La denuncia di Coldiretti

di Redazione

Latte, formaggi e carne provenienti dalla prole di animali clonati sono già entrati nella catena alimentare statunitense e potrebbero arrivare anche in Europa dove il Parlamento, in una dura risoluzione, invita a vietare su tutta la linea la clonazione per fini alimentari. Lo rende noto la Coldiretti sottolineando, in una nota, la necessità di introdurre norme sul commercio internazionale «per impedire che questa allucinante realta’ arrivi sulle tavole dei consumatori comunitari». «Dopo il via libera della Food and Drug Administration (Fda) di gennaio – scrive la Coldiretti – il divieto volontario per la vendita di carne e latte è stato mantenuto negli Stati Uniti per gli animali clonati, ma non per la loro prole che allevatori hanno già inviato alla normale macellazione, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal che riferisce della diffusa opposizione dei cittadini che hanno inviato ben 150 mila lettere di protesta alla Fda. In Europa dopo il parere ambiguo presentato a fine luglio dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), secondo la quale non ci sono indicazioni che comprovano differenze di sicurezza alimentare per latte e carne di animali clonati e della loro progenie, è particolarmente importante la decisa presa di posizione del Parlamento europeo». «Dopo oltre undici anni dalla scoperta della pecora Dolly, pubblicata sulla rivista Nature del febbraio 1997, la clonazione – prosegue la Coldiretti – riguarda oggi già molti animali da allevamento dalle pecore ai maiali, dai tori ai cavalli, con sperimentazioni effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche con un muflone selvatico». Secondo un sondaggio online sul sito www.coldiretti.it in Italia una netta maggioranza del 55% ritiene necessario che l’Italia e l’Europa proibiscano sempre la possibilita’ di vendita di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati. «Ben il 36%, inoltre, chiede che il nostro Paese e l’Europa consentano la vendita di questi alimenti con una etichettatura obbligatoria che permetta ai consumatori di distinguerli. Solamente l’8% ritiene – prosegue la Coldiretti – che la scienza ha mostrato che questi alimenti sono perfettamente equivalenti agli altri ed è quindi necessario consentirne la vendita senza alcun tipo di indicazione, mentre l’1% non è in grado di dare una risposta».


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